Contro la fortunata opzione storiografica secondo cui la condanna agostiniana del teatro sarebbe da leggere come opposizione alla nozione di "catarsi", giudicata parziale e riduttiva, l'A. tenta di reinserire Conf. III, 2, all'interno del contesto ideologico e formale di cui è parte e ne recupera lo spessore teologico, mostrando come il suo ambito di riferimento non sia circoscrivibile entro i confini esclusivi della dimensione estetica o etica o psicologica; come il suo sostanziale centro di interesse non sia identificabile nella condanna degli "spectacula theatrica"; il suo obiettivo non sia la polemica antiaristotelica. Il senso attribuito nelle "Confessioni" all’esperienza vissuta da Agostino a Cartagine ha piuttosto il suo nucleo concettuale nella realtà ontologicamente ossimorica della "malivola benivolentia", esito e ragione dell’ambiguo piacere della sofferenza che scaturisce dal guardare azioni fittizie e dall’identificarsi con personaggi altrettanto fittizi.
Il piacere della sofferenza. Agostino, Aristotele e la catarsi tragica in "conf." III,2
CLAUSI, Benedetto
2003-01-01
Abstract
Contro la fortunata opzione storiografica secondo cui la condanna agostiniana del teatro sarebbe da leggere come opposizione alla nozione di "catarsi", giudicata parziale e riduttiva, l'A. tenta di reinserire Conf. III, 2, all'interno del contesto ideologico e formale di cui è parte e ne recupera lo spessore teologico, mostrando come il suo ambito di riferimento non sia circoscrivibile entro i confini esclusivi della dimensione estetica o etica o psicologica; come il suo sostanziale centro di interesse non sia identificabile nella condanna degli "spectacula theatrica"; il suo obiettivo non sia la polemica antiaristotelica. Il senso attribuito nelle "Confessioni" all’esperienza vissuta da Agostino a Cartagine ha piuttosto il suo nucleo concettuale nella realtà ontologicamente ossimorica della "malivola benivolentia", esito e ragione dell’ambiguo piacere della sofferenza che scaturisce dal guardare azioni fittizie e dall’identificarsi con personaggi altrettanto fittizi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.