L’analisi delle curve di ritenzione idrica tramite la geometria frattale si basa sulla definizione di modelli teorici che hanno come supporto fenomenologico lo schema geometrico noto come spugna di Menger. Tali modelli permettono di valutare in termini parametrici il processo di scala della ritenzione idrica, il quale può essere descritto attraverso lo scaling relativo sia alla componente prossima alla saturazione e sia alla parte prossima al drenaggio completo. I riscontri sperimentali hanno indicato che la natura della ritenzione idrica può essere descritta mediante un processo additivo, che tiene conto delle singole componenti che intervengono nel fenomeno dello scaling di ritenzione stesso, sia per alti che per bassi contenuti idrici. Questo aspetto risulta particolarmente evidente nelle applicazioni dirette dei modelli cosiddetti bifrattali, già estensione di quelli a scala unica (simple-scaling), i quali manifestano una complessa variabilità delle dimensioni frattali stimate con caratteristiche ben diverse da quelle limite del supporto euclideo. Ciò spinge a ritenere che il fenomeno della ritenzione idrica sia supportato geometricamente da un insieme di misure in intervalli di scaling diversi (multi-scaling) limite e/o intermedi. Quanto sopra esposto è stato verificato tramite una campagna sperimentale che ha utilizzato i dati ricavati su un’area ubicata in località Ponticelli (Napoli).
ANALISI FRATTALE DELLE CURVE DI RITENZIONE IDRICA: UN APPROCCIO MULTI-SCALING
Veltri M;FALLICO, Carmine;
2012-01-01
Abstract
L’analisi delle curve di ritenzione idrica tramite la geometria frattale si basa sulla definizione di modelli teorici che hanno come supporto fenomenologico lo schema geometrico noto come spugna di Menger. Tali modelli permettono di valutare in termini parametrici il processo di scala della ritenzione idrica, il quale può essere descritto attraverso lo scaling relativo sia alla componente prossima alla saturazione e sia alla parte prossima al drenaggio completo. I riscontri sperimentali hanno indicato che la natura della ritenzione idrica può essere descritta mediante un processo additivo, che tiene conto delle singole componenti che intervengono nel fenomeno dello scaling di ritenzione stesso, sia per alti che per bassi contenuti idrici. Questo aspetto risulta particolarmente evidente nelle applicazioni dirette dei modelli cosiddetti bifrattali, già estensione di quelli a scala unica (simple-scaling), i quali manifestano una complessa variabilità delle dimensioni frattali stimate con caratteristiche ben diverse da quelle limite del supporto euclideo. Ciò spinge a ritenere che il fenomeno della ritenzione idrica sia supportato geometricamente da un insieme di misure in intervalli di scaling diversi (multi-scaling) limite e/o intermedi. Quanto sopra esposto è stato verificato tramite una campagna sperimentale che ha utilizzato i dati ricavati su un’area ubicata in località Ponticelli (Napoli).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.