Da un punto di vista giuridico, sicurezza e ordine sono indubbiamente riconducibili alla prevedibilità dell’agire che è una delle ragion d’essere più profonde dell’esistenza del diritto e uno degli elementi fondanti di un ordinamento giuridico. In un ordinamento costituzionale, il potere politico si configura quale garante della sicurezza collettiva e dell’ordine pubblico intesi quali precondizioni per l’esercizio di ogni altro diritto. Gli individui, di conseguenza, in nome dei principi dello Stato costituzionale di diritto, chiedono allo Stato e ai soggetti titolari di quote di potere politico di soddisfare tali bisogni, tali pretese contro i comportamenti di terzi che minaccino la propria sicurezza personale e quella collettiva, ma chiedono altresì garanzie che lo stesso potere politico non travalichi i limiti posti alla sua azione, ledendo in modo arbitrario la sicurezza degli individui. Il saggio vuole così analizzare innanzitutto gli istituti che nella Costituzione italiana sono posti a garanzia della c.d. sicurezza esterna e materiale e il problema sempre aperto relativo all’accezione ideale di sicurezza e di ordine pubblico verso il quale esistono non poche diffidenze e perplessità. In secondo luogo, la ricerca vuole interrogarsi sul rapporto tra sicurezza e pluralismo. L’affermazione, quantomeno nel mondo occidentale, dello forma di Stato di democrazia pluralista da un lato, consente di godere di tutti i diritti, le opportunità e le ricchezze che il pluralismo in tutte le sue dimensioni offre all’individuo ed alla collettività, dall’altro inevitabilmente porta con sé nuove tensioni nuovi rischi e nuove minacce che, oggi sempre di più, provengono da chi rifiuta alla radice il principio di tolleranza, pilastro fondamentali di un ordinamento pluralista, riconosciuto e garantito con diverse declinazioni e disposizioni normative nelle Costituzioni

Ordine pubblico e sicurezza nello Stato di democrazia pluralista

ALBINO, Luca
2016-01-01

Abstract

Da un punto di vista giuridico, sicurezza e ordine sono indubbiamente riconducibili alla prevedibilità dell’agire che è una delle ragion d’essere più profonde dell’esistenza del diritto e uno degli elementi fondanti di un ordinamento giuridico. In un ordinamento costituzionale, il potere politico si configura quale garante della sicurezza collettiva e dell’ordine pubblico intesi quali precondizioni per l’esercizio di ogni altro diritto. Gli individui, di conseguenza, in nome dei principi dello Stato costituzionale di diritto, chiedono allo Stato e ai soggetti titolari di quote di potere politico di soddisfare tali bisogni, tali pretese contro i comportamenti di terzi che minaccino la propria sicurezza personale e quella collettiva, ma chiedono altresì garanzie che lo stesso potere politico non travalichi i limiti posti alla sua azione, ledendo in modo arbitrario la sicurezza degli individui. Il saggio vuole così analizzare innanzitutto gli istituti che nella Costituzione italiana sono posti a garanzia della c.d. sicurezza esterna e materiale e il problema sempre aperto relativo all’accezione ideale di sicurezza e di ordine pubblico verso il quale esistono non poche diffidenze e perplessità. In secondo luogo, la ricerca vuole interrogarsi sul rapporto tra sicurezza e pluralismo. L’affermazione, quantomeno nel mondo occidentale, dello forma di Stato di democrazia pluralista da un lato, consente di godere di tutti i diritti, le opportunità e le ricchezze che il pluralismo in tutte le sue dimensioni offre all’individuo ed alla collettività, dall’altro inevitabilmente porta con sé nuove tensioni nuovi rischi e nuove minacce che, oggi sempre di più, provengono da chi rifiuta alla radice il principio di tolleranza, pilastro fondamentali di un ordinamento pluralista, riconosciuto e garantito con diverse declinazioni e disposizioni normative nelle Costituzioni
2016
9788813358631
Ordine pubblico; Sicurezza pubblica; Pluralismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/162229
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