Riflettere su una tematica quale l’educazione e la cinematografia almodovariana non è un’impresa facile. Pedro Almodòvar appartiene sicuramente alla schiera dei grandi maestri del cinema mondiale pur distanziandosene per una serie di motivi apparentemente anti-cinematografici. Innanzitutto prende le distanze dai grandi classici del cinema per struttura; non è un intellettuale, è figlio di un mulattiere della Mancia che ha imparato il cinema da solo. Ha un personalissimo modo di vedere e vivere le cose del mondo, un modo che si potrebbe definire sofferto, patico, colorato, assurdo ed emotivo allo stesso tempoAlmodòvar, inoltre, a partire dagli eccessi degli esordi fino alle opere della maturità, si è mantenuto fedele alle sue radici culturali e ai suoi personaggi, alle sue creature: gli emarginati nel senso più articolato e drammaticamente vario del termineSe, dunque, la riflessione sulla marginalità è sempre stata animata dalla violenta dialettica tra coloro i quali si pongono al “centro” della vita sociale e chi, invece, viene sospinto ai “margini” a causa di una mancata comprensione della complessa fenomenologia della categoria della differenza, la marginalità almodovariana fa della differenza la condizione dell’unicità dell’esistenza umana
NEL NOME DELLA MADRE. MARGINALITà E DIFFERENZA NEL CINEMA DI PEDRO ALMòDOVAR
PERFETTI, Simona
2012-01-01
Abstract
Riflettere su una tematica quale l’educazione e la cinematografia almodovariana non è un’impresa facile. Pedro Almodòvar appartiene sicuramente alla schiera dei grandi maestri del cinema mondiale pur distanziandosene per una serie di motivi apparentemente anti-cinematografici. Innanzitutto prende le distanze dai grandi classici del cinema per struttura; non è un intellettuale, è figlio di un mulattiere della Mancia che ha imparato il cinema da solo. Ha un personalissimo modo di vedere e vivere le cose del mondo, un modo che si potrebbe definire sofferto, patico, colorato, assurdo ed emotivo allo stesso tempoAlmodòvar, inoltre, a partire dagli eccessi degli esordi fino alle opere della maturità, si è mantenuto fedele alle sue radici culturali e ai suoi personaggi, alle sue creature: gli emarginati nel senso più articolato e drammaticamente vario del termineSe, dunque, la riflessione sulla marginalità è sempre stata animata dalla violenta dialettica tra coloro i quali si pongono al “centro” della vita sociale e chi, invece, viene sospinto ai “margini” a causa di una mancata comprensione della complessa fenomenologia della categoria della differenza, la marginalità almodovariana fa della differenza la condizione dell’unicità dell’esistenza umanaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.