Riprendendo gli studi di Michael Plaisance, questo contributo mette a confronto la scrittura carnascialesca di due accademici fiorentini di metà Cinquecento le cui posizioni furono spesso in accesa polemica: Giovan Battista Gelli e Antonfrancesco Grazzini. L'A. si sofferma sul diverso uso delle metafore licenziose e in particolare sui componimenti che entrambi dedicarono alla simbologia dello specchio. Ne emerge una diagnosi ravvicinata e approfondita della scrittura gelliana, che dai 'Canti carnascialeschi' illumina anche i Dialoghi maggiori, 'La Circe' e i 'Capricci'.

Gelli "aspro e pensoso". Il tempo del comico e del paradosso

CASSIANI, Chiara
2014-01-01

Abstract

Riprendendo gli studi di Michael Plaisance, questo contributo mette a confronto la scrittura carnascialesca di due accademici fiorentini di metà Cinquecento le cui posizioni furono spesso in accesa polemica: Giovan Battista Gelli e Antonfrancesco Grazzini. L'A. si sofferma sul diverso uso delle metafore licenziose e in particolare sui componimenti che entrambi dedicarono alla simbologia dello specchio. Ne emerge una diagnosi ravvicinata e approfondita della scrittura gelliana, che dai 'Canti carnascialeschi' illumina anche i Dialoghi maggiori, 'La Circe' e i 'Capricci'.
2014
978-88-6372-607-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/167828
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