Nel periodo della Grande emigrazione moltissimi calabresi in cerca di un futuro migliore lasciarono la Calabria. Scelsero per lo più le Americhe, ma la loro presenza è attestata in Paesi di tutti e cinque i continenti. La maggior parte di loro non tornò più, se non per brevi periodi; altri invece, dopo essere riusciti a realizzare i capitali necessari per l’acquisto di case e terre, fecero ritorno nella comunità d’origine. Il loro apporto al cambiamento dei luoghi di partenza non si misura soltanto in termini economici; al contrario, accanto alla trasformazione delle mentalità e dei comportamenti indotti dagli “americani”, si pone con forza il tema della politicizzazione e della rappresentanza, quasi del tutto assenti nella regione ancora ai primi del Novecento. All’estero, una percentuale significativa di calabresi, partiti per lo più privi di qualsiasi esperienza di lotta organizzata e di coscienza di classe, vissero un’intensa stagione di partecipazione politica, venendo bollati come “sovversivi”, sorvegliati per anni e discriminati. Il loro contributo, quasi completamente sconosciuto, fu rilevante e riverberò in maniera diversa i suoi effetti sia nei luoghi di arrivo che in quelli di partenza.

Percorsi umani e politici di calabresi all'estero fra Otto e Novecento

MASSARA, Katia
2020-01-01

Abstract

Nel periodo della Grande emigrazione moltissimi calabresi in cerca di un futuro migliore lasciarono la Calabria. Scelsero per lo più le Americhe, ma la loro presenza è attestata in Paesi di tutti e cinque i continenti. La maggior parte di loro non tornò più, se non per brevi periodi; altri invece, dopo essere riusciti a realizzare i capitali necessari per l’acquisto di case e terre, fecero ritorno nella comunità d’origine. Il loro apporto al cambiamento dei luoghi di partenza non si misura soltanto in termini economici; al contrario, accanto alla trasformazione delle mentalità e dei comportamenti indotti dagli “americani”, si pone con forza il tema della politicizzazione e della rappresentanza, quasi del tutto assenti nella regione ancora ai primi del Novecento. All’estero, una percentuale significativa di calabresi, partiti per lo più privi di qualsiasi esperienza di lotta organizzata e di coscienza di classe, vissero un’intensa stagione di partecipazione politica, venendo bollati come “sovversivi”, sorvegliati per anni e discriminati. Il loro contributo, quasi completamente sconosciuto, fu rilevante e riverberò in maniera diversa i suoi effetti sia nei luoghi di arrivo che in quelli di partenza.
2020
9788857563817
Emigrazione Calabria oppositori politici
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/305271
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