Il saggio ripercorre e discute (alla luce del più ampio dibattito sulla memoria) la riflessione che Renate Siebert ha sviluppato riguardo ai processi di elaborazione del passato. Si tratta di una tematica che incrocia variamente i grandi fenomeni sui quali Siebert ha concentrato la sua attenzione, come ad esempio la violenza mafiosa e le varie forme di pregiudizio e di razzismo. Riprendendo la sua produzione in questo senso – si ricordano per tutti i saggi Una generazione di orfani (1997), La mafia, la morte e il ricordo (1995), Il razzismo. Il riconoscimento negato (2003), Islam e democrazia (2007) e Memoria e giustizia (2007) - viene messo in evidenza lo sguardo particolare che Siebert ha rivolto al lavorio (individuale e collettivo) della memoria. Questo sguardo risulta articolato in un originale intreccio tra la prospettiva critica di derivazione francofortese e l’attenzione per i processi psichici e psicosociali. Le categorie più ricorrenti della produzione sociologica di Siebert, e cioè quelle di genere, generazione, soggettività, corpo, quotidianità, cittadinanza, responsabilità, riconoscimento, critica sociale e giustizia, concorrono tutte, in un gioco dialettico, alla definizione di un’idea di memoria, di oblio e di elaborazione del lutto che si fa impegno civile che la studiosa mette in rilievo ed utilizza nel suo lavoro teorico ed empirico.
La memoria tra soggettività, critica sociale e giustizia
GRANDE, Teresa
2012-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre e discute (alla luce del più ampio dibattito sulla memoria) la riflessione che Renate Siebert ha sviluppato riguardo ai processi di elaborazione del passato. Si tratta di una tematica che incrocia variamente i grandi fenomeni sui quali Siebert ha concentrato la sua attenzione, come ad esempio la violenza mafiosa e le varie forme di pregiudizio e di razzismo. Riprendendo la sua produzione in questo senso – si ricordano per tutti i saggi Una generazione di orfani (1997), La mafia, la morte e il ricordo (1995), Il razzismo. Il riconoscimento negato (2003), Islam e democrazia (2007) e Memoria e giustizia (2007) - viene messo in evidenza lo sguardo particolare che Siebert ha rivolto al lavorio (individuale e collettivo) della memoria. Questo sguardo risulta articolato in un originale intreccio tra la prospettiva critica di derivazione francofortese e l’attenzione per i processi psichici e psicosociali. Le categorie più ricorrenti della produzione sociologica di Siebert, e cioè quelle di genere, generazione, soggettività, corpo, quotidianità, cittadinanza, responsabilità, riconoscimento, critica sociale e giustizia, concorrono tutte, in un gioco dialettico, alla definizione di un’idea di memoria, di oblio e di elaborazione del lutto che si fa impegno civile che la studiosa mette in rilievo ed utilizza nel suo lavoro teorico ed empirico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.