Si tratta di uno studio approfondito sulla Novella, o legge, istitutiva della pretura di Sicilia sotto il regno di Giustiniano (Novella 75, de appellationibus Siciliae): uno studio condotto con raffronti dalle Novelle istitutive delle altre preture (Pisidia, Licaonia, Tracia). Dall'esame emerge le novità dell'istituzione, utile soprattutto a dar rilievo e forza al quaestor sacri palatii costantinopolitano, al quale l'isola, appena conquistata dall'esercito giustinianeo, veniva sottoposta almeno nelle questioni giudiziarie, mentre conservava il tradizionale legame fiscale con la prefettura del pretorio d'Italia per via della persistente subordinazione al comes patrimonii per Italiam. Il che costituisce una novità, dato che si è soliti ritenere che il comes risiedesse a Costantinopoli e non in Italia, ove invece la sua presenza è certa. L'istituzione della pretura di Sicilia è peraltro indicativa della preminenza allora spettante al questor sacri palatii rispetto al magister officiorum, messo in posizione di maggior risalto nelle interpretazioni correnti. Lo studio prosegue con l'esame di altre fonti, segnatamente dell'opera Sui mesi di Giovanni Lido e di testi agiografici e cronachistici (Vita di San Pancrazio di Taormina, Vita di San Leone di Catania, Liber pontificalis della Chiesa di Ravenna). Prosegue infatti con uno schizzo delle relazioni fra Sicilia e Calabria, colte nella loro complementarietà fin oltre l'VIII secolo.
Sicilia e Calabria fra tarda antichità e alto medioevo
BURGARELLA, Filippo
1999-01-01
Abstract
Si tratta di uno studio approfondito sulla Novella, o legge, istitutiva della pretura di Sicilia sotto il regno di Giustiniano (Novella 75, de appellationibus Siciliae): uno studio condotto con raffronti dalle Novelle istitutive delle altre preture (Pisidia, Licaonia, Tracia). Dall'esame emerge le novità dell'istituzione, utile soprattutto a dar rilievo e forza al quaestor sacri palatii costantinopolitano, al quale l'isola, appena conquistata dall'esercito giustinianeo, veniva sottoposta almeno nelle questioni giudiziarie, mentre conservava il tradizionale legame fiscale con la prefettura del pretorio d'Italia per via della persistente subordinazione al comes patrimonii per Italiam. Il che costituisce una novità, dato che si è soliti ritenere che il comes risiedesse a Costantinopoli e non in Italia, ove invece la sua presenza è certa. L'istituzione della pretura di Sicilia è peraltro indicativa della preminenza allora spettante al questor sacri palatii rispetto al magister officiorum, messo in posizione di maggior risalto nelle interpretazioni correnti. Lo studio prosegue con l'esame di altre fonti, segnatamente dell'opera Sui mesi di Giovanni Lido e di testi agiografici e cronachistici (Vita di San Pancrazio di Taormina, Vita di San Leone di Catania, Liber pontificalis della Chiesa di Ravenna). Prosegue infatti con uno schizzo delle relazioni fra Sicilia e Calabria, colte nella loro complementarietà fin oltre l'VIII secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.