La Pedagogia Speciale si trova oggi dinanzi a nuovi orizzonti e, proprio questa frontiera, rappresenta la sfida che si deve sostenere in favore dell’educazione speciale e dell’integrazione delle persone con disabilità. Rispetto al passato, la Pedagogia Speciale, ha modificato profondamente il suo statuto epistemologico, soprattutto in funzione di una realtà caratterizzata da crescente e continua evoluzione. Questi cambiamenti strutturali di un mondo che si trasforma velocemente, rischiano di travolgere i più deboli per i quali è sempre più necessario promuovere conoscenza, educazione, formazione all’interno di un “progetto di vita”. Le nuove frontiere della Pedagogia speciale non rappresentano, dunque, un confine o una linea di demarcazione bensì un orientamento ed una dimensione più ampia caratterizzata da nuovi compiti e responsabilità. Di fronte alla realtà, ai bisogni ed alle conoscenze che si accrescono, è necessario sostenere la formazione di professionisti validi e capaci di coniugare le conoscenze teoriche con competenze operative, collaborative e specialistiche .Sono le Università che svolgono questo delicato compito offrendo non solo formazione iniziale ma promuovendo una formazione continua destinata ad orientare il professionista in funzione dei bisogni sociali e professionali. La sfida che coinvolge la Pedagogia speciale oggi è veramente ardua, poiché, coniugare formazione, innovazione, ricerca e bisogni educativi speciali, non è certo semplice. Il lavoro dei professionisti impegnati in questo settore va distribuito in tutti gli ambiti della ricerca sia per fornire risposte ai bisogni educativi che per rispondere alle esigenze della formazione stessa. Per affermare sempre più la valenza che assume l’integrazione nella nostra realtà, è necessario riconoscere la validità del modello formativo italiano ma anche sostenere un modello di intervento scolastico, sanitario e sociale flessibile e funzionale, favorendo un approccio che si avvalga di una visione multiprospettica e che ponga al centro del processo educativo la persona ed i suoi bisogni. Per affermare ciò, è necessario promuovere e ri-orientare la formazione di quanti sono impegnati nel compito educativo, di cura e di aiuto delle persone con disabilità. Il sistema attuale della formazione degli insegnanti necessita di talune revisioni poiché attualmente le competenze professionali delle figure di aiuto sono certificate attraverso percorsi formativi non sempre omogenei ed adeguatamente orientati allo scopo. Se l’Italia è un modello da osservare in tema di integrazione scolastica, è sicuramente, dopo trent’anni, anche, un modello in cui credere e da sostenere con opportune revisioni e perfezionamenti. Fino a quando non riusciremo a garantire un’integrazione non solo scolastica ma anche lavorativa e sociale come reale opportunità alle persone con disabilità, vedremo le problematiche dell’integrazione attraverso una prospettiva ristretta che rischia di fallire il suo compito primario che è quello di promuovere crescita umana e sociale. Questo lavoro si rivolge a pedagogisti, educatori, docenti e a quanti intendono orientare la propria attenzione sulle tematiche dell’integrazione. La visione delle problematiche affrontate, oltre a privilegiare un percorso diacronico che evidenzia l’impegno e l’intervento messo in atto nell’ambito dell’educazione speciale nel tempo, mette a fuoco le principali difficoltà ed i modelli di intervento educativo e didattico più diffusi, tutto ciò nella convinzione che la formazione sulla disabilità necessita di professionisti capaci non solo di comprendere le problematiche generali ma anche di intervenire sulle difficoltà specifiche. Molteplici sono le competenze necessarie per coloro che si occupano di disabilità ma è determinante soprattutto la prospettiva attraverso cui si vive il problema dell’altro, nel tentativo di affrontare o risolvere le problematiche. Solo una valida formazione ed un’esperienza professionale significativa possono motivare il professionista orientandolo verso nuovi traguardi che consentano di ridurre i fenomeni di crescente ghettizzazione e disumanizzazione che la nostra società di frequente destina alla diversità.
