Dopo l’annessione di Roma e del Lazio al Regno d’Italia, i nuovi amministratori si posero una questione di fondamentale importanza: la bonifica delle molte aree paludose dell’Agro romano. Il tema aveva un forte valore simbolico nell’opinione pubblica italiana e internazionale: con la denuncia delle malsane condizioni del circondario della ex capitale dello Stato Pontificio, la nuova classe dirigente postunitaria, che se caratterizzò per il suo prevalente spirito anticlericale, aveva l’occasione per dimostrare in un settore concreto e con immediata visibilità il ritardo del governo pontificio, incapace di risolvere una questione secolare, e la sua speculare efficienza al servizio della terza Roma. Il saggio, dopo aver delimitato l’ambito geografico oggetto di studio, illustra la sua evoluzione storica dal basso Medioevo in poi, con una speciale attenzione al dibattito che di avviò nel corso del Settecento. Ampio spazio è dedicato a ricostruire il dibattito e le iniziative legislative avviate dopo il 1870, che si articolarono nella creazione di una Commissione di studio per la bonifica dell’Agro romano (1870), la legge sull’alienazione dell’Asse ecclesiastico (1873), una prima (1878), una seconda (1883) e una terza legge (1903) sulla bonifica dell’Agro romano. L’azione dei governi, segnata dal compromesso tra il desiderio di raggiungere gli obiettivi del risanamento dell’Agro e la tutela degli interessi dei grandi proprietari, si caratterizzò per la mancanza di efficacia. Alcuni studiosi, al principio del XX secolo, individuarono proprio nell’inerzia dei proprietari, insieme alla insufficienza dei capitali a disposizione, la causa dell’incapacità di raggiungere gli obiettivi stabiliti.
La discusión sobre la Campagna Romana: una perspectiva a largo plazo (siglos XVI-XX)
SANSA, Renato
2017-01-01
Abstract
Dopo l’annessione di Roma e del Lazio al Regno d’Italia, i nuovi amministratori si posero una questione di fondamentale importanza: la bonifica delle molte aree paludose dell’Agro romano. Il tema aveva un forte valore simbolico nell’opinione pubblica italiana e internazionale: con la denuncia delle malsane condizioni del circondario della ex capitale dello Stato Pontificio, la nuova classe dirigente postunitaria, che se caratterizzò per il suo prevalente spirito anticlericale, aveva l’occasione per dimostrare in un settore concreto e con immediata visibilità il ritardo del governo pontificio, incapace di risolvere una questione secolare, e la sua speculare efficienza al servizio della terza Roma. Il saggio, dopo aver delimitato l’ambito geografico oggetto di studio, illustra la sua evoluzione storica dal basso Medioevo in poi, con una speciale attenzione al dibattito che di avviò nel corso del Settecento. Ampio spazio è dedicato a ricostruire il dibattito e le iniziative legislative avviate dopo il 1870, che si articolarono nella creazione di una Commissione di studio per la bonifica dell’Agro romano (1870), la legge sull’alienazione dell’Asse ecclesiastico (1873), una prima (1878), una seconda (1883) e una terza legge (1903) sulla bonifica dell’Agro romano. L’azione dei governi, segnata dal compromesso tra il desiderio di raggiungere gli obiettivi del risanamento dell’Agro e la tutela degli interessi dei grandi proprietari, si caratterizzò per la mancanza di efficacia. Alcuni studiosi, al principio del XX secolo, individuarono proprio nell’inerzia dei proprietari, insieme alla insufficienza dei capitali a disposizione, la causa dell’incapacità di raggiungere gli obiettivi stabiliti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.