Difetti numerici e funzionali delle cellule dendritiche plasmacitoidi (pDCs) caratterizzano la progressione dell’infezione da HIV-1. L’origine di queste alterazioni rimane però al momento non completamente chiarita. La proteina di matrice p17 di HIV- 1 è capace di modulare molteplici risposte cellulari e la sua attività biologica dipende dall’espressione sulla superficie delle cellule di un recettore specifico (p17R). Nel nostro studio abbiamo dimostrato che le cellule pDCs circolanti esprimono p17Rs sulla loro superficie e che cellule isolate da sangue periferico sono sensibili all’azione biologica di p17. Infatti, a seguito del trattamento con la proteina virale, le pDCs vanno incontro ad una differenziazione fenotipica caratterizzata dall’espressione del recettore chemochinico CCR7. Saggi di chemotassi hanno permesso di dimostrare che le cellule trattate con p17 divengono capaci di migrare in risposta a CCL19, il ligando specifico per CCR7. Questi risultati suggeriscono che, a seguito dell’interazione con p17, le pDCs possano acquisire la capacità di migrare agli organi linfoidi secondari. In contrasto, p17 non induce il rilascio di interferoni di tipo I né aumenta l’espressione dei tipici marcatori di maturazione delle cellule dendritiche CD80, CD83 o MHC classe II. L’analisi dell’espressione genica differenziale di pDCs trattate e non con p17 ha indicato che la stimolazione con la proteina virale diminuisce l’espressione di molecole la cui funzione è critica per mantenere una sintesi proteica efficace così come per proteggere le cellule dall’apoptosi. In base ai risultati ottenuti si può proporre un modello in cui p17 può indurre le pDCs circolanti ad esprimere CCR7 aiutando in questo modo il loro reclutamento, ed un eventuale sequestro, a livello linfonodale. Nel microambiente linfonodale esse sarebbero però alterate nelle loro funzioni, essendo prone all’apoptosi ed incapaci di maturare e di produrre IFN-?. Questi fenomeni potrebbero quindi svolgere un ruolo importante nello sviluppo dei difetti a carico delle pDCs che si osservano nell’infezione da HIV-1.

La proteina di matrice p17 di HIV-1 induce le cellule dendritiche plasmacitoidi ad acquisire un fenotipo migratorio immaturo

MARSICO, Stefania;
2007-01-01

Abstract

Difetti numerici e funzionali delle cellule dendritiche plasmacitoidi (pDCs) caratterizzano la progressione dell’infezione da HIV-1. L’origine di queste alterazioni rimane però al momento non completamente chiarita. La proteina di matrice p17 di HIV- 1 è capace di modulare molteplici risposte cellulari e la sua attività biologica dipende dall’espressione sulla superficie delle cellule di un recettore specifico (p17R). Nel nostro studio abbiamo dimostrato che le cellule pDCs circolanti esprimono p17Rs sulla loro superficie e che cellule isolate da sangue periferico sono sensibili all’azione biologica di p17. Infatti, a seguito del trattamento con la proteina virale, le pDCs vanno incontro ad una differenziazione fenotipica caratterizzata dall’espressione del recettore chemochinico CCR7. Saggi di chemotassi hanno permesso di dimostrare che le cellule trattate con p17 divengono capaci di migrare in risposta a CCL19, il ligando specifico per CCR7. Questi risultati suggeriscono che, a seguito dell’interazione con p17, le pDCs possano acquisire la capacità di migrare agli organi linfoidi secondari. In contrasto, p17 non induce il rilascio di interferoni di tipo I né aumenta l’espressione dei tipici marcatori di maturazione delle cellule dendritiche CD80, CD83 o MHC classe II. L’analisi dell’espressione genica differenziale di pDCs trattate e non con p17 ha indicato che la stimolazione con la proteina virale diminuisce l’espressione di molecole la cui funzione è critica per mantenere una sintesi proteica efficace così come per proteggere le cellule dall’apoptosi. In base ai risultati ottenuti si può proporre un modello in cui p17 può indurre le pDCs circolanti ad esprimere CCR7 aiutando in questo modo il loro reclutamento, ed un eventuale sequestro, a livello linfonodale. Nel microambiente linfonodale esse sarebbero però alterate nelle loro funzioni, essendo prone all’apoptosi ed incapaci di maturare e di produrre IFN-?. Questi fenomeni potrebbero quindi svolgere un ruolo importante nello sviluppo dei difetti a carico delle pDCs che si osservano nell’infezione da HIV-1.
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