In questo capitolo sono racchiusi i risultati di un'indagine diretta su 60 imprese manifatturiere della provincia di Cosenza, nella quale vengono individuati i principali vincoli imprenditoriali, innovativi, produttivi e finanziari che le imprese locali affrontano. Il lavoro mette in evidenza il ruolo limitato e limitante che l'ambiente ha sulla dinamicità delle imprese locali e sulla formazione di nuove imprese. Esistono limiti molto forti determinati dalle attuali competenze delle aree di sviluppo industriale, dalla scarsa presenza di forti istituzioni locali e dalle nuove esigenze che le nuove tecnologie e la nuova organizzazione delle produzione impongono alle imprese per nascere e sopravvivere. Nell'analisi di Infante, sulla base delle risposte date dagli intervistati, si sostiene che occorre intervenire sui meccanismi che formano la struttura informativa delle imprese per avviare un processo evolutivo di tipo lamarckiano nel quale l'interazione tra le dotazioni iniziali delle imprese e le nuove conoscenze provenienti dall'ambiente esterno e da processi di apprendimento interno comporti la modificazione delle routine di comportamento delle imprese e dell'ambiente nel suo complesso. I risultati empirici emersi dall'indagine indicano, anche, che i caratteri "strutturali" dell'impresa (produzione, tecnologie e settore industriale) sono determinanti per i comportamenti innovativi delle imprese. Sulla base dei risultati della parte di indagine riferita agli imprenditori, Infante sostiene che alcuni imprenditori si dimostrano agenti attivi e 'vedono' l'ambiente esterno alla fabbrica come un limite/potenzialità per la sopravvivenza e lo sviluppo della loro impresa. Ed in tal senso richiedono interventi di altri agenti attivi sul territorio a cominciare dall'area di sviluppo industriale. Molti altri imprenditori, invece, si mostrano agenti passivi. Per loro l'impresa si ferma ai cancelli della propria fabbrica e vedono l'intervento di altri agenti come un elemento di disturbo alla propria attività produttiva. E' un atteggiamento che trova le sue ragioni su un'esperienza accumulata in una realtà che ha visto fallire anche imprese produttivamente valide. Spesso, si è assistito ad un processo di "selezione avversa" che ha visto emergere l'imprenditore meno innovativo e preparato, ma con più legami con il mondo politico e finanziario.
Imprese ed imprenditori: un'indagine diretta su un campione della provincia di Cosenza
INFANTE, Davide
1995-01-01
Abstract
In questo capitolo sono racchiusi i risultati di un'indagine diretta su 60 imprese manifatturiere della provincia di Cosenza, nella quale vengono individuati i principali vincoli imprenditoriali, innovativi, produttivi e finanziari che le imprese locali affrontano. Il lavoro mette in evidenza il ruolo limitato e limitante che l'ambiente ha sulla dinamicità delle imprese locali e sulla formazione di nuove imprese. Esistono limiti molto forti determinati dalle attuali competenze delle aree di sviluppo industriale, dalla scarsa presenza di forti istituzioni locali e dalle nuove esigenze che le nuove tecnologie e la nuova organizzazione delle produzione impongono alle imprese per nascere e sopravvivere. Nell'analisi di Infante, sulla base delle risposte date dagli intervistati, si sostiene che occorre intervenire sui meccanismi che formano la struttura informativa delle imprese per avviare un processo evolutivo di tipo lamarckiano nel quale l'interazione tra le dotazioni iniziali delle imprese e le nuove conoscenze provenienti dall'ambiente esterno e da processi di apprendimento interno comporti la modificazione delle routine di comportamento delle imprese e dell'ambiente nel suo complesso. I risultati empirici emersi dall'indagine indicano, anche, che i caratteri "strutturali" dell'impresa (produzione, tecnologie e settore industriale) sono determinanti per i comportamenti innovativi delle imprese. Sulla base dei risultati della parte di indagine riferita agli imprenditori, Infante sostiene che alcuni imprenditori si dimostrano agenti attivi e 'vedono' l'ambiente esterno alla fabbrica come un limite/potenzialità per la sopravvivenza e lo sviluppo della loro impresa. Ed in tal senso richiedono interventi di altri agenti attivi sul territorio a cominciare dall'area di sviluppo industriale. Molti altri imprenditori, invece, si mostrano agenti passivi. Per loro l'impresa si ferma ai cancelli della propria fabbrica e vedono l'intervento di altri agenti come un elemento di disturbo alla propria attività produttiva. E' un atteggiamento che trova le sue ragioni su un'esperienza accumulata in una realtà che ha visto fallire anche imprese produttivamente valide. Spesso, si è assistito ad un processo di "selezione avversa" che ha visto emergere l'imprenditore meno innovativo e preparato, ma con più legami con il mondo politico e finanziario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.