Dopo aver combattuto numerose battaglie politiche e culturali, Gabriel García Márquez ha vissuto gli ultimi anni della sua vita rinchiuso, come il colonnello Aureliano Buendía, nel suo “laboratorio” segreto. Nessuna apparizione in pubblico, nessuna intervista, nessuna fotografia. Ma il 4 dicembre 2011 a l'Avana il pittore Franco Azzinari inaugura una mostra interamente dedicata al premio Nobel per la letteratura. Prendendo le mosse da questa eccezionale testimonianza iconografica, il saggio analizza il simbolico rapporto tra il paradossale statuto del ritratto e la poetica di Cent'anni di solitudine: la relazione tra identità e differenza che investe copia e modello in pittura sembra specchiarsi nella ripetizione dello stesso e nella diversità che caratterizza i personaggi della famiglia Buendía. In entrambi i casi, nei ritratti come nel romanzo, la ripetizione riesce sempre a significare qualcosa di diverso. La mostra cubana si trasforma così in una preziosa occasione per rileggere alcune bellissime pagine di un grande capolavoro che ha fatto riflettere diverse generazioni sui temi della «soledad» e dell'amore, dell'amicizia e dell'eros, della rivoluzione e della repressione. Proprio nel fantastico racconto della saga di Macondo, la letteratura ci dice ciò che la storia non aveva avuto il coraggio di raccontare. Il libro è tradotto in spagnolo (Cali, Universidad de San Buenaventura)

Les portraits de Gabriel García Márquez. La répétition et la différence

ORDINE D
2012-01-01

Abstract

Dopo aver combattuto numerose battaglie politiche e culturali, Gabriel García Márquez ha vissuto gli ultimi anni della sua vita rinchiuso, come il colonnello Aureliano Buendía, nel suo “laboratorio” segreto. Nessuna apparizione in pubblico, nessuna intervista, nessuna fotografia. Ma il 4 dicembre 2011 a l'Avana il pittore Franco Azzinari inaugura una mostra interamente dedicata al premio Nobel per la letteratura. Prendendo le mosse da questa eccezionale testimonianza iconografica, il saggio analizza il simbolico rapporto tra il paradossale statuto del ritratto e la poetica di Cent'anni di solitudine: la relazione tra identità e differenza che investe copia e modello in pittura sembra specchiarsi nella ripetizione dello stesso e nella diversità che caratterizza i personaggi della famiglia Buendía. In entrambi i casi, nei ritratti come nel romanzo, la ripetizione riesce sempre a significare qualcosa di diverso. La mostra cubana si trasforma così in una preziosa occasione per rileggere alcune bellissime pagine di un grande capolavoro che ha fatto riflettere diverse generazioni sui temi della «soledad» e dell'amore, dell'amicizia e dell'eros, della rivoluzione e della repressione. Proprio nel fantastico racconto della saga di Macondo, la letteratura ci dice ciò che la storia non aveva avuto il coraggio di raccontare. Il libro è tradotto in spagnolo (Cali, Universidad de San Buenaventura)
2012
978-2-251-44450-5
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/184197
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact