Il contributo approfondisce alcuni aspetti della ricerca su "Violenza televisiva e minori", in corso presso l'Università della Calabria (PRIN 2000), focalizzando quattro nodi problematici che, opportunamente incrociati, possono dare senso e misura all'impatto della violenza televisiva sul pubblico dei minori calabresi. Il primo riguarda la socializzazione debole, priva di ethos e proposte educative, che caratterizza il sistema sociale. Il secondo riguarda la cultura mafiosa che, avendo un alto valore di notabilità, è enfatizzata dai media i quali rappresentano la Calabria, in modo stereotipato, come terra di 'ndrangheta, offrendo così una lettura molto approssimativa e superficiale della sua complessità. Il terzo riguarda la violenza televisiva che appare sempre più normalizzata, giustificata e stereotipata. Il quarto riguarda l'effetto di rafforzamento che la violenza televisiva può avere sulle condotte violente dei minori a rischio, piuttosto numerosi in Calabria, dove la microdelinquenza diffusa interessa un consistente numero di soggetti infraquattordicenni che, vivendo in condizioni di disagio economico e sociale, sono più esposti all'inserimento in consorterie delinquenziali. L'autrice auspica che la ricerca in corso possa far luce sui nessi tra i diversi ordini di discorso presi in considerazione.
Violenza televisiva e minori: riflessioni sull'esperienza calabrese
GRECO, Giovannella
2000-01-01
Abstract
Il contributo approfondisce alcuni aspetti della ricerca su "Violenza televisiva e minori", in corso presso l'Università della Calabria (PRIN 2000), focalizzando quattro nodi problematici che, opportunamente incrociati, possono dare senso e misura all'impatto della violenza televisiva sul pubblico dei minori calabresi. Il primo riguarda la socializzazione debole, priva di ethos e proposte educative, che caratterizza il sistema sociale. Il secondo riguarda la cultura mafiosa che, avendo un alto valore di notabilità, è enfatizzata dai media i quali rappresentano la Calabria, in modo stereotipato, come terra di 'ndrangheta, offrendo così una lettura molto approssimativa e superficiale della sua complessità. Il terzo riguarda la violenza televisiva che appare sempre più normalizzata, giustificata e stereotipata. Il quarto riguarda l'effetto di rafforzamento che la violenza televisiva può avere sulle condotte violente dei minori a rischio, piuttosto numerosi in Calabria, dove la microdelinquenza diffusa interessa un consistente numero di soggetti infraquattordicenni che, vivendo in condizioni di disagio economico e sociale, sono più esposti all'inserimento in consorterie delinquenziali. L'autrice auspica che la ricerca in corso possa far luce sui nessi tra i diversi ordini di discorso presi in considerazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.