La dispersione dei prezzi, che si verifica quando un prodotto omogeneo viene venduto a prezzi diversi da differenti venditori, è un risultato ricorrente nelle ricerche empiriche. Il paper valuta la dimensione e le determinanti della dispersione spaziale dei prezzi per 14 prodotti perfettamente omogenei in più di 400 negozi che operano in un mercato caratterizzato dalla persistenza sul mercato di un grande numero di punti vendita alimentari tradizionali relativamente piccolo, fianco a fianco di grandi supermercati. L’ampiezza della dispersione dei prezzi che si osserva è piuttosto elevata, suggerendo che prevale una struttura di mercato a concorrenza monopolistica come conseguenza dell’eterogeneità dei servizi offerti dai diversi negozi. Quando si confrontano i prezzi in un’area urbana (dove la concentrazione spaziale dei venditori è molto più elevata e i costi della ricerca sono significativamente più bassi) con quelli di cittadine più piccole e aree rurali, le differenze nei costi della ricerca per i consumatori e il grado di concorrenza potenzialmente più elevato non determinano prezzi più bassi; piuttosto, essi si rivelano al contrario più elevati, in media, per 11 dei 14 prodotti considerati. I supermercati risultano essere spesso, ma non sempre, meno costosi dei negozi tradizionali, sebbene i risparmi medi associati allo shopping alimentare nei supermercati si rivela estremamente basso. Infine, i risultati della nostra ricerca suggeriscono che i negozi si comportano in maniera differente riguardo le loro strategie di prezzo; queste differenze emergono sia a livello di singolo punto vendita che per i supermercati che appartengono alla stessa catena della distribuzione alimentare. Il fatto che i prodotti considerati siano omogenei, gli acquisti ripetuti di frequente, il numero di fornitori ampio, e i costi della ricerca relativamente bassi, non è sufficiente a mantenere bassa la dispersione dei prezzi. Sulla base dei risultati presentati nel paper emerge come più rilevante, nello spiegare la dispersione di prezzo, la contestuale eterogeneità dei negozi (in termini di servizi offerti) e dei consumatori (in termini della loro propensione alla ricerca e delle loro preferenze nel fare gli acquisti), che rende possibile il configurarsi di una struttura di mercato a concorrenza monopolistica e il permanere in attività di piccoli negozi alimentari tradizionali.
La dispersione dei prezzi al consumo. I risultati di un'indagine empirica sui prodotti alimentari
NISTICO', Rosanna;
2011-01-01
Abstract
La dispersione dei prezzi, che si verifica quando un prodotto omogeneo viene venduto a prezzi diversi da differenti venditori, è un risultato ricorrente nelle ricerche empiriche. Il paper valuta la dimensione e le determinanti della dispersione spaziale dei prezzi per 14 prodotti perfettamente omogenei in più di 400 negozi che operano in un mercato caratterizzato dalla persistenza sul mercato di un grande numero di punti vendita alimentari tradizionali relativamente piccolo, fianco a fianco di grandi supermercati. L’ampiezza della dispersione dei prezzi che si osserva è piuttosto elevata, suggerendo che prevale una struttura di mercato a concorrenza monopolistica come conseguenza dell’eterogeneità dei servizi offerti dai diversi negozi. Quando si confrontano i prezzi in un’area urbana (dove la concentrazione spaziale dei venditori è molto più elevata e i costi della ricerca sono significativamente più bassi) con quelli di cittadine più piccole e aree rurali, le differenze nei costi della ricerca per i consumatori e il grado di concorrenza potenzialmente più elevato non determinano prezzi più bassi; piuttosto, essi si rivelano al contrario più elevati, in media, per 11 dei 14 prodotti considerati. I supermercati risultano essere spesso, ma non sempre, meno costosi dei negozi tradizionali, sebbene i risparmi medi associati allo shopping alimentare nei supermercati si rivela estremamente basso. Infine, i risultati della nostra ricerca suggeriscono che i negozi si comportano in maniera differente riguardo le loro strategie di prezzo; queste differenze emergono sia a livello di singolo punto vendita che per i supermercati che appartengono alla stessa catena della distribuzione alimentare. Il fatto che i prodotti considerati siano omogenei, gli acquisti ripetuti di frequente, il numero di fornitori ampio, e i costi della ricerca relativamente bassi, non è sufficiente a mantenere bassa la dispersione dei prezzi. Sulla base dei risultati presentati nel paper emerge come più rilevante, nello spiegare la dispersione di prezzo, la contestuale eterogeneità dei negozi (in termini di servizi offerti) e dei consumatori (in termini della loro propensione alla ricerca e delle loro preferenze nel fare gli acquisti), che rende possibile il configurarsi di una struttura di mercato a concorrenza monopolistica e il permanere in attività di piccoli negozi alimentari tradizionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.