Come sono cambiati i processi di reclutamento e di selezione della classe politica regionale? È possibile intravedere variazioni inter-regionali? Emerge una eventuale specificità e autonomia rispetto al livello centrale? Questi interrogativi sono al centro del volume che qui si propone; il tema è la rappresentanza politica regionale, partendo da quello che Gallagher e Marsh definiscono “il giardino segreto della politica”, ad indicare una delle funzioni più rilevanti e al tempo stesso oscure dei partiti: “i partiti non vogliono – come sottolineava già Duverger – che gli odori della cucina elettorale si spargano all’esterno”. Muovendo da un’ampia base empirica, la ricerca si concentra in chiave comparativa su quattro dimensioni dei processi di selezione: candidatura, campagna elettorale, rielezione e metodi di scelta dei candidati (voto o nomina). Il quadro che emerge conferma l’ipotesi che, da qualche decennio, la selezione candidate-oriented (o leader-oriented) stia rimpiazzando, pur tra le diversità regionali, quella party-oriented: dappertutto per essere candidati ciò che conta di più è la capacità di convertire la propria notorietà personale in consenso elettorale, dappertutto le campagne elettorali si conducono prevalentemente con risorse e reti di conoscenza personali, dappertutto per essere rieletti ciò che conta di più è la capacità di mantenere costanti rapporti a livello personale con il proprio elettorato. I partiti – ed il ruolo in essi svolto – non sembrano più essere il solo strumento per garantire la (s)elezione, ma al massimo danno un valore aggiunto a chi gode già di notorietà. Persa la funzione di formazione del personale, i partiti conservano quella di “certificazione del personale politico” che spesso, a fronte della resilienza dei professionisti della politica, proviene da carriere esterne ad essi.
Il giardino segreto della politica. La selezione dei candidati nelle regioni italiane
CERRUTO, MAURIZIO
2017-01-01
Abstract
Come sono cambiati i processi di reclutamento e di selezione della classe politica regionale? È possibile intravedere variazioni inter-regionali? Emerge una eventuale specificità e autonomia rispetto al livello centrale? Questi interrogativi sono al centro del volume che qui si propone; il tema è la rappresentanza politica regionale, partendo da quello che Gallagher e Marsh definiscono “il giardino segreto della politica”, ad indicare una delle funzioni più rilevanti e al tempo stesso oscure dei partiti: “i partiti non vogliono – come sottolineava già Duverger – che gli odori della cucina elettorale si spargano all’esterno”. Muovendo da un’ampia base empirica, la ricerca si concentra in chiave comparativa su quattro dimensioni dei processi di selezione: candidatura, campagna elettorale, rielezione e metodi di scelta dei candidati (voto o nomina). Il quadro che emerge conferma l’ipotesi che, da qualche decennio, la selezione candidate-oriented (o leader-oriented) stia rimpiazzando, pur tra le diversità regionali, quella party-oriented: dappertutto per essere candidati ciò che conta di più è la capacità di convertire la propria notorietà personale in consenso elettorale, dappertutto le campagne elettorali si conducono prevalentemente con risorse e reti di conoscenza personali, dappertutto per essere rieletti ciò che conta di più è la capacità di mantenere costanti rapporti a livello personale con il proprio elettorato. I partiti – ed il ruolo in essi svolto – non sembrano più essere il solo strumento per garantire la (s)elezione, ma al massimo danno un valore aggiunto a chi gode già di notorietà. Persa la funzione di formazione del personale, i partiti conservano quella di “certificazione del personale politico” che spesso, a fronte della resilienza dei professionisti della politica, proviene da carriere esterne ad essi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.