La crescente mediatizzazione dell’esperienza, cui si può fare riferimento per descrivere la configurazione che essa tende ad assumere nella postmodernità, si colloca nel solco di quel processo di trasformazione delle forme della vita sociale che Simmel ha preconizzando descrivendo la modernità come “epoca del divenire perpetuo”. Oggi, le nostre possibilità di comunicare si sono enormemente dilatate e, al tempo stesso, proiettate in una dimensione sempre più “disincarnata” che, grazie alla mediazione tecnologica, non richiede come prerequisito indispensabile la compresenza fisica degli interlocutori nella stessa unità di tempo e di luogo. Il cambiamento di prospettiva, indotto dalla frequentazione di luoghi (territori mediali) e dall’utilizzo di strumenti (media digitali) differenti da quelli tradizionali (contesti locali – gesto e parola) apre una serie di interrogativi sul senso dell’azione comunicativa e, più in generale, sul nostro essere nel mondo. La profonda trasformazione dell’ambiente culturale, caratterizzato da forme di socializzazione orizzontale, da una ridefinizione delle logiche temporali, dalla sovraesposizione della comunicazione mediata nella vita individuale e sociale, dal prevalere della dimensione tattile ed emozionale, e dal protagonismo nell’appropriazione del sapere di forme di lettura brevi, intermittenti, nomadi, interpella le scienze dell’educazione, chiamate oggi a ridefinire la formazione della persona nel contesto della "media cultura" con la quale si trovano oggi a dover fare i conti.
Introduzione
GRECO, Giovannella
2009-01-01
Abstract
La crescente mediatizzazione dell’esperienza, cui si può fare riferimento per descrivere la configurazione che essa tende ad assumere nella postmodernità, si colloca nel solco di quel processo di trasformazione delle forme della vita sociale che Simmel ha preconizzando descrivendo la modernità come “epoca del divenire perpetuo”. Oggi, le nostre possibilità di comunicare si sono enormemente dilatate e, al tempo stesso, proiettate in una dimensione sempre più “disincarnata” che, grazie alla mediazione tecnologica, non richiede come prerequisito indispensabile la compresenza fisica degli interlocutori nella stessa unità di tempo e di luogo. Il cambiamento di prospettiva, indotto dalla frequentazione di luoghi (territori mediali) e dall’utilizzo di strumenti (media digitali) differenti da quelli tradizionali (contesti locali – gesto e parola) apre una serie di interrogativi sul senso dell’azione comunicativa e, più in generale, sul nostro essere nel mondo. La profonda trasformazione dell’ambiente culturale, caratterizzato da forme di socializzazione orizzontale, da una ridefinizione delle logiche temporali, dalla sovraesposizione della comunicazione mediata nella vita individuale e sociale, dal prevalere della dimensione tattile ed emozionale, e dal protagonismo nell’appropriazione del sapere di forme di lettura brevi, intermittenti, nomadi, interpella le scienze dell’educazione, chiamate oggi a ridefinire la formazione della persona nel contesto della "media cultura" con la quale si trovano oggi a dover fare i conti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.