“I giovani e la notte” fa venire in mente tante cose: perché i giovani vivano emozioni estreme solo di notte, e in tal caso bisognerebbe interrogarsi su cosa intendano i giovani per “emozioni estreme”, perché ci sia la tendenza, oggi, a confondere la dimensione notturna con quella del giorno, come se i giovani fossero diventati degli “animali notturni” in grado di “sentire” la vita solo in assenza di luce. In tale senso la notte intesa come metafora di un sé che si libera, come in un sogno, dal giogo della razionalità, della moralità e dell’etica per vivere la liberazione degli istinti ma anche la notte come metafora di un buio interiore, un disagio esistenziale che inaridisce i sentimenti e si caratterizza sempre più come “vuoto emozionale”. C’è, forse, un comune denominatore che muove queste dimensioni, un filo rosso che accomuna “la notte”: il vivere la dimensione temporale come una sorta di eterno presente o meglio un presente collassato su se stesso perché quello che viene a mancare oggi nell’universo giovanile, è la capacità di vivere il futuro come progettualità.Come educare, allora, in una società che teme il futuro e ne vede aggravate le manifestazioni più forti nei termini di disagio psico-sociale, adolescenza prolungata e violenza? Maurizio Mancuso in Le frecce dell’eroe. Le figure mitiche della giovinezza da Dioniso alla pubblicità dei jeans si propone di risvegliare e dischiudere il segreto custodito in fondo al cuore dei giovani, distanziandosi sia dalla prospettiva psicologica che vede la giovinezza come una età di transito e perciò difficile, complessa, incerta, e sia dallaprospettiva sociologica che, invece, concentra la maggior parte dell’attenzione sui fenomeni della devianza. In tale senso, la prima immagine sulla quale riflettere è quella dell’espansività, ossia della pienezza della vita; espansività vuole significare anche potenza che trova linfa vitale nello spirito dei giovani, nel loro sfidare romanticamente tutti gli elementi della vita . Tutto questo è anche un modo per dire ai giovani che la loro età non deve essere considerata solo un “transito”; il futuro è ben delineato nel presente giovanile. Se tale presente appare oggi come difficile, afflitto dalla notte dell’anima, è solo perché gli adulti ormai rassegnati, hanno offeso il segreto della giovinezza, ovvero quell’apparato simbolico nel quale sono già descritte le immagini del futuro che solo la pigrizia mentale degli adulti impedisce di leggere.

I giovani e la notte. Riflessioni pedagogiche

PERFETTI, Simona
2011-01-01

Abstract

“I giovani e la notte” fa venire in mente tante cose: perché i giovani vivano emozioni estreme solo di notte, e in tal caso bisognerebbe interrogarsi su cosa intendano i giovani per “emozioni estreme”, perché ci sia la tendenza, oggi, a confondere la dimensione notturna con quella del giorno, come se i giovani fossero diventati degli “animali notturni” in grado di “sentire” la vita solo in assenza di luce. In tale senso la notte intesa come metafora di un sé che si libera, come in un sogno, dal giogo della razionalità, della moralità e dell’etica per vivere la liberazione degli istinti ma anche la notte come metafora di un buio interiore, un disagio esistenziale che inaridisce i sentimenti e si caratterizza sempre più come “vuoto emozionale”. C’è, forse, un comune denominatore che muove queste dimensioni, un filo rosso che accomuna “la notte”: il vivere la dimensione temporale come una sorta di eterno presente o meglio un presente collassato su se stesso perché quello che viene a mancare oggi nell’universo giovanile, è la capacità di vivere il futuro come progettualità.Come educare, allora, in una società che teme il futuro e ne vede aggravate le manifestazioni più forti nei termini di disagio psico-sociale, adolescenza prolungata e violenza? Maurizio Mancuso in Le frecce dell’eroe. Le figure mitiche della giovinezza da Dioniso alla pubblicità dei jeans si propone di risvegliare e dischiudere il segreto custodito in fondo al cuore dei giovani, distanziandosi sia dalla prospettiva psicologica che vede la giovinezza come una età di transito e perciò difficile, complessa, incerta, e sia dallaprospettiva sociologica che, invece, concentra la maggior parte dell’attenzione sui fenomeni della devianza. In tale senso, la prima immagine sulla quale riflettere è quella dell’espansività, ossia della pienezza della vita; espansività vuole significare anche potenza che trova linfa vitale nello spirito dei giovani, nel loro sfidare romanticamente tutti gli elementi della vita . Tutto questo è anche un modo per dire ai giovani che la loro età non deve essere considerata solo un “transito”; il futuro è ben delineato nel presente giovanile. Se tale presente appare oggi come difficile, afflitto dalla notte dell’anima, è solo perché gli adulti ormai rassegnati, hanno offeso il segreto della giovinezza, ovvero quell’apparato simbolico nel quale sono già descritte le immagini del futuro che solo la pigrizia mentale degli adulti impedisce di leggere.
2011
9788886100847
giovani; formazione; comunicazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/169278
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