In questo saggio viene affrontato il tema della crisi dei partiti politici come canale di rappresentanza e di accesso alle cariche elettive nello scenario politico locale in seguito all’approvazione della legge di riforma elettorale dei comuni del 1993. Tale provvedimento legislativo, introducendo l’elezione diretta del sindaco e la nomina dei componenti della giunta, ha depotenziato il ruolo svolto dai consiglieri comunali. Il consiglio comunale risulta notevolmente indebolito sia come luogo della democrazia, sia come elemento di raccordo tra l’amministrazione e le organizzazioni partitiche territoriali. La perdita di rilevanza politica di questo tipo di assemblea e la scarsa connessione con i partiti hanno anche depotenziato la funzione del consiglio comunale come luogo nel quale si avvia la carriera politica dei giovani e si formano le nuove classi politiche. È stato incentivato un processo “professionalizzante” della partecipazione in seno al consiglio comunale, ma ciò non ha determinato maggiore qualità in quanto i compiti e le funzioni assegnate a questa struttura sono stati notevolmente ridotti. Queste caratteristiche della democrazia comunale nella “seconda repubblica” sono confermate dai dati di un’indagine sui giovani amministratori calabresi. Fra le altre cose, viene evidenziato come, per alcuni versi, è cresciuta la possibilità di accedere alla carica di consigliere comunale anche da parte dei giovani e, per altri versi, come le recenti trasformazioni hanno contribuito a creare maggiore distanza nel rapporto tra cittadini e istituzioni, ad indebolire la rappresentanza partitica, a peggiorare, nel complesso, la qualità della democrazia.

Depotenziamento dei nuovi Consigli comunali e giovani amministratori

DE LUCA, Roberto
2011-01-01

Abstract

In questo saggio viene affrontato il tema della crisi dei partiti politici come canale di rappresentanza e di accesso alle cariche elettive nello scenario politico locale in seguito all’approvazione della legge di riforma elettorale dei comuni del 1993. Tale provvedimento legislativo, introducendo l’elezione diretta del sindaco e la nomina dei componenti della giunta, ha depotenziato il ruolo svolto dai consiglieri comunali. Il consiglio comunale risulta notevolmente indebolito sia come luogo della democrazia, sia come elemento di raccordo tra l’amministrazione e le organizzazioni partitiche territoriali. La perdita di rilevanza politica di questo tipo di assemblea e la scarsa connessione con i partiti hanno anche depotenziato la funzione del consiglio comunale come luogo nel quale si avvia la carriera politica dei giovani e si formano le nuove classi politiche. È stato incentivato un processo “professionalizzante” della partecipazione in seno al consiglio comunale, ma ciò non ha determinato maggiore qualità in quanto i compiti e le funzioni assegnate a questa struttura sono stati notevolmente ridotti. Queste caratteristiche della democrazia comunale nella “seconda repubblica” sono confermate dai dati di un’indagine sui giovani amministratori calabresi. Fra le altre cose, viene evidenziato come, per alcuni versi, è cresciuta la possibilità di accedere alla carica di consigliere comunale anche da parte dei giovani e, per altri versi, come le recenti trasformazioni hanno contribuito a creare maggiore distanza nel rapporto tra cittadini e istituzioni, ad indebolire la rappresentanza partitica, a peggiorare, nel complesso, la qualità della democrazia.
2011
9788843062270
ceto politico; rappresentanza; giovani
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