l volume analizza trentuno disegni inediti, databili in massima parte tra il 1805 e il 1835, provenienti dall'atelier di Johann Martin von Rohden (1778-1868), noto pittore di paesaggio tedesco di stanza a Roma. Testimonianza vivida, rara, e pertanto eccezionale delle relazioni amicali e delle pratiche di condivisione dei materiali di studio intercorse fra un gruppo di artisti di rango operanti nella Roma cosmopolita del primo quarto dell'Ottocento, il gruppo di fogli, dal carattere particolarmente 'privato', fu oggetto di un dono galante da parte di Albert von Rohden (1850-1924), figlio di Franz von Rohden (1817-1903) e nipote di Johann Martin, alla celebre pianista Giulia de Cousandier (1848-1933), allieva di Listz e mattatrice della scena musicale romana post-unitaria. Essi rappresentano pertanto una sezione fin qui sconosciuta del Fondo von Rohden, per la restante parte acquisito dal pittore norvegese Bernt Grönvold nel 1903 e poi andato disperso tra musei e collezioni private prevalentemente tedesche. Il fondo annovera carte di pittori nazareni (Peter von Cornelius, Julius Schnorr von Carolsfeld, Philipp Veit), della cerchia dei paesisti attivi intorno a Johann Martin von Rohden (Carl Philipp Fohr, Joseph Anton Koch, l'olandese Hendrik Voogt), ma anche rari referti del mongolo-russo-tedesco, Feodor Iwanowitsch Kalmück, di Konrad Eberhard, Johann Cantius Dillis, Hieronymus Hess, Johann Adam Klein, dello scultore Johann Christian Lotsch, e di un dilettante, il conte Benedetto Boschi di Tivoli, a testimonianza dei ramificati rapporti della comunità artistica tedesca con la nobiltà laziale. Comprende grandi fogli di studio di paesaggio di Koch e di von Rohden, prove incantevoli sul tema delle nuvole eseguite da Carl Philipp Fohr sulla scia dell'interesse espresso per questo soggetto da Goethe, esperimenti grafici di Peter Cornelius a partire da incisioni quattro-cinquecentesche tedesche, preziosi ritratti in seppia e a contorno di Maximilien Seitz e di Franz von Rohden, ma anche carte che registrano studi di figura di grande tenuta qualitativa, come quelli di Julius Schnorr von Carolsfeld e di Philipp Veit. Questi studi di figura (di eremiti, pellegrini, pastori, suonatori, popolane romane) a più mani svelano un segreto riguardante i dipinti finiti di Johann Martin von Rohden. Per lo staffage (alla tedesca i Figurenstaffage) presente all'interno dei suoi paesaggi ad olio che oggi si trovano nelle raccolte museali di Kassel, Weimar, Fulda, Winterthur, Vienna, von Rohden ricorse all'opera dei suoi amici, che per aiutarlo a dare 'carattere' ai suoi paesi, come voleva il noto critico d'arte Fernow, gli fornirono le proprie invenzioni su carta. Questa piccola raccolta di grafica, sul crinale tra un Album Amicorum e un taccuino di schizzi a più voci è stata ora riscoperta in una collezione romana. Il suo studio rappresenta, crediamo, una significativa aggiunta agli studi sulla pittura di paesaggio a Roma nel primo Ottocento e sul dibattito teorico sul rapporto paesaggio/figura in corso in quegli anni.

Johann Martin von Rohden and his Nazarene circle. Watercolours, preparatory drawings and figure studies

CAPITELLI, Giovanna
2016-01-01

Abstract

l volume analizza trentuno disegni inediti, databili in massima parte tra il 1805 e il 1835, provenienti dall'atelier di Johann Martin von Rohden (1778-1868), noto pittore di paesaggio tedesco di stanza a Roma. Testimonianza vivida, rara, e pertanto eccezionale delle relazioni amicali e delle pratiche di condivisione dei materiali di studio intercorse fra un gruppo di artisti di rango operanti nella Roma cosmopolita del primo quarto dell'Ottocento, il gruppo di fogli, dal carattere particolarmente 'privato', fu oggetto di un dono galante da parte di Albert von Rohden (1850-1924), figlio di Franz von Rohden (1817-1903) e nipote di Johann Martin, alla celebre pianista Giulia de Cousandier (1848-1933), allieva di Listz e mattatrice della scena musicale romana post-unitaria. Essi rappresentano pertanto una sezione fin qui sconosciuta del Fondo von Rohden, per la restante parte acquisito dal pittore norvegese Bernt Grönvold nel 1903 e poi andato disperso tra musei e collezioni private prevalentemente tedesche. Il fondo annovera carte di pittori nazareni (Peter von Cornelius, Julius Schnorr von Carolsfeld, Philipp Veit), della cerchia dei paesisti attivi intorno a Johann Martin von Rohden (Carl Philipp Fohr, Joseph Anton Koch, l'olandese Hendrik Voogt), ma anche rari referti del mongolo-russo-tedesco, Feodor Iwanowitsch Kalmück, di Konrad Eberhard, Johann Cantius Dillis, Hieronymus Hess, Johann Adam Klein, dello scultore Johann Christian Lotsch, e di un dilettante, il conte Benedetto Boschi di Tivoli, a testimonianza dei ramificati rapporti della comunità artistica tedesca con la nobiltà laziale. Comprende grandi fogli di studio di paesaggio di Koch e di von Rohden, prove incantevoli sul tema delle nuvole eseguite da Carl Philipp Fohr sulla scia dell'interesse espresso per questo soggetto da Goethe, esperimenti grafici di Peter Cornelius a partire da incisioni quattro-cinquecentesche tedesche, preziosi ritratti in seppia e a contorno di Maximilien Seitz e di Franz von Rohden, ma anche carte che registrano studi di figura di grande tenuta qualitativa, come quelli di Julius Schnorr von Carolsfeld e di Philipp Veit. Questi studi di figura (di eremiti, pellegrini, pastori, suonatori, popolane romane) a più mani svelano un segreto riguardante i dipinti finiti di Johann Martin von Rohden. Per lo staffage (alla tedesca i Figurenstaffage) presente all'interno dei suoi paesaggi ad olio che oggi si trovano nelle raccolte museali di Kassel, Weimar, Fulda, Winterthur, Vienna, von Rohden ricorse all'opera dei suoi amici, che per aiutarlo a dare 'carattere' ai suoi paesi, come voleva il noto critico d'arte Fernow, gli fornirono le proprie invenzioni su carta. Questa piccola raccolta di grafica, sul crinale tra un Album Amicorum e un taccuino di schizzi a più voci è stata ora riscoperta in una collezione romana. Il suo studio rappresenta, crediamo, una significativa aggiunta agli studi sulla pittura di paesaggio a Roma nel primo Ottocento e sul dibattito teorico sul rapporto paesaggio/figura in corso in quegli anni.
2016
978-88-908176-6-3
nazareni; roma cosmopolita; staffage
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/182354
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