Nell’attuale società connessa i sistemi sociali che sostengono l’affermarsi di una nuova cultura dell’intimità e di una nuova ontologia emozionale sono il sistema del consumo e il sistema mediale. Partendo da un approccio mediologico, cioè il pensare i media come elementi che condizionano la realtà sociale, l’identità della persona non può che apparire debole e frammentata. La rete si pone come lo strumento che permette di “giocare” con l’identità senza avere il vincolo di rimanere legati a una di esse. I media si pongono, in tal senso, come pozzi esperenziali per vivere una sorta di “extraterritorialità virtuale” nell’ambito della quale l’identità si pone come un compito non ancora realizzato. In questa direzione anche la gestione delle emozioni online diventa un problema pedagogico urgente. Abitando Il tempo delle vittime nell’ambito del quale il dolore subìto pubblicamente diventa anche condizione fondamentale di auto-promozione, la persona si trova a vivere in una sorta di caleidoscopio emozionale nel quale l’inconsapevolezza di questi profondi cambiamenti sia antropologici sia sociali, può diventare anche un’arma che rischia di desertificare quella dimensione di umanamente possibile che dovrebbe, invece, accompagnare ogni soggetto al fine di fargli acquisire una forma, quella forma unica e irripetibile che lo differenzia da ogni altro uomo. La pedagogia ha un ruolo di grande responsabilità perché un’educazione al senso critico e all’umanizzazione delle emozioni potrebbe essere la categoria chiave in grado di emancipare la persona. La sfida formativa dell’oggi deve, dunque, richiamarsi a una nuova progettualità educativa in grado di focalizzare sul ruolo del soggetto che apprende e che elabora criticamente i vissuti online e offline poiché, quello che manca, è una sorta di cultura della responsabilità che aiuti a colmare il gap tra la grande alfabetizzazione informatica e la capacità di comprendere criticamente il cambiamento.

La network society tra ontologia (quasi) emozionale e nuovo umanesimo pedagogico

PERFETTI, Simona
2015-01-01

Abstract

Nell’attuale società connessa i sistemi sociali che sostengono l’affermarsi di una nuova cultura dell’intimità e di una nuova ontologia emozionale sono il sistema del consumo e il sistema mediale. Partendo da un approccio mediologico, cioè il pensare i media come elementi che condizionano la realtà sociale, l’identità della persona non può che apparire debole e frammentata. La rete si pone come lo strumento che permette di “giocare” con l’identità senza avere il vincolo di rimanere legati a una di esse. I media si pongono, in tal senso, come pozzi esperenziali per vivere una sorta di “extraterritorialità virtuale” nell’ambito della quale l’identità si pone come un compito non ancora realizzato. In questa direzione anche la gestione delle emozioni online diventa un problema pedagogico urgente. Abitando Il tempo delle vittime nell’ambito del quale il dolore subìto pubblicamente diventa anche condizione fondamentale di auto-promozione, la persona si trova a vivere in una sorta di caleidoscopio emozionale nel quale l’inconsapevolezza di questi profondi cambiamenti sia antropologici sia sociali, può diventare anche un’arma che rischia di desertificare quella dimensione di umanamente possibile che dovrebbe, invece, accompagnare ogni soggetto al fine di fargli acquisire una forma, quella forma unica e irripetibile che lo differenzia da ogni altro uomo. La pedagogia ha un ruolo di grande responsabilità perché un’educazione al senso critico e all’umanizzazione delle emozioni potrebbe essere la categoria chiave in grado di emancipare la persona. La sfida formativa dell’oggi deve, dunque, richiamarsi a una nuova progettualità educativa in grado di focalizzare sul ruolo del soggetto che apprende e che elabora criticamente i vissuti online e offline poiché, quello che manca, è una sorta di cultura della responsabilità che aiuti a colmare il gap tra la grande alfabetizzazione informatica e la capacità di comprendere criticamente il cambiamento.
2015
new culture of intimacy, new emotional ontology, identity; education; network society
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/150692
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