Il saggio analizza il ruolo di istituzioni e capitale sociale nei processi di sviluppo locale attraverso uno studio di caso riguardante il microdistretto manifatturiero di Lavello, localizzato nel potentino interno sulla linea di confine tra Basilicata e Puglia e specializzato nella produzione di biancheria intima femminile. Il contributo fa riferimento a tre definizioni differenti di istituzioni – “regole del gioco” (North, 1994), “regole e giocatori” (Nelson, 1994), “equilibrio di un gioco ripetuto” (Aoki, 2001) – e adotta la definizione di capitale sociale di Coleman (1990), secondo la quale il capitale sociale è una rete di relazione tra soggetti1. Le relazioni sociali tra imprenditori e lavoratori e un bagaglio di conoscenze contestuali diffuse sono fattori che hanno favorito in alcuni territori la sedimentazione di modelli produttivi basati sulla divisione del lavoro e la collaborazione di piccole imprese autonome: essi rappresentano un elemento importante per il successo dei sistemi locali di piccola impresa (Barca, 2000; Becattini, 1987 e 2000; Brusco, 1992; Dei Ottati, 2005; Farrell, Knight, 2003; Molina-Morales, Lòpez-Navarro, Guia-Julve, 2002). Nel lavoro si esplora in che modo le istituzioni e il capitale sociale siano rivelanti sia per la nascita che per l’evoluzione del distretto. L’analisi empirica, condotta attraverso numerose interviste a un campione rappresentativo di imprenditori, evidenzia il ruolo della reputazione collettiva, della cooperazione istituzionale, del capitale sociale e delle istituzioni intermedie nel sostenere l’avvio e la crescita del distretto. Viene anche illustrato il ruolo di una specifica organizzazione “ibrida” – un Consorzio tra produttori – nello sviluppo di meccanismi funzionali al rispetto degli accordi tra imprese ac- 189 1 Un’altra definizione, molto accreditata in letteratura, interpreta il capitale sociale come propensione alla cooperazione, alla fiducia e all’associazionismo civico dei soggetti che operano in un determinato contesto (R. PUTNAM, 1993). quirenti e produttori e che hanno consentito di superare alcuni iniziali problemi di commitment. Infine, il saggio esamina le principali caratteristiche dell’attuale fase di declino, in cui nuove minacce derivanti da cambiamenti strutturali sul mercato globale e debolezze interne sembrano avvitarsi in un circolo vizioso, mentre l’azione collettiva di imprese ed istituzioni locali non esercita più la forza e il ruolo propulsivo della fase iniziale del ciclo di vita del distretto. Il testo è organizzato come segue. Il prossimo paragrafo esplicita la relazione tra istituzioni, capitale sociale e sviluppo locale. Il terzo paragrafo descrive le fasi rilevanti della storia del microdistretto evidenziando il ruolo propulsivo giocato dalle istituzioni e dal capitale sociale. In particolare, viene analizzato il processo che porta alla nascita del distretto e la sua evoluzione in base all’evidenza emersa in due diverse indagini sul campo condotte, rispettivamente, nel 2000 e nel 2006. La prima indagine è stata realizzata quando il sistema produttivo, dopo quasi un ventennio di crescita, manifesta i primi sintomi di crisi e gli attori locali cominciano ad interrogarsi sul “cosa fare” per rafforzare la competitività delle singole imprese e del sistema imprenditoriale nel suo insieme. La seconda ricerca è stata condotta, invece, nel periodo in cui la crisi investe in pieno il sistema produttivo locale, causando una drastica riduzione dei volumi di produzione, del numero di imprese e addetti. Il quarto paragrafo si sofferma sull’importanza della cooperazione istituzionale nel decollo produttivo del microdistretto, mentre il quinto analizza il passaggio dalla fase di crescita a quella del declino. Il sesto paragrafo si interroga sulle possibili cause della crisi del sistema

