La popolazione calabrese ha convissuto con la fame anche durante l’Ottocento. Fame di carne, pesce, frutta e legumi, ma soprattutto fame di grano e granaglie, dovute alle cicliche carestie. Per prevenire le annate sfavorevoli e per risolvere la deficienza di grano, i contadini ricorrevano a pratiche magico-religiose già sperimentate in passato Per scongiurare le calamità e il clima ostile ricorrevano però soprattutto alla Madonna e ai santi. Se per i vescovi e i preti i santi e la Madonna erano solo gli intermediari del Signore, per i contadini avevano una propria autonomia e perciò stabilivano con essi relazioni dirette e immediatamente redditizie. Ogni santo e ogni Madonna aveva una propria specializzazione: c’era chi sapeva proteggere i campi dagli incendi, chi tenere alla larga il Demonio, chi proteggere i raccolti, chi influenzare gli eventi atmosferici, All’occorrenza i santi venivano presi dalle loro chiese e portati in processione nei campi per chiedere il miracolo. Specie durante i periodi di siccità , così come un volta le statue degli dei venivano esposte ai raggi del sole per costringerle a far piovere i contadini calabresi prendevano le statue dei santi e le cospargevano di sale per far richiamare l’acqua. I santi e la Madonna erano potenti e per questo motivo la gente dedicava loro chiese e processioni, feste e preghiere, ex voto e doni. C’era grande devozione per essi ma se non esaudivano le richieste spesso venivano anche insultati e puniti, distrutti, accantonati e sostituiti con altri più fidati.

Santi, grani e carestie nella Calabria Citeriore dell'800

SOLE, Giovanni
1990-01-01

Abstract

La popolazione calabrese ha convissuto con la fame anche durante l’Ottocento. Fame di carne, pesce, frutta e legumi, ma soprattutto fame di grano e granaglie, dovute alle cicliche carestie. Per prevenire le annate sfavorevoli e per risolvere la deficienza di grano, i contadini ricorrevano a pratiche magico-religiose già sperimentate in passato Per scongiurare le calamità e il clima ostile ricorrevano però soprattutto alla Madonna e ai santi. Se per i vescovi e i preti i santi e la Madonna erano solo gli intermediari del Signore, per i contadini avevano una propria autonomia e perciò stabilivano con essi relazioni dirette e immediatamente redditizie. Ogni santo e ogni Madonna aveva una propria specializzazione: c’era chi sapeva proteggere i campi dagli incendi, chi tenere alla larga il Demonio, chi proteggere i raccolti, chi influenzare gli eventi atmosferici, All’occorrenza i santi venivano presi dalle loro chiese e portati in processione nei campi per chiedere il miracolo. Specie durante i periodi di siccità , così come un volta le statue degli dei venivano esposte ai raggi del sole per costringerle a far piovere i contadini calabresi prendevano le statue dei santi e le cospargevano di sale per far richiamare l’acqua. I santi e la Madonna erano potenti e per questo motivo la gente dedicava loro chiese e processioni, feste e preghiere, ex voto e doni. C’era grande devozione per essi ma se non esaudivano le richieste spesso venivano anche insultati e puniti, distrutti, accantonati e sostituiti con altri più fidati.
1990
culto dei santi; vita materiale; alimentazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/139758
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