Da quando il turismo si è trasformato da fenomeno sociale di élite in fenomeno sociale di massa, e cioè dallafine della seconda metà degli anni ’60 del XX secolo, per le popolazioni dei paesi maggiormente industrializzati del mondo fare turismo ha significato praticare un’attività del tempo libero, in cui alcuni soggetti istituzionalizzati (Tour Operator, Agenzie di Viaggi, Associazioni ed Enti per il turismo, ecc.) organizzano, pianificano e commercializzano, “prodotti turistici” che ogni anno milioni di individui acquistano e poi consumano in spazi controllati e garantiti (la cosiddetta “bolla ambientale”; Boorstin 1964).In effetti, però, mentre da un lato si è effettivamente affermata l’idea secondo la quale il vero e unico modo di fare turismo è quello intermediato dall’industria turistica (eterodiretto), dall’altro il turismo autodiretto (o faida-te)non solo è sempre esistito ma si è andato nel tempo sempre più sviluppando attraverso modalità informali che hanno raggiunto dimensioni, come più avanti spiegheremo, talvolta addirittura superiori al turismo eterodiretto convenzionale; è successo che, con il boom del turismo di massa eterodiretto, con il crescente adeguarsi della domanda alle offerte prevalenti del mercato turistico, con lo svilupparsi di una industria turistica che ha imposto le sue regole a livello globale, si è più o meno consapevolmente ritenuto che il turismo fai-da-te si sarebbe estinto o assestato a livello di fenomeno marginale: così non è stato.Prendendo ad esempio il caso italiano, riteniamo di poter dire che la diffusione del turismo “autodiretto” è stata evidente e prevalente almeno sino ai primi anni ’70 del XX secolo. Fino ad allora, infatti, era frequente che la vacanza venisse organizzata personalmente dal turista, o acquistando direttamente i servizi turistici necessari fra quelli che trovava disponibili e adeguati alla propria condizione economica e sociale, o attraverso modalità ancora più autodirette (con quest’ultima affermazione intendendo la vacanza in campeggio, camper, roulotte, abitazione privata per vacanza, ecc.).Negli anni successivi, il turismo autodiretto non ha mai veramente lasciato il passo al turismo eterodiretto, diciamo che ha fatto comodo che così apparisse innanzitutto all’industria del turismo26 e, poi, a tutti quei singoli soggetti che hanno visto nello sviluppo dell’industria del turismo convenzionale un’opportunità di crescita professionale e di business. In sostanza, quindi, con diverse intensità e sfumature, il turismo auto-diretto è risultato presente per tutto il periodo della modernità ed anche nella società contemporanea.

Prospettive di internazionalizzazione del turismo auto-diretto in Italia

ROMITA, Tullio
2013-01-01

Abstract

Da quando il turismo si è trasformato da fenomeno sociale di élite in fenomeno sociale di massa, e cioè dallafine della seconda metà degli anni ’60 del XX secolo, per le popolazioni dei paesi maggiormente industrializzati del mondo fare turismo ha significato praticare un’attività del tempo libero, in cui alcuni soggetti istituzionalizzati (Tour Operator, Agenzie di Viaggi, Associazioni ed Enti per il turismo, ecc.) organizzano, pianificano e commercializzano, “prodotti turistici” che ogni anno milioni di individui acquistano e poi consumano in spazi controllati e garantiti (la cosiddetta “bolla ambientale”; Boorstin 1964).In effetti, però, mentre da un lato si è effettivamente affermata l’idea secondo la quale il vero e unico modo di fare turismo è quello intermediato dall’industria turistica (eterodiretto), dall’altro il turismo autodiretto (o faida-te)non solo è sempre esistito ma si è andato nel tempo sempre più sviluppando attraverso modalità informali che hanno raggiunto dimensioni, come più avanti spiegheremo, talvolta addirittura superiori al turismo eterodiretto convenzionale; è successo che, con il boom del turismo di massa eterodiretto, con il crescente adeguarsi della domanda alle offerte prevalenti del mercato turistico, con lo svilupparsi di una industria turistica che ha imposto le sue regole a livello globale, si è più o meno consapevolmente ritenuto che il turismo fai-da-te si sarebbe estinto o assestato a livello di fenomeno marginale: così non è stato.Prendendo ad esempio il caso italiano, riteniamo di poter dire che la diffusione del turismo “autodiretto” è stata evidente e prevalente almeno sino ai primi anni ’70 del XX secolo. Fino ad allora, infatti, era frequente che la vacanza venisse organizzata personalmente dal turista, o acquistando direttamente i servizi turistici necessari fra quelli che trovava disponibili e adeguati alla propria condizione economica e sociale, o attraverso modalità ancora più autodirette (con quest’ultima affermazione intendendo la vacanza in campeggio, camper, roulotte, abitazione privata per vacanza, ecc.).Negli anni successivi, il turismo autodiretto non ha mai veramente lasciato il passo al turismo eterodiretto, diciamo che ha fatto comodo che così apparisse innanzitutto all’industria del turismo26 e, poi, a tutti quei singoli soggetti che hanno visto nello sviluppo dell’industria del turismo convenzionale un’opportunità di crescita professionale e di business. In sostanza, quindi, con diverse intensità e sfumature, il turismo auto-diretto è risultato presente per tutto il periodo della modernità ed anche nella società contemporanea.
2013
978-88-908617-0-3
Turismo fai-da-te; Turismo eterodiretto; Internazionalizzazione del turismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/172215
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