Il saggio mette in luce gli aspetti significativi e problematici della militanza politica femminile nell’Italia repubblicana. L’analisi si è focalizzata sull’attività politica di donne militanti nei partiti e nelle associazioni collaterali a Pisa fra il secondo dopoguerra e gli anni Ottanta. Si tratta di donne della prima generazione di militanti repubblicane: un gruppo che, pur nella varietà degli orientamenti politici (anche se tutti interni a quello che veniva definito “arco costituzionale”), presenta un’affinità di formazione politica e una comune pratica della militanza, incardinata sull’ideologia e sull'organizzazione, nonché, cosa non secondaria quando si indaga l’attività delle donne nella sfera pubblica, un’analoga concezione della femminilità. Nel dopoguerra la militanza politica si strutturò secondo le linee tracciate dai grandi partiti di massa, cui afferivano anche le maggiori associazioni che raccoglievano l’attivismo politico delle italiane: l’Unione Donne Italiane e il Centro Italiano Femminile; vicina al Pci la prima e alla Dc il secondo, erano entrambe diffuse in modo capillare su tutto il territorio nazionale e destinate a una lunga e tormentata storia . I partiti crearono inoltre settori specifici preposti all’organizzazione del consenso femminile verso cui indirizzare le militanti (cellule e commissioni femminili, Movimento femminile della Dc, Sezione femminile del Psi, ecc.), concepiti come parte integrante di un organismo più generale, ma al tempo stesso intesi e vissuti nel partito come particolari. Tale scelta implicò in molti casi l’isolamento delle donne e la percezione che la loro attività fosse di secondo piano rispetto a quella maschile . Questi limiti furono accentuati dal fatto che le militanti riuscirono a praticare la politica prevalentemente negli spazi lasciati liberi dagli uomini, innanzitutto quelli affini alle cosiddette attitudini femminili, come l’istruzione e le politiche sociali. Tuttavia il contesto repubblicano si è rivelato decisivo per la crescita della rappresentatività sociale delle donne. La politicizzazione della società, l’egemonia della Democrazia cristiana e del Partito comunista hanno rappresentato nella nostra storia recente sia il limite che la forza dell’attività politica delle donne. Grazie all’influenza di questi partiti è stato possibile per le militanti mutare un quadro legislativo discriminatorio e incidere su alcuni aspetti della mentalità corrente. Se si guarda allo stato della condizione femminile alla nascita della Repubblica, i risultati raggiunti, seppur parziali, a favore delle donne non sono stati trascurabili. Allo stesso tempo però tale azione ha sempre trovato un freno nelle priorità e nelle esigenze politiche dei partiti stessi e dopo il 1968 tale limite è stato giudicato inaccettabile dal nascente movimento femminista. La società cambiava e si focalizzavano nuovi obiettivi, le giovani che si affacciavano alla ribalta chiedevano la liberazione delle donne non solo la loro emancipazione.

Per una storia della militanza femminile. Esperienze di donne in politica a Pisa

NOCE, Tiziana
2006-01-01

Abstract

Il saggio mette in luce gli aspetti significativi e problematici della militanza politica femminile nell’Italia repubblicana. L’analisi si è focalizzata sull’attività politica di donne militanti nei partiti e nelle associazioni collaterali a Pisa fra il secondo dopoguerra e gli anni Ottanta. Si tratta di donne della prima generazione di militanti repubblicane: un gruppo che, pur nella varietà degli orientamenti politici (anche se tutti interni a quello che veniva definito “arco costituzionale”), presenta un’affinità di formazione politica e una comune pratica della militanza, incardinata sull’ideologia e sull'organizzazione, nonché, cosa non secondaria quando si indaga l’attività delle donne nella sfera pubblica, un’analoga concezione della femminilità. Nel dopoguerra la militanza politica si strutturò secondo le linee tracciate dai grandi partiti di massa, cui afferivano anche le maggiori associazioni che raccoglievano l’attivismo politico delle italiane: l’Unione Donne Italiane e il Centro Italiano Femminile; vicina al Pci la prima e alla Dc il secondo, erano entrambe diffuse in modo capillare su tutto il territorio nazionale e destinate a una lunga e tormentata storia . I partiti crearono inoltre settori specifici preposti all’organizzazione del consenso femminile verso cui indirizzare le militanti (cellule e commissioni femminili, Movimento femminile della Dc, Sezione femminile del Psi, ecc.), concepiti come parte integrante di un organismo più generale, ma al tempo stesso intesi e vissuti nel partito come particolari. Tale scelta implicò in molti casi l’isolamento delle donne e la percezione che la loro attività fosse di secondo piano rispetto a quella maschile . Questi limiti furono accentuati dal fatto che le militanti riuscirono a praticare la politica prevalentemente negli spazi lasciati liberi dagli uomini, innanzitutto quelli affini alle cosiddette attitudini femminili, come l’istruzione e le politiche sociali. Tuttavia il contesto repubblicano si è rivelato decisivo per la crescita della rappresentatività sociale delle donne. La politicizzazione della società, l’egemonia della Democrazia cristiana e del Partito comunista hanno rappresentato nella nostra storia recente sia il limite che la forza dell’attività politica delle donne. Grazie all’influenza di questi partiti è stato possibile per le militanti mutare un quadro legislativo discriminatorio e incidere su alcuni aspetti della mentalità corrente. Se si guarda allo stato della condizione femminile alla nascita della Repubblica, i risultati raggiunti, seppur parziali, a favore delle donne non sono stati trascurabili. Allo stesso tempo però tale azione ha sempre trovato un freno nelle priorità e nelle esigenze politiche dei partiti stessi e dopo il 1968 tale limite è stato giudicato inaccettabile dal nascente movimento femminista. La società cambiava e si focalizzavano nuovi obiettivi, le giovani che si affacciavano alla ribalta chiedevano la liberazione delle donne non solo la loro emancipazione.
2006
88-8492-313-1
Storia politica delle donne; Storia dell'Italia repubblicana
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/181774
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