Istituzioni e capitale sociale in un microdistretto italiano

CERSOSIMO, Domenico;NISTICO', Rosanna
2009-01-01

Abstract

Il saggio analizza il ruolo di istituzioni e capitale sociale nei processi di sviluppo locale attraverso uno studio di caso riguardante il microdistretto manifatturiero di Lavello, localizzato nel potentino interno sulla linea di confine tra Basilicata e Puglia e specializzato nella produzione di biancheria intima femminile. Il contributo fa riferimento a tre definizioni differenti di istituzioni – “regole del gioco” (North, 1994), “regole e giocatori” (Nelson, 1994), “equilibrio di un gioco ripetuto” (Aoki, 2001) – e adotta la definizione di capitale sociale di Coleman (1990), secondo la quale il capitale sociale è una rete di relazione tra soggetti1. Le relazioni sociali tra imprenditori e lavoratori e un bagaglio di conoscenze contestuali diffuse sono fattori che hanno favorito in alcuni territori la sedimentazione di modelli produttivi basati sulla divisione del lavoro e la collaborazione di piccole imprese autonome: essi rappresentano un elemento importante per il successo dei sistemi locali di piccola impresa (Barca, 2000; Becattini, 1987 e 2000; Brusco, 1992; Dei Ottati, 2005; Farrell, Knight, 2003; Molina-Morales, Lòpez-Navarro, Guia-Julve, 2002). Nel lavoro si esplora in che modo le istituzioni e il capitale sociale siano rivelanti sia per la nascita che per l’evoluzione del distretto. L’analisi empirica, condotta attraverso numerose interviste a un campione rappresentativo di imprenditori, evidenzia il ruolo della reputazione collettiva, della cooperazione istituzionale, del capitale sociale e delle istituzioni intermedie nel sostenere l’avvio e la crescita del distretto. Viene anche illustrato il ruolo di una specifica organizzazione “ibrida” – un Consorzio tra produttori – nello sviluppo di meccanismi funzionali al rispetto degli accordi tra imprese ac- 189 1 Un’altra definizione, molto accreditata in letteratura, interpreta il capitale sociale come propensione alla cooperazione, alla fiducia e all’associazionismo civico dei soggetti che operano in un determinato contesto (R. PUTNAM, 1993). quirenti e produttori e che hanno consentito di superare alcuni iniziali problemi di commitment. Infine, il saggio esamina le principali caratteristiche dell’attuale fase di declino, in cui nuove minacce derivanti da cambiamenti strutturali sul mercato globale e debolezze interne sembrano avvitarsi in un circolo vizioso, mentre l’azione collettiva di imprese ed istituzioni locali non esercita più la forza e il ruolo propulsivo della fase iniziale del ciclo di vita del distretto. Il testo è organizzato come segue. Il prossimo paragrafo esplicita la relazione tra istituzioni, capitale sociale e sviluppo locale. Il terzo paragrafo descrive le fasi rilevanti della storia del microdistretto evidenziando il ruolo propulsivo giocato dalle istituzioni e dal capitale sociale. In particolare, viene analizzato il processo che porta alla nascita del distretto e la sua evoluzione in base all’evidenza emersa in due diverse indagini sul campo condotte, rispettivamente, nel 2000 e nel 2006. La prima indagine è stata realizzata quando il sistema produttivo, dopo quasi un ventennio di crescita, manifesta i primi sintomi di crisi e gli attori locali cominciano ad interrogarsi sul “cosa fare” per rafforzare la competitività delle singole imprese e del sistema imprenditoriale nel suo insieme. La seconda ricerca è stata condotta, invece, nel periodo in cui la crisi investe in pieno il sistema produttivo locale, causando una drastica riduzione dei volumi di produzione, del numero di imprese e addetti. Il quarto paragrafo si sofferma sull’importanza della cooperazione istituzionale nel decollo produttivo del microdistretto, mentre il quinto analizza il passaggio dalla fase di crescita a quella del declino. Il sesto paragrafo si interroga sulle possibili cause della crisi del sistema
2009
978-88-498-2708-8
Distretti produttivi; Capitale sociale; economia istituzionale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/152071
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