L’obiettivo di questo lavoro è classificare ritmicamente alcune varietà di italiano regionale attraverso un nuovo approccio che basa le propria fondamenta sulla struttura sillabica fonetica. Negli ultimi quindici anni, lo studio del ritmo delle lingue naturali è stato caratterizzato dall’applicazione delle metriche ritmiche. Questi modelli realizzano una classificazione delle lingue nelle classi ritmiche tradizionali syllable, stress e mora-timed essenzialmente attraverso la stima della variabilità della durata consonantica e vocalica. L’utilizzo della durata degli intervalli vocalici e consonantici da parte di questi modelli come parametro centrale per la classificazione delle lingue naturali si fonda sulla osservazione di Bertinetto (1977) e di Dauer (1983), secondo cui l’impressione stress e syllable-timed si manifesta attraverso specifiche proprietà strutturali delle lingue. Questo lavoro affronta il tema del ritmo come fenomeno linguistico, inquadrandolo tra i vari aspetti della prosodia. Nel primo capitolo si descrivono le funzioni di interfaccia della prosodia, i parametri e i costituenti delle funzioni ritmiche e gli approcci fonologici che hanno prodotto una sistematizzazione delle strutture ritmiche. Nelle ricerche sul ritmo si assiste spesso alla confusione teorica e metodologica tra ritmo, come complessa e variabile organizzazione del piano prosodico-temporale, e isocronia, come eventuale tendenza tipologica di tale organizzazione. Questa confusione caratterizza anche l’approccio su cui si fondano le metriche ritmiche: una descrizione approfondita di quest’ultima sarà presentata nel secondo capitolo (tipologia ritmica, classificazione ottenuta attraverso le metriche ritmiche di alcune lingue naturali, di alcune varietà di italiano regionale e dialetti italiani e, infine, le critiche mosse a questi modelli). La maggior parte delle metriche ritmiche (cfr. Ramus et al. 1999; Grabe & Low 2002; Dellwo 2006), sono sperimentate su unità linguistiche molto diverse tra loro per dimensione, struttura e parametri. In questo lavoro il costituente prosodico che rappresenta l’unità di analisi ritmica è la sillaba. Questa scelta ha come oggetto il superamento dell’approccio delle metriche ritmiche, perciò la struttura sillabica fonetica rappresenterà il parametro classificatorio delle varietà di italiano che compongono il corpus della presente ricerca. Un ulteriore problema che attanaglia ancora oggi le ricerche sul ritmo riguarda i corpora su cui si sperimentano i diversi modelli. Nella maggior parte delle ricerche i modelli vengono applicati su parlato letto, pochissimi studi testano le metriche su parlato spontaneo o semi-spontaneo. La sperimentazione delle metriche su diversi tipi di parlato restituisce risultati molto contrastanti (cfr. Arvaniti 2009, 2012). Seguendo in parte il lavoro di Dauer (1983), in questa ricerca la classificazione si baserà sulle strutture sillabiche fonetiche che saranno estratte da un corpus di parlato semi-spontaneo costituito da alcune varietà di italiano regionale. Il corpus della ricerca 4 comprende otto varietà di italiano regionale, che offrono una rappresentazione geolinguistica dell’intero territorio nazionale. La descrizione sociolinguistica e dialettologica del panorama linguistico italiano sarà affrontato nel terzo capitolo del presente lavoro. Infine, il quarto capitolo contiene la descrizione del corpus della ricerca, mentre il quinto riporta le analisi dei dati e i risultati della sperimentazione.

Un nuovo paradigma nello studio del ritmo delle lingue naturali

ROMITO, Luciano
2016-01-01

Abstract

L’obiettivo di questo lavoro è classificare ritmicamente alcune varietà di italiano regionale attraverso un nuovo approccio che basa le propria fondamenta sulla struttura sillabica fonetica. Negli ultimi quindici anni, lo studio del ritmo delle lingue naturali è stato caratterizzato dall’applicazione delle metriche ritmiche. Questi modelli realizzano una classificazione delle lingue nelle classi ritmiche tradizionali syllable, stress e mora-timed essenzialmente attraverso la stima della variabilità della durata consonantica e vocalica. L’utilizzo della durata degli intervalli vocalici e consonantici da parte di questi modelli come parametro centrale per la classificazione delle lingue naturali si fonda sulla osservazione di Bertinetto (1977) e di Dauer (1983), secondo cui l’impressione stress e syllable-timed si manifesta attraverso specifiche proprietà strutturali delle lingue. Questo lavoro affronta il tema del ritmo come fenomeno linguistico, inquadrandolo tra i vari aspetti della prosodia. Nel primo capitolo si descrivono le funzioni di interfaccia della prosodia, i parametri e i costituenti delle funzioni ritmiche e gli approcci fonologici che hanno prodotto una sistematizzazione delle strutture ritmiche. Nelle ricerche sul ritmo si assiste spesso alla confusione teorica e metodologica tra ritmo, come complessa e variabile organizzazione del piano prosodico-temporale, e isocronia, come eventuale tendenza tipologica di tale organizzazione. Questa confusione caratterizza anche l’approccio su cui si fondano le metriche ritmiche: una descrizione approfondita di quest’ultima sarà presentata nel secondo capitolo (tipologia ritmica, classificazione ottenuta attraverso le metriche ritmiche di alcune lingue naturali, di alcune varietà di italiano regionale e dialetti italiani e, infine, le critiche mosse a questi modelli). La maggior parte delle metriche ritmiche (cfr. Ramus et al. 1999; Grabe & Low 2002; Dellwo 2006), sono sperimentate su unità linguistiche molto diverse tra loro per dimensione, struttura e parametri. In questo lavoro il costituente prosodico che rappresenta l’unità di analisi ritmica è la sillaba. Questa scelta ha come oggetto il superamento dell’approccio delle metriche ritmiche, perciò la struttura sillabica fonetica rappresenterà il parametro classificatorio delle varietà di italiano che compongono il corpus della presente ricerca. Un ulteriore problema che attanaglia ancora oggi le ricerche sul ritmo riguarda i corpora su cui si sperimentano i diversi modelli. Nella maggior parte delle ricerche i modelli vengono applicati su parlato letto, pochissimi studi testano le metriche su parlato spontaneo o semi-spontaneo. La sperimentazione delle metriche su diversi tipi di parlato restituisce risultati molto contrastanti (cfr. Arvaniti 2009, 2012). Seguendo in parte il lavoro di Dauer (1983), in questa ricerca la classificazione si baserà sulle strutture sillabiche fonetiche che saranno estratte da un corpus di parlato semi-spontaneo costituito da alcune varietà di italiano regionale. Il corpus della ricerca 4 comprende otto varietà di italiano regionale, che offrono una rappresentazione geolinguistica dell’intero territorio nazionale. La descrizione sociolinguistica e dialettologica del panorama linguistico italiano sarà affrontato nel terzo capitolo del presente lavoro. Infine, il quarto capitolo contiene la descrizione del corpus della ricerca, mentre il quinto riporta le analisi dei dati e i risultati della sperimentazione.
2016
978-3-330-77690-6
Struttura sillabica, ritmo, metriche
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/182356
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