Gran parte dei farmaci comunemente in commercio sono costituiti da molecole racemiche, dei quali in molti casi solo un enantiomero è farmacologicamente attivo. Gli enantiomeri spesso presentano differenti caratteristiche farmacocinetiche, farmacodinamiche e manifestano diversi effetti collaterali, nonostante posseggano le medesime proprietà fisiche, tranne la capacità di ruotare il piano della luce polarizzata. Lo sviluppo dei farmaci enantiomerici incontra il crescente interesse dell’industria, dei farmacologi e dei clinici, grazie anche al fatto che oggi sono stati realizzati i presupposti tecnologici per l’isolamento e la stabilizzazione degli stessi. Attualmente, infatti, si tende allo sviluppo di nuovi farmaci enantiomericamente puri ottenuti da miscele racemiche già presenti in commercio. Questi farmaci puri hanno spesso attività biologica superiore rispetto ai composti venduti sotto forma di miscela racemica e possono essere utilizzati nel trattamento di patologie più complesse. La possibilità di separare gli enantiomeri acquista maggiore valenza quando si sperimentano miscele racemiche poco stabili, ad esempio alla luce. In questo caso il processo di fotodegradazione potrebbe essere impedito o rallentato impiegando uno dei due enantiomeri piuttosto che l’altro o la miscela. La valutazione della stabilità di farmaci enantiomerici potrebbe, pertanto, costituire una via di successo per lo sviluppo di nuovi medicinali. A tale scopo, sono stati effettuati studi di fotodegradazione di farmaci enantiomerici (Propanololo, Omeprazolo, Naprossene, ecc.) commercializzati come miscele racemiche o come singoli enantiomeri per verificare la stabilità alla luce e valutare la realizzazione di formulazioni fotostabili contenenti uno solo dei due enantiomeri. La ricerca è stata eseguita secondo le direttive internazionali ICH1 (International Conference on Harmonization) ed il processo di fotodegradazione è stato monitorato mediante l’uso della spettrofotometria ordinaria. Gli studi di fotodegradazione sono stati condotti variando le condizioni sperimentali per indurre un processo accelerato di degradazione dei farmaci allo scopo di evidenziare eventuali differenze nel profilo di degradazione dei singoli enantiomeri e della miscela racemica. Lo studio del profilo di fotodegradazione di Omeprazolo e Naproxene non ha mostrato differenze significative tra i singoli enantiomeri e la miscela. Nel caso del Propanololo è stato invece possibile evidenziare una minima, ma significativa, maggiore stabilità dell’enantiomero S rispetto ad R e alla miscela racemica. La fase successiva della ricerca prevede l’incorporazione degli enantiomeri e della miscela racemica in sistemi supramolecolari per la valutazione della fotostabilità delle diverse formulazioni. Bibliografia 1ICH, International Conference on Harmonisation. Guideline for the Photostability Testing of New Drug Substances and Products; Availability, Federal Register, 1997, 62(95).

Studi di fotodegradazione e fotostabilizzazione di farmaci enantiomeri

IOELE, Giuseppina;De Luca M;RAGNO, Gaetano
2011-01-01

Abstract

Gran parte dei farmaci comunemente in commercio sono costituiti da molecole racemiche, dei quali in molti casi solo un enantiomero è farmacologicamente attivo. Gli enantiomeri spesso presentano differenti caratteristiche farmacocinetiche, farmacodinamiche e manifestano diversi effetti collaterali, nonostante posseggano le medesime proprietà fisiche, tranne la capacità di ruotare il piano della luce polarizzata. Lo sviluppo dei farmaci enantiomerici incontra il crescente interesse dell’industria, dei farmacologi e dei clinici, grazie anche al fatto che oggi sono stati realizzati i presupposti tecnologici per l’isolamento e la stabilizzazione degli stessi. Attualmente, infatti, si tende allo sviluppo di nuovi farmaci enantiomericamente puri ottenuti da miscele racemiche già presenti in commercio. Questi farmaci puri hanno spesso attività biologica superiore rispetto ai composti venduti sotto forma di miscela racemica e possono essere utilizzati nel trattamento di patologie più complesse. La possibilità di separare gli enantiomeri acquista maggiore valenza quando si sperimentano miscele racemiche poco stabili, ad esempio alla luce. In questo caso il processo di fotodegradazione potrebbe essere impedito o rallentato impiegando uno dei due enantiomeri piuttosto che l’altro o la miscela. La valutazione della stabilità di farmaci enantiomerici potrebbe, pertanto, costituire una via di successo per lo sviluppo di nuovi medicinali. A tale scopo, sono stati effettuati studi di fotodegradazione di farmaci enantiomerici (Propanololo, Omeprazolo, Naprossene, ecc.) commercializzati come miscele racemiche o come singoli enantiomeri per verificare la stabilità alla luce e valutare la realizzazione di formulazioni fotostabili contenenti uno solo dei due enantiomeri. La ricerca è stata eseguita secondo le direttive internazionali ICH1 (International Conference on Harmonization) ed il processo di fotodegradazione è stato monitorato mediante l’uso della spettrofotometria ordinaria. Gli studi di fotodegradazione sono stati condotti variando le condizioni sperimentali per indurre un processo accelerato di degradazione dei farmaci allo scopo di evidenziare eventuali differenze nel profilo di degradazione dei singoli enantiomeri e della miscela racemica. Lo studio del profilo di fotodegradazione di Omeprazolo e Naproxene non ha mostrato differenze significative tra i singoli enantiomeri e la miscela. Nel caso del Propanololo è stato invece possibile evidenziare una minima, ma significativa, maggiore stabilità dell’enantiomero S rispetto ad R e alla miscela racemica. La fase successiva della ricerca prevede l’incorporazione degli enantiomeri e della miscela racemica in sistemi supramolecolari per la valutazione della fotostabilità delle diverse formulazioni. Bibliografia 1ICH, International Conference on Harmonisation. Guideline for the Photostability Testing of New Drug Substances and Products; Availability, Federal Register, 1997, 62(95).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/177802
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