L’articolo ricostruisce alcuni degli elementi che permettono di fondare non più – o non solo – un pensiero di Stato sulle migrazioni, ma un pensiero imperiale. La tesi è che nell’era della mobilità di massa viene costruito un nesso storicamente determinato fra il controllo biopolitico della popolazione globale e quello della regolazione dei processi ‘migratori’: la creazione di un apparato di controllo sui movimenti di popolazione avviene mediante la contemporanea produzione di (specifiche) popolazioni in movimento: turisti, vagabondi, migranti. Da qui la trasposizione della mobilità in migrazione: le innumerevoli forme assunte dalle possibilità di circolazione devono essere regolate e contenute, schiacciate sui flussi e sulle pratiche di migrazione, attribuendo loro un (solo) senso e un (solo) significato. L’analisi è condotta attraverso l’interpretazione del ‘discorso’ contenuto nei documenti di alcune delle più importanti organizzazioni internazionali. Dalla lettura emerge che le migrazioni vengono connesse ad un’idea di crescita e di sviluppo globali adeguati ai vincoli ed alle potenzialità di movimento del capitale produttivo nel postfordismo e che le forme istituzionali di regolazione tendono ad acquisire dimensioni sovranazionali, facendo delle migrazioni internazionali un global policy issue.
Verso un ordine imperiale delle migrazioni
VITALE, Annamaria
2005-01-01
Abstract
L’articolo ricostruisce alcuni degli elementi che permettono di fondare non più – o non solo – un pensiero di Stato sulle migrazioni, ma un pensiero imperiale. La tesi è che nell’era della mobilità di massa viene costruito un nesso storicamente determinato fra il controllo biopolitico della popolazione globale e quello della regolazione dei processi ‘migratori’: la creazione di un apparato di controllo sui movimenti di popolazione avviene mediante la contemporanea produzione di (specifiche) popolazioni in movimento: turisti, vagabondi, migranti. Da qui la trasposizione della mobilità in migrazione: le innumerevoli forme assunte dalle possibilità di circolazione devono essere regolate e contenute, schiacciate sui flussi e sulle pratiche di migrazione, attribuendo loro un (solo) senso e un (solo) significato. L’analisi è condotta attraverso l’interpretazione del ‘discorso’ contenuto nei documenti di alcune delle più importanti organizzazioni internazionali. Dalla lettura emerge che le migrazioni vengono connesse ad un’idea di crescita e di sviluppo globali adeguati ai vincoli ed alle potenzialità di movimento del capitale produttivo nel postfordismo e che le forme istituzionali di regolazione tendono ad acquisire dimensioni sovranazionali, facendo delle migrazioni internazionali un global policy issue.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.