A dar credito alle firme delle lettere anonime dirette contro coloro che gestivano i comuni della provincia di Cosenza, gli autori erano cittadini amanti della giustizia, della patria, del duce, del re, del fascismo, della religione, della moralità e dell’ordine. Essi insorgevano e chiedevano aiuto allo Stato per punire i soprusi e gli imbrogli perpetrati da persone immorali, malvagie, egoiste, avidi danaro e di potere. Uomini, quindi, spinti ad agire non per settari interessi personalistici o di classe, ma per desiderio di maggiore giustizia verso tutta la collettività . L’esame di queste lettere ci consente però di ritenere poco credibili queste dichiarazioni e di pensare invece che il ricorso alle denunce anonime era un aspetto della battaglia tra le fazioni e le famiglie dei vari centri che si contendevano l’accaparramento della carica di podestà e quindi il controllo dei comuni. Le autorità dello Stato e i dirigenti fascisti, per parte loro, pur dichiarandosi sempre acerrimi nemici degli anonimi per un problema di etica, anzi qualificandoli come mestatori dell’ordine pubblico, riconobbero alle loro lettere una grande importanza e in pratica ne incoraggiavano la diffusione.
Lettere anonime e lotte tra fazioni nel cosentino
SOLE, Giovanni
1986-01-01
Abstract
A dar credito alle firme delle lettere anonime dirette contro coloro che gestivano i comuni della provincia di Cosenza, gli autori erano cittadini amanti della giustizia, della patria, del duce, del re, del fascismo, della religione, della moralità e dell’ordine. Essi insorgevano e chiedevano aiuto allo Stato per punire i soprusi e gli imbrogli perpetrati da persone immorali, malvagie, egoiste, avidi danaro e di potere. Uomini, quindi, spinti ad agire non per settari interessi personalistici o di classe, ma per desiderio di maggiore giustizia verso tutta la collettività . L’esame di queste lettere ci consente però di ritenere poco credibili queste dichiarazioni e di pensare invece che il ricorso alle denunce anonime era un aspetto della battaglia tra le fazioni e le famiglie dei vari centri che si contendevano l’accaparramento della carica di podestà e quindi il controllo dei comuni. Le autorità dello Stato e i dirigenti fascisti, per parte loro, pur dichiarandosi sempre acerrimi nemici degli anonimi per un problema di etica, anzi qualificandoli come mestatori dell’ordine pubblico, riconobbero alle loro lettere una grande importanza e in pratica ne incoraggiavano la diffusione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.