Con l'introduzione della terapia antiretrovirale (HAART) si è osservata una riduzionedell'incidenza dei tumori maligni che classicamente sono correlati all'AIDS, come ilsarcoma di Kaposi, il linfoma non-Hodgkin ed il cancro della cervice uterina, ma, altempo stesso, un aumento significativo delle neoplasie non correlate all'AIDS tra cuiil cancro al seno. Se in era pre-HAART il rischio di tumore al seno in pazienti HIV positive(HIV+) era inferiore rispetto alla popolazione generale, oggi l'incidenza di questaneoplasia è diventata molto simile tra le due popolazioni. Dati contrastanti sono presentiin letteratura circa l'aggressività del tumore al seno nei soggetti HIV+ rispettoalla popolazione HIV-, Uno studio recente mostra come nei soggetti HIV+ l'età d'insorgenzadel tumore al seno si sia notevolmente ridotta rispetto alla popolazione generalee la percentuale di soggetti con stadi più avanzati del tumore sia aumentatarispetto alla popolazione HIV- (Gomez A et al., Breast Cancer Res Treat, 2015). Laproteina di matrice di HIV-1 pi 7 (p17) è attivamente rilasciata dalle cellule infette e rilevabileanche nel plasma e nei tessuti di pazienti in HAART. Inoltre le nostre recentiricerche hanno dimostrato come alcune varianti di pi 7 (vpl 7) derivanti dal plasma dipazienti con linfoma non-Hodgkin, contrariamente alla proteina virale prototipo, derivantedal ceppo BH10 (refp17), siano caratterizzate da mutazioni ed inserzioni amminoacidichee mostrino attività linfomageniche, promuovendo la proliferazione e latrasformazione delle cellule B (Dolcetti R et al., Proc Nati Acad Sci USA, 2015). Abbiamoquindi confrontato l'attività biologica della refpl 7 con quella di tre vpl 7 (NHLalOI,NHL-a102, NHL-a105), su cellule di tumore mammario MDA-MB-231. Il saggiodi proliferazione ancoraggio-dipendente non mostrava alcuna differenza nell'attivitàdelle diverse vpl 7, mentre la crescita ancoraggio-indipendente, evidenziata attraversoil soft-agar assay, presentava un significativo incremento nelle MDA-MB-231 trattatecon le vpl 7 e un decremento altrettanto significativo nelle cellule trattate con refpl 7.Anche la motilità e l'invasività delle cellule aumentava sotto trattamento con le vpl 7come dimostrato con il saggio di wound-healing e di invasività. L'incremento dellaclonogenicità, della chemiotassi e dell'invasività nelle MDA-MB-231 trattate con leproteine di matrice dell'HIV-l è regolato dalla via di segnale intracellulareMAPK/ERK1/2 la cui fosforilazione risulta aumentata dal trattamento con vpl 7 rispettoa refpl 7. Nell'ambito del ruolo sempre più importante che sta assumendo ilmicroambiente nel promuovere e sostenere la crescita e l'invasività delle cellule tumorali,i nostri risultati, seppur preliminari, mostrano come alcune varianti della proteinadi matrice di HIV-1 possano contribuire alla progressione e alla metastatizzazionedel tumore al seno.
RUOLO DELLE VARIANTI DELLA PROTEINA DI MATRICE DI HIV-1 P17 SULLE CELLULE DI TUMORE MAMMARIO
GIORDANO F;BARONE I;ANDO' S;MARSICO, Stefania
2017-01-01
Abstract
Con l'introduzione della terapia antiretrovirale (HAART) si è osservata una riduzionedell'incidenza dei tumori maligni che classicamente sono correlati all'AIDS, come ilsarcoma di Kaposi, il linfoma non-Hodgkin ed il cancro della cervice uterina, ma, altempo stesso, un aumento significativo delle neoplasie non correlate all'AIDS tra cuiil cancro al seno. Se in era pre-HAART il rischio di tumore al seno in pazienti HIV positive(HIV+) era inferiore rispetto alla popolazione generale, oggi l'incidenza di questaneoplasia è diventata molto simile tra le due popolazioni. Dati contrastanti sono presentiin letteratura circa l'aggressività del tumore al seno nei soggetti HIV+ rispettoalla popolazione HIV-, Uno studio recente mostra come nei soggetti HIV+ l'età d'insorgenzadel tumore al seno si sia notevolmente ridotta rispetto alla popolazione generalee la percentuale di soggetti con stadi più avanzati del tumore sia aumentatarispetto alla popolazione HIV- (Gomez A et al., Breast Cancer Res Treat, 2015). Laproteina di matrice di HIV-1 pi 7 (p17) è attivamente rilasciata dalle cellule infette e rilevabileanche nel plasma e nei tessuti di pazienti in HAART. Inoltre le nostre recentiricerche hanno dimostrato come alcune varianti di pi 7 (vpl 7) derivanti dal plasma dipazienti con linfoma non-Hodgkin, contrariamente alla proteina virale prototipo, derivantedal ceppo BH10 (refp17), siano caratterizzate da mutazioni ed inserzioni amminoacidichee mostrino attività linfomageniche, promuovendo la proliferazione e latrasformazione delle cellule B (Dolcetti R et al., Proc Nati Acad Sci USA, 2015). Abbiamoquindi confrontato l'attività biologica della refpl 7 con quella di tre vpl 7 (NHLalOI,NHL-a102, NHL-a105), su cellule di tumore mammario MDA-MB-231. Il saggiodi proliferazione ancoraggio-dipendente non mostrava alcuna differenza nell'attivitàdelle diverse vpl 7, mentre la crescita ancoraggio-indipendente, evidenziata attraversoil soft-agar assay, presentava un significativo incremento nelle MDA-MB-231 trattatecon le vpl 7 e un decremento altrettanto significativo nelle cellule trattate con refpl 7.Anche la motilità e l'invasività delle cellule aumentava sotto trattamento con le vpl 7come dimostrato con il saggio di wound-healing e di invasività. L'incremento dellaclonogenicità, della chemiotassi e dell'invasività nelle MDA-MB-231 trattate con leproteine di matrice dell'HIV-l è regolato dalla via di segnale intracellulareMAPK/ERK1/2 la cui fosforilazione risulta aumentata dal trattamento con vpl 7 rispettoa refpl 7. Nell'ambito del ruolo sempre più importante che sta assumendo ilmicroambiente nel promuovere e sostenere la crescita e l'invasività delle cellule tumorali,i nostri risultati, seppur preliminari, mostrano come alcune varianti della proteinadi matrice di HIV-1 possano contribuire alla progressione e alla metastatizzazionedel tumore al seno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.