Le nuove frontiere della Pedagogia speciale
VALENTI, Antonella
2007-01-01
Abstract
La Pedagogia Speciale si trova oggi dinanzi a nuovi orizzonti e, proprio questa frontiera, rappresenta la sfida che si deve sostenere in favore dell’educazione speciale e dell’integrazione delle persone con disabilità. Rispetto al passato, la Pedagogia Speciale, ha modificato profondamente il suo statuto epistemologico, soprattutto in funzione di una realtà caratterizzata da crescente e continua evoluzione. Questi cambiamenti strutturali di un mondo che si trasforma velocemente, rischiano di travolgere i più deboli per i quali è sempre più necessario promuovere conoscenza, educazione, formazione all’interno di un “progetto di vita”. Le nuove frontiere della Pedagogia speciale non rappresentano, dunque, un confine o una linea di demarcazione bensì un orientamento ed una dimensione più ampia caratterizzata da nuovi compiti e responsabilità. Di fronte alla realtà, ai bisogni ed alle conoscenze che si accrescono, è necessario sostenere la formazione di professionisti validi e capaci di coniugare le conoscenze teoriche con competenze operative, collaborative e specialistiche .Sono le Università che svolgono questo delicato compito offrendo non solo formazione iniziale ma promuovendo una formazione continua destinata ad orientare il professionista in funzione dei bisogni sociali e professionali. La sfida che coinvolge la Pedagogia speciale oggi è veramente ardua, poiché, coniugare formazione, innovazione, ricerca e bisogni educativi speciali, non è certo semplice. Il lavoro dei professionisti impegnati in questo settore va distribuito in tutti gli ambiti della ricerca sia per fornire risposte ai bisogni educativi che per rispondere alle esigenze della formazione stessa. Per affermare sempre più la valenza che assume l’integrazione nella nostra realtà, è necessario riconoscere la validità del modello formativo italiano ma anche sostenere un modello di intervento scolastico, sanitario e sociale flessibile e funzionale, favorendo un approccio che si avvalga di una visione multiprospettica e che ponga al centro del processo educativo la persona ed i suoi bisogni. Per affermare ciò, è necessario promuovere e ri-orientare la formazione di quanti sono impegnati nel compito educativo, di cura e di aiuto delle persone con disabilità. Il sistema attuale della formazione degli insegnanti necessita di talune revisioni poiché attualmente le competenze professionali delle figure di aiuto sono certificate attraverso percorsi formativi non sempre omogenei ed adeguatamente orientati allo scopo. Se l’Italia è un modello da osservare in tema di integrazione scolastica, è sicuramente, dopo trent’anni, anche, un modello in cui credere e da sostenere con opportune revisioni e perfezionamenti. Fino a quando non riusciremo a garantire un’integrazione non solo scolastica ma anche lavorativa e sociale come reale opportunità alle persone con disabilità, vedremo le problematiche dell’integrazione attraverso una prospettiva ristretta che rischia di fallire il suo compito primario che è quello di promuovere crescita umana e sociale. Questo lavoro si rivolge a pedagogisti, educatori, docenti e a quanti intendono orientare la propria attenzione sulle tematiche dell’integrazione. La visione delle problematiche affrontate, oltre a privilegiare un percorso diacronico che evidenzia l’impegno e l’intervento messo in atto nell’ambito dell’educazione speciale nel tempo, mette a fuoco le principali difficoltà ed i modelli di intervento educativo e didattico più diffusi, tutto ciò nella convinzione che la formazione sulla disabilità necessita di professionisti capaci non solo di comprendere le problematiche generali ma anche di intervenire sulle difficoltà specifiche. Molteplici sono le competenze necessarie per coloro che si occupano di disabilità ma è determinante soprattutto la prospettiva attraverso cui si vive il problema dell’altro, nel tentativo di affrontare o risolvere le problematiche. Solo una valida formazione ed un’esperienza professionale significativa possono motivare il professionista orientandolo verso nuovi traguardi che consentano di ridurre i fenomeni di crescente ghettizzazione e disumanizzazione che la nostra società di frequente destina alla diversità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.