Lo sviluppo dell’essere umano, il costituirsi della sua identità è un inarrestabile divenire che si dispiega nello spazio dell’esistenza e nel tempo delle successioni educative individuali. Il soggetto non è statico, immutabile ed inalterabile, ma è connesso ad una dinamicità esistenziale che lo rende vivo, in continua metamorfosi. I naufragi dell’io nell’era – della complessità, della globalizzazione, dell’individualismo e del consumismo – nella quale viviamo vanno ricercati in primis nella eclissi della verità del singolo, ovvero nell’oblio dell’identità soggettiva, che risulta svuotata, deprivata dei suoi elementi fondanti, ridotta, o meglio, trasformata in res, in un contesto sociale continuamente in fermento per gli incessanti avvicendamenti di nuove tendenze, nuove mode, nuove tecnologie che da meri strumenti funzionali all’esistenza umana hanno invece vicariato la sfera valoriale che caratterizzava come propriamente umana l’esistenza. Il pedagogico viene quindi chiamato non solo ad analizzare la complessità ed i fenomeni a questa interrelati, ma anche a ripensare dinamiche virtuose per riconnettere l’individuo a se stesso, alla sua identità, orientandolo verso percorsi di consapevolezza ed autenticità esistenziale. La vecchiaia che accoglie la persona alla fine del suo percorso esistenziale, giunta al distaccamento dalla materialità, osservatrice esterna del repentino scorrere degli eventi, è il momento privilegiato in cui l’uomo, rileggendo e risignificando quel che è stato, può scorgere la sua forma e ancora una volta, trasformarla alla luce dell’esperienza. L’anziano, abitatore di una realtà che cerca in tutti i modi di estraniarlo e rimuoverlo, si ritira nel suo mondo interiore e cerca di ascendere alla significatività ed al senso di sé, espletando così una originaria cura sui che gli permette di riconciliarsi con il suo passato e, nel racconto, di educare maieuticamente i suoi interlocutori sancendo così un legame intergenerazionale con chi verrà.

Il divenire della forma. Riflessioni pedagogiche sulla senescenza

BOSSIO, Francesco
2008-01-01

Abstract

Lo sviluppo dell’essere umano, il costituirsi della sua identità è un inarrestabile divenire che si dispiega nello spazio dell’esistenza e nel tempo delle successioni educative individuali. Il soggetto non è statico, immutabile ed inalterabile, ma è connesso ad una dinamicità esistenziale che lo rende vivo, in continua metamorfosi. I naufragi dell’io nell’era – della complessità, della globalizzazione, dell’individualismo e del consumismo – nella quale viviamo vanno ricercati in primis nella eclissi della verità del singolo, ovvero nell’oblio dell’identità soggettiva, che risulta svuotata, deprivata dei suoi elementi fondanti, ridotta, o meglio, trasformata in res, in un contesto sociale continuamente in fermento per gli incessanti avvicendamenti di nuove tendenze, nuove mode, nuove tecnologie che da meri strumenti funzionali all’esistenza umana hanno invece vicariato la sfera valoriale che caratterizzava come propriamente umana l’esistenza. Il pedagogico viene quindi chiamato non solo ad analizzare la complessità ed i fenomeni a questa interrelati, ma anche a ripensare dinamiche virtuose per riconnettere l’individuo a se stesso, alla sua identità, orientandolo verso percorsi di consapevolezza ed autenticità esistenziale. La vecchiaia che accoglie la persona alla fine del suo percorso esistenziale, giunta al distaccamento dalla materialità, osservatrice esterna del repentino scorrere degli eventi, è il momento privilegiato in cui l’uomo, rileggendo e risignificando quel che è stato, può scorgere la sua forma e ancora una volta, trasformarla alla luce dell’esperienza. L’anziano, abitatore di una realtà che cerca in tutti i modi di estraniarlo e rimuoverlo, si ritira nel suo mondo interiore e cerca di ascendere alla significatività ed al senso di sé, espletando così una originaria cura sui che gli permette di riconciliarsi con il suo passato e, nel racconto, di educare maieuticamente i suoi interlocutori sancendo così un legame intergenerazionale con chi verrà.
2008
978-88-7346-490-7
Life Long Learning; formazione; educazione nelle stagioni della vita
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