Il lavoro vuole offrire alcuni spunti di riflessione sul processo di integrazione europea che va trasformandosi sempre più in un percorso che, andando oltre la mera integrazione economica, può definirsi - in un certo senso - di tipo costituzionale. Esso, tuttavia, appare dispiegarsi attraverso percorsi e metodologie peculiari, non sempre lineari e decisamente non riconducibili alle tradizionali modalità esplicative dei processi costituenti. Se, da un lato, la costituzione e il potere costituente hanno certamente subito, nel corso dei secoli, una serie di mutazioni, che si sono accompagnate all’evoluzione della forma di stato, dall’altro il processo di unificazione europea, fondato sulle integrazioni progressive e sui consolidamenti normativi (e che non sembra mirare, nella fase attuale, alla costruzione di un’entità statuale di tipo federale), impone una riflessione attenta sulla possibilità di leggere tale fenomeno alla luce del concetto di costituzione e di quello di potere costituente. Pur nella consapevolezza che il termine costituzione possiede una grande ricchezza e pluralità di significati, tuttavia, nella sua duplice dimensione normativa e assiologica, individua certamente l’intima essenza di un’entità politica. Ma, allora, se la costituzione in senso moderno e contemporaneo, sorge e si sviluppa da un lato in una duplice implicazione con quello di stato, la ‘pensabilità’ di una costituzione europea implica, anzitutto, la necessità di un’ulteriore evoluzione di tale concetto che scinda i due elementi di tale relazione. In altri termini, se permane ancora oggi l’idea che il concetto di stato implichi quello di costituzione, non può escludersi che una costituzione si ponga quale elemento fondante di un’entità non statuale. Il lavoro vuole così interrogarsi sulla possibilità che tale concetto possa applicarsi, nella sua essenza di fatto unico e irripetibile, ad un fenomeno quale quello della progressiva integrazione europea o se, invece, nel panorama dell’Unione Europea, più che di manifestazioni di un potere costituente ad opera di un ben identificato detentore si deve parlare di processi costituenti che si estrinsecano nelle modalità di consolidamenti normativi in un contesto relazionale composto di stati, popoli, istituzioni comunitarie. L’approvazione di un testo formalmente denominato ‘Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, spinge, così, a riflettere sul valore e sulla portata di tale atto. Al di là delle dispute terminologiche (trattato o costituzione), la problematica appare complessa anche perché essa è strettamente collegata sia alla pluralità di significati che il termine ‘costituzione’ possiede, sia alla molteplicità di manifestazioni che il potere costituente porta con sé. La tesi di fondo che si cerca di dimostrare è che il Trattato firmato a Roma il 29 Ottobre 2004 dovrebbe essere considerato un primo step, indubbiamente carico di valore simbolico, che non può esaurire il processo di costituzionalizzazione dell’Unione Europea (come prevederebbe una ricostruzione tradizionale del potere costituente) e che dovrebbe essere fattore determinante nella costruzione di quell’identità comune nei cittadini europei, di quell’idem sentire che è essenziale per l’effettività di una costituzione.
La progressiva costituzionalizzazione dell'Unione Europea. Percorsi e processi tra ipotesi costituenti e consolidamenti normativi
ALBINO, Luca
2005-01-01
Abstract
Il lavoro vuole offrire alcuni spunti di riflessione sul processo di integrazione europea che va trasformandosi sempre più in un percorso che, andando oltre la mera integrazione economica, può definirsi - in un certo senso - di tipo costituzionale. Esso, tuttavia, appare dispiegarsi attraverso percorsi e metodologie peculiari, non sempre lineari e decisamente non riconducibili alle tradizionali modalità esplicative dei processi costituenti. Se, da un lato, la costituzione e il potere costituente hanno certamente subito, nel corso dei secoli, una serie di mutazioni, che si sono accompagnate all’evoluzione della forma di stato, dall’altro il processo di unificazione europea, fondato sulle integrazioni progressive e sui consolidamenti normativi (e che non sembra mirare, nella fase attuale, alla costruzione di un’entità statuale di tipo federale), impone una riflessione attenta sulla possibilità di leggere tale fenomeno alla luce del concetto di costituzione e di quello di potere costituente. Pur nella consapevolezza che il termine costituzione possiede una grande ricchezza e pluralità di significati, tuttavia, nella sua duplice dimensione normativa e assiologica, individua certamente l’intima essenza di un’entità politica. Ma, allora, se la costituzione in senso moderno e contemporaneo, sorge e si sviluppa da un lato in una duplice implicazione con quello di stato, la ‘pensabilità’ di una costituzione europea implica, anzitutto, la necessità di un’ulteriore evoluzione di tale concetto che scinda i due elementi di tale relazione. In altri termini, se permane ancora oggi l’idea che il concetto di stato implichi quello di costituzione, non può escludersi che una costituzione si ponga quale elemento fondante di un’entità non statuale. Il lavoro vuole così interrogarsi sulla possibilità che tale concetto possa applicarsi, nella sua essenza di fatto unico e irripetibile, ad un fenomeno quale quello della progressiva integrazione europea o se, invece, nel panorama dell’Unione Europea, più che di manifestazioni di un potere costituente ad opera di un ben identificato detentore si deve parlare di processi costituenti che si estrinsecano nelle modalità di consolidamenti normativi in un contesto relazionale composto di stati, popoli, istituzioni comunitarie. L’approvazione di un testo formalmente denominato ‘Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, spinge, così, a riflettere sul valore e sulla portata di tale atto. Al di là delle dispute terminologiche (trattato o costituzione), la problematica appare complessa anche perché essa è strettamente collegata sia alla pluralità di significati che il termine ‘costituzione’ possiede, sia alla molteplicità di manifestazioni che il potere costituente porta con sé. La tesi di fondo che si cerca di dimostrare è che il Trattato firmato a Roma il 29 Ottobre 2004 dovrebbe essere considerato un primo step, indubbiamente carico di valore simbolico, che non può esaurire il processo di costituzionalizzazione dell’Unione Europea (come prevederebbe una ricostruzione tradizionale del potere costituente) e che dovrebbe essere fattore determinante nella costruzione di quell’identità comune nei cittadini europei, di quell’idem sentire che è essenziale per l’effettività di una costituzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.