At the bottom of the art is the stone, the bone, the crystal. What we propose is an aesthetic of numbness. Inertia, the dismissal of life, the temptation of space, the seduction of the inorganic: these are the conceptual characters we meet in these pages. It is a question of breaking the solemnity of a ritual of thought. Centuries of reflection have accustomed us to thinking of aesthetic experience as the abode of subjective expressiveness, as a vital emphasis, as the face of moved and moved interiority. To break this rite, it is necessary to subvert the way in which we look at the creative act, it is necessary to grasp it no longer from the side of effervescence and suspended life, but from that of collapse, of falling, of fainting. The aesthetic experience is the place of a loss, of a step back in life, of a failure and a sale of body parts. Postures that capture the subject in the drift of enjoyment, in an inertia of the vital impulse. Against all stereotypes, art gives us the luxury of dying, art touches the inorganic. And in this shelter it discovers unprecedented budding forms..

Al fondo dell'arte è la pietra, l'osso, il cristallo. Quella che proponiamo è un'estetica del torpore. Inerzia, dimissione della vita, tentazione dello spazio, seduzione dell'inorganico: sono i personaggi concettuali che incontriamo in queste pagine. Si tratta di spezzare la solennità di un rito del pensiero. Secoli di riflessione ci hanno abituati a pensare l'esperienza estetica come dimora dell'espressività soggettiva, come enfasi vitale, come volto dell'interiorità mossa e commossa. Per spezzare questo rito, occorre sovvertire il modo in cui guardiamo all'atto creativo, occorre coglierlo non più dal lato dell'effervescenza e della vita sospesa, bensì da quello del collasso, della caduta, del mancamento. L'esperienza estetica è il luogo di una perdita, di un passo indietro nella vita, di un cedimento e di una cessione di parti di corpo. Posture che colgono il soggetto nella deriva del godimento, in una inerzia dello slancio vitale. Contro ogni stereotipia, l'arte ci concede il lusso di morire, l'arte tocca l'inorganico. E in questo ricetto scopre inaudite forme germoglianti.

La tentazione dello spazio. Estetica e psicoanalisi dell'inorganico

VIZZARDELLI, Silvia;
2016-01-01

Abstract

At the bottom of the art is the stone, the bone, the crystal. What we propose is an aesthetic of numbness. Inertia, the dismissal of life, the temptation of space, the seduction of the inorganic: these are the conceptual characters we meet in these pages. It is a question of breaking the solemnity of a ritual of thought. Centuries of reflection have accustomed us to thinking of aesthetic experience as the abode of subjective expressiveness, as a vital emphasis, as the face of moved and moved interiority. To break this rite, it is necessary to subvert the way in which we look at the creative act, it is necessary to grasp it no longer from the side of effervescence and suspended life, but from that of collapse, of falling, of fainting. The aesthetic experience is the place of a loss, of a step back in life, of a failure and a sale of body parts. Postures that capture the subject in the drift of enjoyment, in an inertia of the vital impulse. Against all stereotypes, art gives us the luxury of dying, art touches the inorganic. And in this shelter it discovers unprecedented budding forms..
2016
978-88-9314-061-4
Al fondo dell'arte è la pietra, l'osso, il cristallo. Quella che proponiamo è un'estetica del torpore. Inerzia, dimissione della vita, tentazione dello spazio, seduzione dell'inorganico: sono i personaggi concettuali che incontriamo in queste pagine. Si tratta di spezzare la solennità di un rito del pensiero. Secoli di riflessione ci hanno abituati a pensare l'esperienza estetica come dimora dell'espressività soggettiva, come enfasi vitale, come volto dell'interiorità mossa e commossa. Per spezzare questo rito, occorre sovvertire il modo in cui guardiamo all'atto creativo, occorre coglierlo non più dal lato dell'effervescenza e della vita sospesa, bensì da quello del collasso, della caduta, del mancamento. L'esperienza estetica è il luogo di una perdita, di un passo indietro nella vita, di un cedimento e di una cessione di parti di corpo. Posture che colgono il soggetto nella deriva del godimento, in una inerzia dello slancio vitale. Contro ogni stereotipia, l'arte ci concede il lusso di morire, l'arte tocca l'inorganico. E in questo ricetto scopre inaudite forme germoglianti.
Estetica; Psicoanalisi; Inorganico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/180471
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