La cultura giuridica ha concepito due modelli di godimento dei beni i quali tuttora dominano i sistemi giuridici occidentali con differenti combinazioni. Tali modelli possono definirsi «inclusivo» o «esclusivo». I due termini sono da sostantivare con l’interesse. Il primo tutela una pluralità di interessi compatibili, con identità di titolare e bene. Il secondo, tutela un centro di interessi di un unico titolare, incompatibile con altri interessi. I due modelli tuttora convivono. Basti pensare alle proprietà collettive che rappresentano circa il 12% del territorio nazionale. Il modello di apprensione diretta delle utilità varia anche in considerazione del livello di relazione che esso presenta con l’interesse sociale e le sovranità istituzionali. «Il…Trattato [art 295] lascia del tutto impregiudicato il regime di proprietà esistente negli Stati membri». Tuttavia, la dipendenza del modello proprietario dall’assetto dei princìpi fondamentali non può non importare mutamenti nei sistemi normativi settoriali. Per altro verso, la formazione di un mercato unico ha un inevitabile riflesso sulla conformazione del modello proprietario prescelto dal singolo ordinamento. Bisogna rileggere in una profilazione mercantile i concetti di «accessibilità a tutti», «razionale sfruttamento» e di «equi rapporti sociali». Gli scopi dell’azione comunitaria fanno assurgere al rango di interessi protetti e giuridicamente rilevanti situazioni fin qui reputate «aliene» al rapporto proprietario (ambiente, sviluppo sostenibile, qualità della vita, coesione economico-sociale, protezione sociale). Esso subisce l’influsso dei princìpi della proporzionalità e della ragionevolezza. La prima lo pone in una relazione di equità con il mercato; la seconda richiede che il rapporto proprietario sia improntato a giustizia e consenta la protezione dei non proprietari. L’autarchia del proprietario diviene eterarchia. Il titolare del modello di apprensione diviene portatore di un proprio interesse unito all’interesse dei non-titolari. Da qui le esigenze di ricercare modelli di apprensione che siano complementari alle esigenze dei mercati globali; una maggiore adattabilità che consenta facili e veloci conversioni funzionali secondo le mutevoli esigenze della domanda; una maggiore esigenza di pianificazione degli interessi «alieni» al titolare. Il modello codicistico di apprensione proprietaria diviene adeguato alla tutela dei valori esistenziali della persona (abitazione, risparmio, strumenti formativi e informativi, alimenti, ecc.), ma inadeguato allo sviluppo dei valori patrimoniali. Per questi ultimi la proprietà sarà eterarchica, contemplativa di interessi esistenziali e patrimoniali non soltanto egoistici, che siano o meno identificati in un soggetto: emerge il rapporto giuridico proprietario unisoggettivo.

PROPRIETA'Trattato di diritto civile del notariato diretto da P. Perlingeri

CATERINI, Enrico
2005-01-01

Abstract

La cultura giuridica ha concepito due modelli di godimento dei beni i quali tuttora dominano i sistemi giuridici occidentali con differenti combinazioni. Tali modelli possono definirsi «inclusivo» o «esclusivo». I due termini sono da sostantivare con l’interesse. Il primo tutela una pluralità di interessi compatibili, con identità di titolare e bene. Il secondo, tutela un centro di interessi di un unico titolare, incompatibile con altri interessi. I due modelli tuttora convivono. Basti pensare alle proprietà collettive che rappresentano circa il 12% del territorio nazionale. Il modello di apprensione diretta delle utilità varia anche in considerazione del livello di relazione che esso presenta con l’interesse sociale e le sovranità istituzionali. «Il…Trattato [art 295] lascia del tutto impregiudicato il regime di proprietà esistente negli Stati membri». Tuttavia, la dipendenza del modello proprietario dall’assetto dei princìpi fondamentali non può non importare mutamenti nei sistemi normativi settoriali. Per altro verso, la formazione di un mercato unico ha un inevitabile riflesso sulla conformazione del modello proprietario prescelto dal singolo ordinamento. Bisogna rileggere in una profilazione mercantile i concetti di «accessibilità a tutti», «razionale sfruttamento» e di «equi rapporti sociali». Gli scopi dell’azione comunitaria fanno assurgere al rango di interessi protetti e giuridicamente rilevanti situazioni fin qui reputate «aliene» al rapporto proprietario (ambiente, sviluppo sostenibile, qualità della vita, coesione economico-sociale, protezione sociale). Esso subisce l’influsso dei princìpi della proporzionalità e della ragionevolezza. La prima lo pone in una relazione di equità con il mercato; la seconda richiede che il rapporto proprietario sia improntato a giustizia e consenta la protezione dei non proprietari. L’autarchia del proprietario diviene eterarchia. Il titolare del modello di apprensione diviene portatore di un proprio interesse unito all’interesse dei non-titolari. Da qui le esigenze di ricercare modelli di apprensione che siano complementari alle esigenze dei mercati globali; una maggiore adattabilità che consenta facili e veloci conversioni funzionali secondo le mutevoli esigenze della domanda; una maggiore esigenza di pianificazione degli interessi «alieni» al titolare. Il modello codicistico di apprensione proprietaria diviene adeguato alla tutela dei valori esistenziali della persona (abitazione, risparmio, strumenti formativi e informativi, alimenti, ecc.), ma inadeguato allo sviluppo dei valori patrimoniali. Per questi ultimi la proprietà sarà eterarchica, contemplativa di interessi esistenziali e patrimoniali non soltanto egoistici, che siano o meno identificati in un soggetto: emerge il rapporto giuridico proprietario unisoggettivo.
2005
88-495-0959-6
PROPRIETà; RAPPORTI REALI; TIPICITà; FONDO COMUNE INVESTIMENTO MOBILIARE; MULTIPROPRIETà; USI CIVICI
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/181461
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