Il saggio ripercorre la vita e la carriera di una delle prime donne italiane che riuscì a vivere della sua professione di giornalista e scrittrice. Nata nel 1867 da una famiglia della borghesia commerciale livornese, Anna Franchi crebbe in un’atmosfera intensamente impregnata delle memorie risorgimentali. Sposata a soli sedici anni e con un matrimonio infelice si trovò ancora giovane a dover garantire una sopravvivenza dignitosa per sé e per i suoi tre figli senza rinunciare a quella che sentiva già essere la sua vocazione, la scrittura. Si trasferì da sola a Firenze, dove aveva già vissuto per qualche tempo con il marito e dove aveva già avuto modo di intrecciare relazioni negli ambienti artistici, lasciando i figli più grandi in collegio e il più piccolo con la madre. Una scelta di autonomia coraggiosa e non semplice, tanto più che non era accompagnata da alcuna prospettiva certa. Inizia così un percorso professionale intrapreso con tenacia e determinazione e che sarà la cifra fondamentale di tutta la sua vita. Anna Franchi è infatti prima di ogni altra cosa una scrittrice e una giornalista, una professionista. Tutte le altre qualificazioni (madre, militante, critica d'arte) cedono il passo rispetto a questa. Collabora con la casa editrice Salani e con diverse riviste sia con novelle che con articoli veri e propri. Negli anni di fine secolo esordisce in un’attività che poi avrebbe proseguito intensamente fino agli ultimi anni della sua vita: quella di conferenziera. Prezioso fu il rapporto con i Macchiaioli, che strinse con il trasferimento a Firenze. A partire dai primi anni del nuovo secolo l'attività della Franchi si spostò a Milano, vera capitale del giornalismo italiano. Poco dopo il suo arrivo nel capoluogo lombardo, oltretutto, Anna era stata accolta nell'Associazione dei giornalisti milanesi, seconda associata nella storia del sodalizio dopo Anna Kuliscioff, e unica frequentatrice donna. Il settore di maggior impegno di Anna Franchi è senz’altro quello della narrativa, l'esordio letterario della scrittrice è costituito, nel 1896, da una raccolta di novelle, Dulcia tristia; la penultima sua opera pubblicata, nel 1953 da Garzanti, è il romanzo Polvere del passato. Genere in cui la Franchi è molto attiva è la narrativa e la divulgazione per ragazzi, probabilmente quello cui arride maggior successo, sia di pubblico che presso gli editori: Livingstone attraverso l'Africa, pubblicato per la prima volta da Paravia nel 1924, conoscerà almeno sette edizioni e verrà ristampato fin dentro gli anni Cinquanta. Un interesse particolare rivestono gli scritti relativi alla questione femminile che è tra le tematiche sociali caratteristiche del proprio impegno socialista precedente al 1914, quella che coinvolge maggiormente la scrittrice livornese, con una preferenza particolare per il divorzio. Conseguentemente alla sua lunga parentesi “patriottico-interventista” la Franchi abbandonò le tematiche dell'emancipazione della donna per oltre un trentennio, riprendendole soltanto nel 1946 con Cose di ieri dette alle donne di oggi, edito presso Hoepli. Di particolare pregio è il suo carteggio, che ha il duplice pregio di mettere in evidenza una ricca rete di relazioni anche con personalità di primo piano della cultura nazionale e di costituire una testimonianza ricca e vivace, resa sempre da angolature esistenziali poco usuali, di passaggi storici cruciali della vita nazionale come il fervore politico dell’epoca giolittiana, la partecipazione alla Grande guerra, le condizioni di vita e di lavoro sotto il regime fascista e il ritorno alla democrazia.
Anna Franchi, appunti per una biografia
NOCE, Tiziana
2007-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre la vita e la carriera di una delle prime donne italiane che riuscì a vivere della sua professione di giornalista e scrittrice. Nata nel 1867 da una famiglia della borghesia commerciale livornese, Anna Franchi crebbe in un’atmosfera intensamente impregnata delle memorie risorgimentali. Sposata a soli sedici anni e con un matrimonio infelice si trovò ancora giovane a dover garantire una sopravvivenza dignitosa per sé e per i suoi tre figli senza rinunciare a quella che sentiva già essere la sua vocazione, la scrittura. Si trasferì da sola a Firenze, dove aveva già vissuto per qualche tempo con il marito e dove aveva già avuto modo di intrecciare relazioni negli ambienti artistici, lasciando i figli più grandi in collegio e il più piccolo con la madre. Una scelta di autonomia coraggiosa e non semplice, tanto più che non era accompagnata da alcuna prospettiva certa. Inizia così un percorso professionale intrapreso con tenacia e determinazione e che sarà la cifra fondamentale di tutta la sua vita. Anna Franchi è infatti prima di ogni altra cosa una scrittrice e una giornalista, una professionista. Tutte le altre qualificazioni (madre, militante, critica d'arte) cedono il passo rispetto a questa. Collabora con la casa editrice Salani e con diverse riviste sia con novelle che con articoli veri e propri. Negli anni di fine secolo esordisce in un’attività che poi avrebbe proseguito intensamente fino agli ultimi anni della sua vita: quella di conferenziera. Prezioso fu il rapporto con i Macchiaioli, che strinse con il trasferimento a Firenze. A partire dai primi anni del nuovo secolo l'attività della Franchi si spostò a Milano, vera capitale del giornalismo italiano. Poco dopo il suo arrivo nel capoluogo lombardo, oltretutto, Anna era stata accolta nell'Associazione dei giornalisti milanesi, seconda associata nella storia del sodalizio dopo Anna Kuliscioff, e unica frequentatrice donna. Il settore di maggior impegno di Anna Franchi è senz’altro quello della narrativa, l'esordio letterario della scrittrice è costituito, nel 1896, da una raccolta di novelle, Dulcia tristia; la penultima sua opera pubblicata, nel 1953 da Garzanti, è il romanzo Polvere del passato. Genere in cui la Franchi è molto attiva è la narrativa e la divulgazione per ragazzi, probabilmente quello cui arride maggior successo, sia di pubblico che presso gli editori: Livingstone attraverso l'Africa, pubblicato per la prima volta da Paravia nel 1924, conoscerà almeno sette edizioni e verrà ristampato fin dentro gli anni Cinquanta. Un interesse particolare rivestono gli scritti relativi alla questione femminile che è tra le tematiche sociali caratteristiche del proprio impegno socialista precedente al 1914, quella che coinvolge maggiormente la scrittrice livornese, con una preferenza particolare per il divorzio. Conseguentemente alla sua lunga parentesi “patriottico-interventista” la Franchi abbandonò le tematiche dell'emancipazione della donna per oltre un trentennio, riprendendole soltanto nel 1946 con Cose di ieri dette alle donne di oggi, edito presso Hoepli. Di particolare pregio è il suo carteggio, che ha il duplice pregio di mettere in evidenza una ricca rete di relazioni anche con personalità di primo piano della cultura nazionale e di costituire una testimonianza ricca e vivace, resa sempre da angolature esistenziali poco usuali, di passaggi storici cruciali della vita nazionale come il fervore politico dell’epoca giolittiana, la partecipazione alla Grande guerra, le condizioni di vita e di lavoro sotto il regime fascista e il ritorno alla democrazia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.