L’Europa da diversi secoli vive oramai un processo di pluralizzazione e frammentazione che se un tempo erano stati forieri della formazione di un’identità europea oggi, invece, hanno messo in moto un processo di diversificazione, il cui risultato è l’esasperazione delle diversità. Diversità che diviene un prezioso elemento di «arricchimento reciproco nelle relazioni tra individui che merita di essere salvaguardato». Il voler identificare solo il cittadino come soggetto di diritto significa, di fatto, «occultare, ignorare, soffocare la reale identità di ciascun individuo», trasformando lo straniero in un uomo che nessuno vede pur se portatore di interessi, bisogni ed esigenze concrete. Ciò, in parte è dovuto ai grandi flussi migratori che da qualche decennio investono l’intera Europa rendendo sempre più complessa la convivenza multietnica e multiculturale. Una convivenza, quest’ultima, che sotto il profilo meramente giuridico-istituzionale, gli stati europei non sono ancora del tutto pronti a fronteggiare, in quanto il diritto europeo mal si presta a districare l’ingarbugliata matassa che è la società pluralistica in cui viviamo. In questo senso, nelle nostre società multiculturali o plurietniche è necessario che avvenga una «evoluzione dell’ordinamento giuridico» che abbia come obiettivo principale l’integrazione e la convivenza, fermo restando, però il rispetto della diversità. Ma perché tutto ciò sia possibile in tempi brevi è necessario formare i futuri cittadini, pertanto è responsabilità della politica mettere in atto tutte quelle azioni che vadano nella direzione di una “nuova educazione alla cittadinanza” di tutti nei confronti di tutti.
Educare alla cittadinanza nelle società multietniche
HELZEL, Paola Barbara
2010-01-01
Abstract
L’Europa da diversi secoli vive oramai un processo di pluralizzazione e frammentazione che se un tempo erano stati forieri della formazione di un’identità europea oggi, invece, hanno messo in moto un processo di diversificazione, il cui risultato è l’esasperazione delle diversità. Diversità che diviene un prezioso elemento di «arricchimento reciproco nelle relazioni tra individui che merita di essere salvaguardato». Il voler identificare solo il cittadino come soggetto di diritto significa, di fatto, «occultare, ignorare, soffocare la reale identità di ciascun individuo», trasformando lo straniero in un uomo che nessuno vede pur se portatore di interessi, bisogni ed esigenze concrete. Ciò, in parte è dovuto ai grandi flussi migratori che da qualche decennio investono l’intera Europa rendendo sempre più complessa la convivenza multietnica e multiculturale. Una convivenza, quest’ultima, che sotto il profilo meramente giuridico-istituzionale, gli stati europei non sono ancora del tutto pronti a fronteggiare, in quanto il diritto europeo mal si presta a districare l’ingarbugliata matassa che è la società pluralistica in cui viviamo. In questo senso, nelle nostre società multiculturali o plurietniche è necessario che avvenga una «evoluzione dell’ordinamento giuridico» che abbia come obiettivo principale l’integrazione e la convivenza, fermo restando, però il rispetto della diversità. Ma perché tutto ciò sia possibile in tempi brevi è necessario formare i futuri cittadini, pertanto è responsabilità della politica mettere in atto tutte quelle azioni che vadano nella direzione di una “nuova educazione alla cittadinanza” di tutti nei confronti di tutti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.