Quale può essere, realmente, l’impatto dell’antropizzazione nel mondo moderno? Veramente l’uomo potrebbe essere in grado, attraverso la sua azione, di modificare la naturale evoluzione del Pianeta? Siamo all’interno di un’era in cui la temperatura della Terra tende naturalmente ad aumentare, viceversa, è effettivamente l’uomo in grado di modificare le condizioni meteorologiche dell’intero globo, con il suo comportamento? Certo, appare perlomeno suggestivo immaginare che l’azione dell’uomo possa interferire sulle vicende di un Pianeta che, da milioni di anni, vive alternate vicende di ere glaciali e successivi riscaldamenti, al punto da modificarne irrimediabilmente la sua struttura ed anche la sua composizione, ma, assodato, la risposta a questi quesiti non è a portata di mano di quest’epoca, ne tanto meno del nostro attuale livello di tecnologia. Probabilmente, il tanto paventato surriscaldamento del Pianeta, fa solo parte di un ciclo di evoluzione del nostro sistema solare e nulla potrebbe l’uomo, con la sua piccola azione, contro l’immensità delle dimensioni di un evento di questa portata. Probabilmente. In ogni caso resta l’evidenza che, considerando il livello attuale di conoscenze tecnologiche di cui disponiamo, il baratro malthusiano appare quanto mai attuale, ed il dibattito internazionale non può prescindere dal fare adeguate considerazioni su una problematica quanto mai ricorrente, tanto più se si considera che il livello di “sfruttamento” del nostro Pianeta ha subito nell’ultimo paio di secoli un’impennata straordinaria, fuori dalla portata di qualunque scala temporale pregressa. Per milioni di anni, infatti, il nostro Pianeta “ospitante” ha vissuto una sorta di tranquillità strutturale dal punto di vista delle risorse messe in campo per consentire la sopravvivenza del genere umano (e di tutte le specie viventi sulla terra), tanto più che i pochi abitanti che vi si sono succeduti nel corso dei millenni avevano sempre mantenuto un livello di utilizzazione delle risorse veramente irrisorio, poi, quasi per incanto, a seguito della prima grande rivoluzione industriale, gli “ospiti” hanno cominciato a crescere, in maniera esponenziale e, come se non bastasse, hanno cominciato a consumare risorse, pro-capite, in maniera altrettanto consistente, oltre che rapida.

Antropizzazione ed impatto demografico. Nuovi modelli di sviluppo del territorio.

IAQUINTA, Pietro
2013-01-01

Abstract

Quale può essere, realmente, l’impatto dell’antropizzazione nel mondo moderno? Veramente l’uomo potrebbe essere in grado, attraverso la sua azione, di modificare la naturale evoluzione del Pianeta? Siamo all’interno di un’era in cui la temperatura della Terra tende naturalmente ad aumentare, viceversa, è effettivamente l’uomo in grado di modificare le condizioni meteorologiche dell’intero globo, con il suo comportamento? Certo, appare perlomeno suggestivo immaginare che l’azione dell’uomo possa interferire sulle vicende di un Pianeta che, da milioni di anni, vive alternate vicende di ere glaciali e successivi riscaldamenti, al punto da modificarne irrimediabilmente la sua struttura ed anche la sua composizione, ma, assodato, la risposta a questi quesiti non è a portata di mano di quest’epoca, ne tanto meno del nostro attuale livello di tecnologia. Probabilmente, il tanto paventato surriscaldamento del Pianeta, fa solo parte di un ciclo di evoluzione del nostro sistema solare e nulla potrebbe l’uomo, con la sua piccola azione, contro l’immensità delle dimensioni di un evento di questa portata. Probabilmente. In ogni caso resta l’evidenza che, considerando il livello attuale di conoscenze tecnologiche di cui disponiamo, il baratro malthusiano appare quanto mai attuale, ed il dibattito internazionale non può prescindere dal fare adeguate considerazioni su una problematica quanto mai ricorrente, tanto più se si considera che il livello di “sfruttamento” del nostro Pianeta ha subito nell’ultimo paio di secoli un’impennata straordinaria, fuori dalla portata di qualunque scala temporale pregressa. Per milioni di anni, infatti, il nostro Pianeta “ospitante” ha vissuto una sorta di tranquillità strutturale dal punto di vista delle risorse messe in campo per consentire la sopravvivenza del genere umano (e di tutte le specie viventi sulla terra), tanto più che i pochi abitanti che vi si sono succeduti nel corso dei millenni avevano sempre mantenuto un livello di utilizzazione delle risorse veramente irrisorio, poi, quasi per incanto, a seguito della prima grande rivoluzione industriale, gli “ospiti” hanno cominciato a crescere, in maniera esponenziale e, come se non bastasse, hanno cominciato a consumare risorse, pro-capite, in maniera altrettanto consistente, oltre che rapida.
2013
978-88-13-32900-6
Antropizzazione; Territorio; Demografia; Sviluppo; Consumo del Territorio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/172951
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