Nell’ambito degli studi che ruotano intorno al bilancio d’esercizio ed alla comunicazione economico-finanziaria d’impresa, negli ultimi anni hanno assunto un peso dominante in ambito internazionale gli studi di Financial Accounting di matrice nordamericana, principalmente in ragione del fatto che i journal, che si qualificano nelle posizioni più elevate dei ranking internazionali, sono promossi ed editi da università ed enti di ricerca nordamericani e promuovono, pertanto, il sistema dottrinale ivi imperante. Intorno a tali studi, o meglio all’opportunità di accogliere impostazioni scientifiche e metodologie di ricerca non sempre collimanti con quelle locali, accettando il rischio di aprirsi ad una profonda revisione del proprio bagaglio culturale ed epistemologico, si è aperto un dibattito scientifico tuttora in corso che vede due posizioni contrapposte:1. un arroccamento preconcetto su teorie e metodologie di ricerca riconosciute e validate nell’area culturale di appartenenza, ma solo moderatamente condivise dalla comunità scientifica internazionale;2. un’accettazione acritica di modelli stranieri, utilizzati perché portatori di paradigmi nuovi, sui quali basare articoli con una maggiore probabilità di essere accettati nei top journal .A parere di chi scrive, entrambe le posizioni sono da evitare: la prima, perché si traduce in una difesa ad oltranza del patrimonio di conoscenza delle discipline ragionieristiche italiane, posizione oggi non più sostenibile, alla luce dell’apertura degli studi italiani di Ragioneria al dibattito internazionale; la seconda, perché, assumendo in maniera acritica i riferimenti concettuali, le scelte epistemologiche, le metodologie con le quali sono condotte le ricerche internazionali, corre il rischio di abbandonare il bagaglio tecnico e culturale della Ragioneria di stampo classico.Il contributo che il capitolo vuole, pertanto, offrire al dibattito in atto è duplice. Il primo contributo è quello di aiutare gli studiosi a capire in maniera più approfondita le cause delle originarie impostazioni degli studi di Financial Accounting, nella convinzione che tale comprensione possa rivelarsi utile per gli studiosi italiani e per il progresso degli studi di Ragioneria. Il secondo contributo offerto dal lavoro è, invece, correlato all’esame di possibili impostazioni scientifiche alternative rispetto a quella dominante nel filone degli studi di Financial Accounting, elaborate alla luce delle critiche emerse nell’ambito dello stesso filone di studi.
GLI STUDI DI RAGIONERIA NEL DIBATTITO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE
Rubino F;VELTRI S
2017-01-01
Abstract
Nell’ambito degli studi che ruotano intorno al bilancio d’esercizio ed alla comunicazione economico-finanziaria d’impresa, negli ultimi anni hanno assunto un peso dominante in ambito internazionale gli studi di Financial Accounting di matrice nordamericana, principalmente in ragione del fatto che i journal, che si qualificano nelle posizioni più elevate dei ranking internazionali, sono promossi ed editi da università ed enti di ricerca nordamericani e promuovono, pertanto, il sistema dottrinale ivi imperante. Intorno a tali studi, o meglio all’opportunità di accogliere impostazioni scientifiche e metodologie di ricerca non sempre collimanti con quelle locali, accettando il rischio di aprirsi ad una profonda revisione del proprio bagaglio culturale ed epistemologico, si è aperto un dibattito scientifico tuttora in corso che vede due posizioni contrapposte:1. un arroccamento preconcetto su teorie e metodologie di ricerca riconosciute e validate nell’area culturale di appartenenza, ma solo moderatamente condivise dalla comunità scientifica internazionale;2. un’accettazione acritica di modelli stranieri, utilizzati perché portatori di paradigmi nuovi, sui quali basare articoli con una maggiore probabilità di essere accettati nei top journal .A parere di chi scrive, entrambe le posizioni sono da evitare: la prima, perché si traduce in una difesa ad oltranza del patrimonio di conoscenza delle discipline ragionieristiche italiane, posizione oggi non più sostenibile, alla luce dell’apertura degli studi italiani di Ragioneria al dibattito internazionale; la seconda, perché, assumendo in maniera acritica i riferimenti concettuali, le scelte epistemologiche, le metodologie con le quali sono condotte le ricerche internazionali, corre il rischio di abbandonare il bagaglio tecnico e culturale della Ragioneria di stampo classico.Il contributo che il capitolo vuole, pertanto, offrire al dibattito in atto è duplice. Il primo contributo è quello di aiutare gli studiosi a capire in maniera più approfondita le cause delle originarie impostazioni degli studi di Financial Accounting, nella convinzione che tale comprensione possa rivelarsi utile per gli studiosi italiani e per il progresso degli studi di Ragioneria. Il secondo contributo offerto dal lavoro è, invece, correlato all’esame di possibili impostazioni scientifiche alternative rispetto a quella dominante nel filone degli studi di Financial Accounting, elaborate alla luce delle critiche emerse nell’ambito dello stesso filone di studi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.