L’avvocato Francesco Antonio Meliarca nel 1818 pubblicò a Cosenza un originale e interessante studio sull’amicizia. Come si può riconoscere il vero amico? Così come la scienza è utile all’astronomo per predire le eclissi del Sole e della Luna, la stessa scienza permette di prevedere il comportamento futuro di un amico. L’uomo, pur essendo portato all’amicizia, violava spesso questo sacro legame, per cui era necessario fornire un “corpo di leggi” mediante le quali evitare spiacevoli esperienze. Meliarca si mostra nostalgico del mondo classico, di un passato mitico in cui l’amicizia era una relazione affettiva tra individui che si comunicavano emozioni e confidenze in un quadro non dominato da preoccupazioni utilitaristiche. Si richiamava ad un passato mitico che forse non era mai esistito. La concezione dall’amicizia espressa dal Meliarca per alcune cose si richiamava a dei valori chiaramente borghesi, per altre a dei valori aristocratici. Entrambi questi valori, però, si compenetravano, convivevano all’interno, si fondevano per dare luogo ad una nuova mentalità mentalità . In Calabria non c’era stata una vittoria dei ceti borghesi sugli aristocratici. Il superamento della società signorile non stava avvenendo per un atto di forza della borghesia ma per un lento sgretolamento della società stessa. La borghesia era orientata non verso il profitto ma verso la rendita, la meta delle grandi famiglie di proprietari era di acquistare nuove ricchezze per aver un titolo nobiliare e quindi diventare gentiluomini ed aristocratici.

Considerazioni sul "Saggio filosofico politico su la vera amicizia, sui caratteri e doveri del vero amico" di Francesco Antonio Meliarca

SOLE, Giovanni
1989-01-01

Abstract

L’avvocato Francesco Antonio Meliarca nel 1818 pubblicò a Cosenza un originale e interessante studio sull’amicizia. Come si può riconoscere il vero amico? Così come la scienza è utile all’astronomo per predire le eclissi del Sole e della Luna, la stessa scienza permette di prevedere il comportamento futuro di un amico. L’uomo, pur essendo portato all’amicizia, violava spesso questo sacro legame, per cui era necessario fornire un “corpo di leggi” mediante le quali evitare spiacevoli esperienze. Meliarca si mostra nostalgico del mondo classico, di un passato mitico in cui l’amicizia era una relazione affettiva tra individui che si comunicavano emozioni e confidenze in un quadro non dominato da preoccupazioni utilitaristiche. Si richiamava ad un passato mitico che forse non era mai esistito. La concezione dall’amicizia espressa dal Meliarca per alcune cose si richiamava a dei valori chiaramente borghesi, per altre a dei valori aristocratici. Entrambi questi valori, però, si compenetravano, convivevano all’interno, si fondevano per dare luogo ad una nuova mentalità mentalità . In Calabria non c’era stata una vittoria dei ceti borghesi sugli aristocratici. Il superamento della società signorile non stava avvenendo per un atto di forza della borghesia ma per un lento sgretolamento della società stessa. La borghesia era orientata non verso il profitto ma verso la rendita, la meta delle grandi famiglie di proprietari era di acquistare nuove ricchezze per aver un titolo nobiliare e quindi diventare gentiluomini ed aristocratici.
1989
mentalità; ideologia; amicizia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/158661
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