Introduzione

Nonostante i dati d’incremento del bullismo e dei reati minorili registrati negli ultimi anni evidenzino un aumento della condotta violenta nei soggetti di minore età, ciò non è, di per sé, sufficiente a stabilire un nesso di natura causale tra esposizione (sia pure costante e prolungata nel tempo) alla violenza mediale e assunzione (pressoché automatica e inevitabile) di una condotta violenta. Al contrario, la questione rimane aperta: nessuna delle teorie elaborate in più di mezzo secolo di studi sull’argomento ha conseguito, infatti, risultati certi e incontrovertibili. Sulla base di questa premessa, il contributo presenta i presupposti teorici, gli obietti, le ipotesi, le metodologie e i risultati di una ricerca condotta presso l’Università della Calabria (PRIN 2000), volta a verificare gli effetti delle rappresentazioni televisive della violenza su un vasto campione di bambini e ragazzi che vivono in un ambiente permeato dai disvalori forti della “cultura mafiosa”.