Oggetto di questo studio sono le descrizioni verbali di opere figurative, più specificatamente, l’analisi di alcuni procedimenti retorici utilizzati dalla critica d’arte “non professionale”, detta anche “dilettante”, ovvero la critica d’arte di romanzieri o poeti come Diderot, Baudelaire, Zola, Apollinaire… Tra questi, vanno considerati anche i fratelli Goncourt, autori di una monografia sulla pittura francese intitolata L’Art du XVIIIe siècle. È su questo testo che l’autrice si sofferma. Prima di prendere in esame la scrittura dei Goncourt critici d’arte, affronta dapprima la questione oraziana dell’”Ut pictura poesis”, successivamente analizza la figura retorica dell’“Ekphrasis” dall’antichità alla contemporaneità. In fine, approfondendo gli stilemi descrittivi presenti nella critica d’arte dei Goncourt, l’autrice puntualizza che, tenendo conto dei passaggi descrittivi, nessuno scarto caratterizza la loro produzione di storici d’arte e di romanzieri. Ciò che le accomuna è la scrittura “artiste”, di cui l’ekphrasis sfrutta la maggior parte dei procedimenti stilistici (enumerazione, metafore, asindeti, frase nominale, ecc.). La differenza tra la descrizione “romanzesca” e quella “artistica” dipende piuttosto della funzione ch’esse svolgono nei due generi testuali.
Les couleurs rhétoriques de la critique d'art
DE FELICI, ROBERTA
2009-01-01
Abstract
Oggetto di questo studio sono le descrizioni verbali di opere figurative, più specificatamente, l’analisi di alcuni procedimenti retorici utilizzati dalla critica d’arte “non professionale”, detta anche “dilettante”, ovvero la critica d’arte di romanzieri o poeti come Diderot, Baudelaire, Zola, Apollinaire… Tra questi, vanno considerati anche i fratelli Goncourt, autori di una monografia sulla pittura francese intitolata L’Art du XVIIIe siècle. È su questo testo che l’autrice si sofferma. Prima di prendere in esame la scrittura dei Goncourt critici d’arte, affronta dapprima la questione oraziana dell’”Ut pictura poesis”, successivamente analizza la figura retorica dell’“Ekphrasis” dall’antichità alla contemporaneità. In fine, approfondendo gli stilemi descrittivi presenti nella critica d’arte dei Goncourt, l’autrice puntualizza che, tenendo conto dei passaggi descrittivi, nessuno scarto caratterizza la loro produzione di storici d’arte e di romanzieri. Ciò che le accomuna è la scrittura “artiste”, di cui l’ekphrasis sfrutta la maggior parte dei procedimenti stilistici (enumerazione, metafore, asindeti, frase nominale, ecc.). La differenza tra la descrizione “romanzesca” e quella “artistica” dipende piuttosto della funzione ch’esse svolgono nei due generi testuali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.