After referring to Jean Barraqué's study on the Prèlude à l'Après-midi d'un faune, to a formal proportional model and to the concept of "macroform" – recently introduced in a work-group of the GATM – the first part of the article deals with a few observations on the differentiated and multidimensional approach to twentieth century music. A composition is able to point out two or more different formal categories that are not juxtaposed or exclude each other but at the same time coexist and are both equally legitimate. This idea was proposed by Barraqué in 1962 and connected with observations by Heinrich Schenker (1935) and Larry Laskowski (1990); it explains many formal aspects that can be observed in twentieth century music. The second part of the article presents a in-depth analysis of materials and formal construction of the 1955 String Quartet in two tempos by Bruno Maderna: a piece that exemplifies the composers "decentralized" position relative to Darmstadt's theories. The work concentrates on the stylistic differences between the first and the second tempo of the Quartet. The study follows three phases: the external level (segmentation and local evaluation of the caesuras), the middle level (division into periods and determination of the “medioforma” or mid-level form) and the deep level (macroform, determination of the sections and their functions). In a twentieth century composition, the identification of reprises and variations, as well as the recognition of relationships between materials and compositional techniques, often present ambiguities that do not consent a precise formal definition but send back to a conception of the overall form that is not univocal but "multidimensional and relative".

Nella prima parte dell'articolo, facendo riferimento a precedenti studi, vengono proposte alcune osservazioni su un approccio differenziato e multidimensionale alla forma nella musica del Novecento. L'idea che una composizione possa evidenziare due o più categorie formali diverse, che "non si giustappongono o si escludono a vicenda ma rimangono tutte compresenti e parimenti legittime" (Barraqué), si collega anche alle osservazioni proposte da Larry Laskowski nel 1990 in relazione alla particolare concezione formale di Heinrich Schenker dove l'articolazione formale di una composizione tonale viene considerata come un prodotto dell'elaborazione compositiva descritta nei diversi livelli strutturali. La seconda parte dell'articolo presenta un'analisi molto dettagliata dei materiali e della costruzione formale del Quartetto per archi in due tempi di Bruno Maderna del 1955, un pezzo emblematico della produzione di questo autore nonché esemplificativo della sua "posizione decentrta" rispetto alle teorie darmstadtiane. Dopo aver rivisitato la letteratura esistente su questo pezzo, nonché alcune importanti considerazioni svolte dallo stesso compositore e da Luciano Berio, il lavoro si concentra sulle differenze stilistiche e formali tra il primo e il secondo tempo del Quartetto. In conclusione: "la rilevazione di riprese e variazioni, cosi` come l'individuazione di rapporti a distanza tra materiali e tecniche compositive, spesso presenta, in una composizione del Novecento, dei tratti di ambiguità che, in alcuni casi, non ne consentono una precisa definizione formale." (p. 190)

Aspetti della multidimensionalità formale e della relatività nella musica del Novecento: il "Quartetto per archi in due tempi" di Bruno Maderna

POZZI, Egidio
2010-01-01

Abstract

After referring to Jean Barraqué's study on the Prèlude à l'Après-midi d'un faune, to a formal proportional model and to the concept of "macroform" – recently introduced in a work-group of the GATM – the first part of the article deals with a few observations on the differentiated and multidimensional approach to twentieth century music. A composition is able to point out two or more different formal categories that are not juxtaposed or exclude each other but at the same time coexist and are both equally legitimate. This idea was proposed by Barraqué in 1962 and connected with observations by Heinrich Schenker (1935) and Larry Laskowski (1990); it explains many formal aspects that can be observed in twentieth century music. The second part of the article presents a in-depth analysis of materials and formal construction of the 1955 String Quartet in two tempos by Bruno Maderna: a piece that exemplifies the composers "decentralized" position relative to Darmstadt's theories. The work concentrates on the stylistic differences between the first and the second tempo of the Quartet. The study follows three phases: the external level (segmentation and local evaluation of the caesuras), the middle level (division into periods and determination of the “medioforma” or mid-level form) and the deep level (macroform, determination of the sections and their functions). In a twentieth century composition, the identification of reprises and variations, as well as the recognition of relationships between materials and compositional techniques, often present ambiguities that do not consent a precise formal definition but send back to a conception of the overall form that is not univocal but "multidimensional and relative".
2010
978-88-7096-604-6
Nella prima parte dell'articolo, facendo riferimento a precedenti studi, vengono proposte alcune osservazioni su un approccio differenziato e multidimensionale alla forma nella musica del Novecento. L'idea che una composizione possa evidenziare due o più categorie formali diverse, che "non si giustappongono o si escludono a vicenda ma rimangono tutte compresenti e parimenti legittime" (Barraqué), si collega anche alle osservazioni proposte da Larry Laskowski nel 1990 in relazione alla particolare concezione formale di Heinrich Schenker dove l'articolazione formale di una composizione tonale viene considerata come un prodotto dell'elaborazione compositiva descritta nei diversi livelli strutturali. La seconda parte dell'articolo presenta un'analisi molto dettagliata dei materiali e della costruzione formale del Quartetto per archi in due tempi di Bruno Maderna del 1955, un pezzo emblematico della produzione di questo autore nonché esemplificativo della sua "posizione decentrta" rispetto alle teorie darmstadtiane. Dopo aver rivisitato la letteratura esistente su questo pezzo, nonché alcune importanti considerazioni svolte dallo stesso compositore e da Luciano Berio, il lavoro si concentra sulle differenze stilistiche e formali tra il primo e il secondo tempo del Quartetto. In conclusione: "la rilevazione di riprese e variazioni, cosi` come l'individuazione di rapporti a distanza tra materiali e tecniche compositive, spesso presenta, in una composizione del Novecento, dei tratti di ambiguità che, in alcuni casi, non ne consentono una precisa definizione formale." (p. 190)
Maderna; Quartetto; Novecento; forma; multidimensionalità
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/151185
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact