After every natural disaster, it becomes clear the importance of the building context to the effects of any possible environmental disaster, whether they are of natural origin or caused by human-induced changes. This is true, although less evident, also in disasters of social kind, causedby wars and conflicts as well as by social hardship, which are in the most cases related to problematic living conditions, may them be inadequate, lacking, denied, lost. As such, architecture confirms, even in periods of less favorable public approval, its essential role. However, the contribution of architectural culture cannot be limited to determine the right quality of building environment under these scenarios, because it can also be extended - what really matters - to the possibility of using its own tools as a key to understand pre and post disasters phenomena. The breadth of his look, which is capable of ranging from the planetary to the human scale, and the richness of its codes, interwoven with many humanistic and scientific disciplines, with which it is able to interact, return an exclusive apparatus of devices to understand and act upon these realities. Starting from this conviction, the book presents the results of a long research work, enriched by a series of interesting and intense witnesses, which received an award at the 13th International Urban Planners Exhibition in Belgrade.

All’indomani di ogni evento calamitoso si rinnova, nel bene e nel male, la consapevolezza della centralità della condizione insediativa negli effetti di ogni possibile disastro ambientale, sia esso di origine naturale che provocato da trasformazioni indotte dall’uomo. Ciò è verificabile, seppure in forma meno palese, anche nei disastri di natura umana, derivanti da guerre e conflitti come da condizioni di disagio sociale, che nella maggior parte dei casi sono connessi a una dimensione abitativa problematica: inadeguata, mancante, negata, perduta. L’architettura conferma così, ciclicamente e anche nei suoi periodi di minore fortuna critica, la rilevanza e imprescindibilità del proprio ruolo. Il contributo della cultura architettonica in simili scenari non si limita tuttavia alla sola capacità di determinare una opportuna qualità degli insediamenti, perché può significativamente estendersi anche alla disponibilità a offrire i suoi strumenti come lente per l’interpretazione dei fenomeni ante e post disastro. L’ampiezza del suo sguardo, capace di spaziare dalla scala planetaria a quella umana, la ricchezza dei suoi codici, intrecciati con le molte discipline, umanistiche e scientifiche, con le quali essa è in grado di interloquire, restituiscono un apparato esclusivo di dispositivi per la comprensione e l’intervento su tali realtà. A partire da questa convinzione, il libro documenta gli esiti di una lunga ricerca, di cui una parte è stata premiata alla 13th International Urban Planners Exhibition di Belgrado, arricchita da una significativa e intensa serie di testimonianze.

Disasters Otherwhere. New Forms of Complexity for Architecture

Lucente, Roberta;
2019-01-01

Abstract

After every natural disaster, it becomes clear the importance of the building context to the effects of any possible environmental disaster, whether they are of natural origin or caused by human-induced changes. This is true, although less evident, also in disasters of social kind, causedby wars and conflicts as well as by social hardship, which are in the most cases related to problematic living conditions, may them be inadequate, lacking, denied, lost. As such, architecture confirms, even in periods of less favorable public approval, its essential role. However, the contribution of architectural culture cannot be limited to determine the right quality of building environment under these scenarios, because it can also be extended - what really matters - to the possibility of using its own tools as a key to understand pre and post disasters phenomena. The breadth of his look, which is capable of ranging from the planetary to the human scale, and the richness of its codes, interwoven with many humanistic and scientific disciplines, with which it is able to interact, return an exclusive apparatus of devices to understand and act upon these realities. Starting from this conviction, the book presents the results of a long research work, enriched by a series of interesting and intense witnesses, which received an award at the 13th International Urban Planners Exhibition in Belgrade.
2019
978-88-229-0513-0
All’indomani di ogni evento calamitoso si rinnova, nel bene e nel male, la consapevolezza della centralità della condizione insediativa negli effetti di ogni possibile disastro ambientale, sia esso di origine naturale che provocato da trasformazioni indotte dall’uomo. Ciò è verificabile, seppure in forma meno palese, anche nei disastri di natura umana, derivanti da guerre e conflitti come da condizioni di disagio sociale, che nella maggior parte dei casi sono connessi a una dimensione abitativa problematica: inadeguata, mancante, negata, perduta. L’architettura conferma così, ciclicamente e anche nei suoi periodi di minore fortuna critica, la rilevanza e imprescindibilità del proprio ruolo. Il contributo della cultura architettonica in simili scenari non si limita tuttavia alla sola capacità di determinare una opportuna qualità degli insediamenti, perché può significativamente estendersi anche alla disponibilità a offrire i suoi strumenti come lente per l’interpretazione dei fenomeni ante e post disastro. L’ampiezza del suo sguardo, capace di spaziare dalla scala planetaria a quella umana, la ricchezza dei suoi codici, intrecciati con le molte discipline, umanistiche e scientifiche, con le quali essa è in grado di interloquire, restituiscono un apparato esclusivo di dispositivi per la comprensione e l’intervento su tali realtà. A partire da questa convinzione, il libro documenta gli esiti di una lunga ricerca, di cui una parte è stata premiata alla 13th International Urban Planners Exhibition di Belgrado, arricchita da una significativa e intensa serie di testimonianze.
XXI century, Disasters, Architecture, Complexity, Architectural design tools for disasters, architectural design methods
XXI secolo, Disastri, Architettura, Complessità, Strumenti del progetto di architettura per i disastri, Metodiche del progetto di architettura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/307953
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