Il lavoro consta di due parti complementari, volte a far luce sulle relazioni fra Ravenna e il Mezzogiorno d’Italia, inclusa la Sicilia, in epoca bizantina: la prima è dedicata a “Un agiotoponimo: Apollinara o Pollinara” e la seconda a “Tra V e VIII secolo”. Nella prima parte si collega l’agiotoponimo Apollinara, tuttora in uso per designare una località lungo il corso del fiume Coscile, con sant’Apollinare, il protovescovo di Ravenna, al quale risulta dedicata una chiesa lì ubicata e segnalata da importanti fonti greche o latine dei secc. XI e XII, tutte puntualmente esaminate (Vita di san Bartolomeo da Simeri; diplomi normanni relativi al monastero del Patir). Un luogo di culto, questo, verosimilmente indicativo di lontane eppur tenaci influenze ravennati, forse risalenti al periodo di preminenza dell’esarca sull’Italia bizantina e veicolate dalla traduzione greca della Passio latina di sant’Apolllinare. Nella seconda parte si delineano le relazioni di Ravenna, residenza degli imperatori romani d’Occidente e dei re goti prima e degli esarchi poi, con le aree meridionali. Vi viene richiamata, innanzi tutto, l’importanza della famiglia dei Cassiodori e soprattutto del loro esponente più noto, Cassiodoro Senatore. Quest’ultimo viene presentato come artefice di provvedimenti volti a introdurre, specialmente in Calabria, nella natìa Squillace o nel monastero di Vivario da lui fondato, modelli di studio e di vita religiosa mutuati da esperienze ravennati. Egli emulò il vescovo Massimiano di Ravenna, oltre che Vittore, vescovo di Capua, nel promuovere l’esegesi e l’edizione senza mende dei libri della Bibbia. Seppur scarse, le notizie pervenuteci consentono di lumeggiare la perdurante dipendenza delle aree meridionali da Ravenna anche nei secoli VII e VIII, come provano le sparse presenze patrimoniali della sede vescovile della città esarcale specialmente in Sicilia.

Ravenna e l'Italia meridionale e insulare

BURGARELLA, Filippo
2005-01-01

Abstract

Il lavoro consta di due parti complementari, volte a far luce sulle relazioni fra Ravenna e il Mezzogiorno d’Italia, inclusa la Sicilia, in epoca bizantina: la prima è dedicata a “Un agiotoponimo: Apollinara o Pollinara” e la seconda a “Tra V e VIII secolo”. Nella prima parte si collega l’agiotoponimo Apollinara, tuttora in uso per designare una località lungo il corso del fiume Coscile, con sant’Apollinare, il protovescovo di Ravenna, al quale risulta dedicata una chiesa lì ubicata e segnalata da importanti fonti greche o latine dei secc. XI e XII, tutte puntualmente esaminate (Vita di san Bartolomeo da Simeri; diplomi normanni relativi al monastero del Patir). Un luogo di culto, questo, verosimilmente indicativo di lontane eppur tenaci influenze ravennati, forse risalenti al periodo di preminenza dell’esarca sull’Italia bizantina e veicolate dalla traduzione greca della Passio latina di sant’Apolllinare. Nella seconda parte si delineano le relazioni di Ravenna, residenza degli imperatori romani d’Occidente e dei re goti prima e degli esarchi poi, con le aree meridionali. Vi viene richiamata, innanzi tutto, l’importanza della famiglia dei Cassiodori e soprattutto del loro esponente più noto, Cassiodoro Senatore. Quest’ultimo viene presentato come artefice di provvedimenti volti a introdurre, specialmente in Calabria, nella natìa Squillace o nel monastero di Vivario da lui fondato, modelli di studio e di vita religiosa mutuati da esperienze ravennati. Egli emulò il vescovo Massimiano di Ravenna, oltre che Vittore, vescovo di Capua, nel promuovere l’esegesi e l’edizione senza mende dei libri della Bibbia. Seppur scarse, le notizie pervenuteci consentono di lumeggiare la perdurante dipendenza delle aree meridionali da Ravenna anche nei secoli VII e VIII, come provano le sparse presenze patrimoniali della sede vescovile della città esarcale specialmente in Sicilia.
2005
8879881167
Bisanzio; Esarcato ; Ravenna
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