Il "Monitore Napoletano" può essere considerato l’organo di propaganda ufficiale della nuova monarchia napoleonica: ebbe una diffusione capillare, gestita dallo stesso governo, e una distribuzione garantita dall’obbligo di abbonamento imposto a tutte le autorità civili, militari, giudiziarie, amministrative ed ecclesiastiche dello stato. Ogni martedì e venerdì, elargiva un ampio ventaglio di informazioni, in una mescolanza di decreti appena legiferati, ragguagli sulle vittorie dell’armata napoleonica e notizie giunte dagli altri paesi dell’impero, il tutto inframmezzato da articoli culturali, da banali episodi di cronaca, da avvisi di concorsi o pignoramenti, da recensioni teatrali. La figura del sovrano emergeva, chiaramente, in tutta la sua maestosità, e il giornale volle appunto inaugurare la nuova stagione con il racconto dell’ingresso trionfale di Giuseppe, avvenuto qualche giorno prima.Il "Monitore Napoletano" cessò di esistere il 10 gennaio 1811; per decreto di Murat confluì, insieme al "Corriere di Napoli", nel nuovo "Monitore delle Due Sicilie", cadenzato da uscite giornaliere, tranne che per le festività domenicali. Se il Monitore, nonostante un’acclarata collusione con il potere, rappresenta ancora oggi una fonte insostituibile per l’analisi del decennio francese, il panorama offerto in quegli anni dalle riviste napoletane assume, invece, un significato di minore pregnanza, e manifesta, soprattutto, un disinteresse quasi totale nei confronti dell’ambiente artistico locale o nazionale e nei confronti di un dibattito culturale che altrove trovava ampio spazio sulle pagine delle più rinomate rassegne del tempo; a Napoli nessuna rivista può reggere il paragone, ad esempio, con le “Memorie enciclopediche romane sulle Belle Arti” che, in edizioni diverse, presentarono un’attenta visuale della produzione artistica elaborata in quegli anni a Roma. Qualche segnale del dibattito teorico del periodo arrivò nel regno attraverso il "Journal Français" . Stampato in città e composto da articoli selezionati dai più importanti giornali pubblicati in Francia, in Italia e in Inghilterra , «doveva rappresentare di per sé anche uno stimolo per i napoletani a seguire più da vicino la vita francese, perché ancor più si accostassero alla lingua, agli usi ed al costume d’oltralpe» .Il "Giornale Enciclopedico" fu sicuramente una delle riviste più interessanti dell’epoca. Modellato sui similari prototipi europei , il periodico dedicò uno spazio non marginale all’archeologia, riuscendo a offrire un’attenta visuale degli ultimi studi e delle novità emerse da Pompei. Un’attenzione che ben rifletteva il clima culturale generato dalla nuova stagione di scavi promossa e sostenuta da Carolina Murat. I periodici napoletani nel decennio francese riflettono perfettamente l’immagine di una società che avrebbe richiesto un periodo più lungo per compiere davvero una sostanziale evoluzione; quasi senza una linea di demarcazione e usando pressappoco le medesime parole, saranno pronti a festeggiare il ritorno di Ferdinando nel 1815.

Le riviste napoletane nel Decennio francese

Scognamiglio O.
2007-01-01

Abstract

Il "Monitore Napoletano" può essere considerato l’organo di propaganda ufficiale della nuova monarchia napoleonica: ebbe una diffusione capillare, gestita dallo stesso governo, e una distribuzione garantita dall’obbligo di abbonamento imposto a tutte le autorità civili, militari, giudiziarie, amministrative ed ecclesiastiche dello stato. Ogni martedì e venerdì, elargiva un ampio ventaglio di informazioni, in una mescolanza di decreti appena legiferati, ragguagli sulle vittorie dell’armata napoleonica e notizie giunte dagli altri paesi dell’impero, il tutto inframmezzato da articoli culturali, da banali episodi di cronaca, da avvisi di concorsi o pignoramenti, da recensioni teatrali. La figura del sovrano emergeva, chiaramente, in tutta la sua maestosità, e il giornale volle appunto inaugurare la nuova stagione con il racconto dell’ingresso trionfale di Giuseppe, avvenuto qualche giorno prima.Il "Monitore Napoletano" cessò di esistere il 10 gennaio 1811; per decreto di Murat confluì, insieme al "Corriere di Napoli", nel nuovo "Monitore delle Due Sicilie", cadenzato da uscite giornaliere, tranne che per le festività domenicali. Se il Monitore, nonostante un’acclarata collusione con il potere, rappresenta ancora oggi una fonte insostituibile per l’analisi del decennio francese, il panorama offerto in quegli anni dalle riviste napoletane assume, invece, un significato di minore pregnanza, e manifesta, soprattutto, un disinteresse quasi totale nei confronti dell’ambiente artistico locale o nazionale e nei confronti di un dibattito culturale che altrove trovava ampio spazio sulle pagine delle più rinomate rassegne del tempo; a Napoli nessuna rivista può reggere il paragone, ad esempio, con le “Memorie enciclopediche romane sulle Belle Arti” che, in edizioni diverse, presentarono un’attenta visuale della produzione artistica elaborata in quegli anni a Roma. Qualche segnale del dibattito teorico del periodo arrivò nel regno attraverso il "Journal Français" . Stampato in città e composto da articoli selezionati dai più importanti giornali pubblicati in Francia, in Italia e in Inghilterra , «doveva rappresentare di per sé anche uno stimolo per i napoletani a seguire più da vicino la vita francese, perché ancor più si accostassero alla lingua, agli usi ed al costume d’oltralpe» .Il "Giornale Enciclopedico" fu sicuramente una delle riviste più interessanti dell’epoca. Modellato sui similari prototipi europei , il periodico dedicò uno spazio non marginale all’archeologia, riuscendo a offrire un’attenta visuale degli ultimi studi e delle novità emerse da Pompei. Un’attenzione che ben rifletteva il clima culturale generato dalla nuova stagione di scavi promossa e sostenuta da Carolina Murat. I periodici napoletani nel decennio francese riflettono perfettamente l’immagine di una società che avrebbe richiesto un periodo più lungo per compiere davvero una sostanziale evoluzione; quasi senza una linea di demarcazione e usando pressappoco le medesime parole, saranno pronti a festeggiare il ritorno di Ferdinando nel 1815.
2007
978-88-343-1432-6
Letteratura artistica; Decennio francese; Riviste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/167890
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