Il saggio ricostruisce le fortune, nell’immaginario calabrese contemporaneo di Alarico, che dovrebbe essere ricordato come “il depredatore del Pantheon e il distruttore di Roma”, come ci ricorda Dumas nel saggio, e invece finisce per assurgere al ruolo paradossale di eroe locale. Ci si chiede come sia possibile che a invasori come il “barbaro” Alarico o gli ottomani Dragut e Uccialì si intestino in Calabria alberghi, associazioni e piazze, e si erigano statue in loro ricordo? La risposta a questa complessa domanda è individuata dall’autore nella reazione localistica al timore dell’omologazione globale, condotta da un ceto dirigente che non ha una sufficiente dimestichezza con la storia e che si aggrappa, in modo sostanzialmente casuale, a nomi altisonanti senza aver ben chiaro quel che hanno rappresentato in passato in termini di oppressione e sfruttamento.
Alarico e la piccola borghesia
SANGINETO, ANTONIO
2009-01-01
Abstract
Il saggio ricostruisce le fortune, nell’immaginario calabrese contemporaneo di Alarico, che dovrebbe essere ricordato come “il depredatore del Pantheon e il distruttore di Roma”, come ci ricorda Dumas nel saggio, e invece finisce per assurgere al ruolo paradossale di eroe locale. Ci si chiede come sia possibile che a invasori come il “barbaro” Alarico o gli ottomani Dragut e Uccialì si intestino in Calabria alberghi, associazioni e piazze, e si erigano statue in loro ricordo? La risposta a questa complessa domanda è individuata dall’autore nella reazione localistica al timore dell’omologazione globale, condotta da un ceto dirigente che non ha una sufficiente dimestichezza con la storia e che si aggrappa, in modo sostanzialmente casuale, a nomi altisonanti senza aver ben chiaro quel che hanno rappresentato in passato in termini di oppressione e sfruttamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.