Ogni ordinamento che articola il potere politico su più livelli di governo deve definire il modello di relazioni Centro-Periferia che definisca i circuiti normativi, amministrativi e finanziari lungo i quali si snoda quello che può essere definito il rapporto dialettico uniformità-differenziazione. Tale rapporto si fonda sull’esistenza di una pluralità di interessi che trovano la propria allocazione al livello centrale statale e ai livelli delle autonomie regionali e locali; tali interessi devono tuttavia trovare, nelle singole fattispecie, un punto di ragionevole bilanciamento, coerente con quelle decisioni fondamentali alle quali si accennava e che si ritrovano, nella forma delle disposizioni normative, in atti di livello costituzionale con i quali, appunto, un ordinamento si costituisce e si dà una propria unità e una propria identità. Il saggio analizza alcuni profili del nostro modello di relazioni interordinamentali, tenendo conto del fatto che il problema del variabile livello degli interessi non si esaurisce nell’identificazione dei confini oltre i quali i poteri costituiti non possono andare. Esso è soprattutto un problema di identificazione, nelle singole fattispecie, dei rispettivi spazi di competenza e, soprattutto, dei circuiti di collegamento tra i diversi livelli di governo. Tutto ciò comporta, in altri termini, operazioni di bilanciamento tra interessi unitari ed interessi differenziati le quali vanno valutate in termini di ragionevolezza rispetto ai principi costituzionali di riferimento. In modo particolare vengono analizzati una serie di profili della recente legislazione che ha dato inizio al processo di attuazione dell’art.119 Cost., con specifico riferimento al parametro dell’unità della Repubblica quale risultante del rapporto dialettico uniformità-differenziazione.

L'unità della Repubblica e il ragionevole bilanciamento tra uniformità e differenziazione nell'attuazione dell'art. 119 della Costituzione

ALBINO, Luca
2009-01-01

Abstract

Ogni ordinamento che articola il potere politico su più livelli di governo deve definire il modello di relazioni Centro-Periferia che definisca i circuiti normativi, amministrativi e finanziari lungo i quali si snoda quello che può essere definito il rapporto dialettico uniformità-differenziazione. Tale rapporto si fonda sull’esistenza di una pluralità di interessi che trovano la propria allocazione al livello centrale statale e ai livelli delle autonomie regionali e locali; tali interessi devono tuttavia trovare, nelle singole fattispecie, un punto di ragionevole bilanciamento, coerente con quelle decisioni fondamentali alle quali si accennava e che si ritrovano, nella forma delle disposizioni normative, in atti di livello costituzionale con i quali, appunto, un ordinamento si costituisce e si dà una propria unità e una propria identità. Il saggio analizza alcuni profili del nostro modello di relazioni interordinamentali, tenendo conto del fatto che il problema del variabile livello degli interessi non si esaurisce nell’identificazione dei confini oltre i quali i poteri costituiti non possono andare. Esso è soprattutto un problema di identificazione, nelle singole fattispecie, dei rispettivi spazi di competenza e, soprattutto, dei circuiti di collegamento tra i diversi livelli di governo. Tutto ciò comporta, in altri termini, operazioni di bilanciamento tra interessi unitari ed interessi differenziati le quali vanno valutate in termini di ragionevolezza rispetto ai principi costituzionali di riferimento. In modo particolare vengono analizzati una serie di profili della recente legislazione che ha dato inizio al processo di attuazione dell’art.119 Cost., con specifico riferimento al parametro dell’unità della Repubblica quale risultante del rapporto dialettico uniformità-differenziazione.
2009
9788854827820
FEDERALISMO FISCALE; AUTONOMIA FINANZIARIA REGIONI
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