Il quartiere della Sanità a Napoli si presenta come un’eterotopia urbana in una città già frammentata. Sono presenti differenti forme di disuguaglianza sociale e si contraddistingue per un indebolimento sempre più acuto delle principali forme di regolazione sociale, per la latitanza delle istituzioni formali e per la presenza pervasiva di organizzazioni criminali dedite al narcotraffico e ad altre attività illegali. Il paper propone i risultati di un’indagine sul ruolo svolto nel rione da un gruppo informale, impegnato da cinque anni nel sostegno e nell’accompagnamento di bambini, adolescenti e adulti (per lo più stranieri di prima o di seconda generazione) che vivono situazioni di disagio o di sofferenza. Gli interventi consistono in una scuola di italiano per stranieri adulti (che coinvolge circa 70 uomini e donne, di diversa nazionalità), e nell’accompagnamento scolastico pomeridiano di un centinaio di bambini e adolescenti. L’esperienza si va sempre più configurando come micro-rete, tenuta insieme dal lavoro di connessione/coordinamento di una volontaria (una suora che da alcuni anni vive nel quartiere) e dai suoi collaboratori più stretti. I volontari, infatti, sono spesso membri di altre organizzazioni (una fondazione, una associazione di giovani), o persone che si sono accostate seguendo percorsi differenti. Il contributo propone approfondimenti: a) sulle attività svolte e sulla loro traduzione in opportunità di accesso a risorse fondamentali di cittadinanza (l’accesso alla lingua, all’istruzione, ad una maggiore consapevolezza dei propri diritti-spettanze); b) sulle modalità adottate per favorire il coinvolgimento attivo delle persone accolte; c) sull’evoluzione organizzativa del gruppo di volontariato. La premessa concettuale della ricerca attiene alle motivazioni che stanno alla base di una organizzazione solidaristica e che ne alimentano la dimensione politica e quella partecipativa. Esse sostengono in modo essenziale l’impegno per la crescita della coesione sociale e le speranze di cambiamento in un contesto urbano difficile; quando si indeboliscono, le associazioni rischiano di diventare frammenti – magari anche luminosi – di un ambiente sociale sgretolato. Alla luce di questa premessa: a) focalizziamo l’attenzione sulla generatività e la forza coagulante connesse all’impegno di quanti scelgono di radicarsi con uno stile di gratuità; b) proviamo a comprendere meglio il nesso tra il livello di strutturazione di una organizzazione solidaristica e la sua capacità di esprimere iniziative innovative e di promuovere partecipazione. La ricerca è stata svolta seguendo lo sviluppo di questa esperienza e le diverse fasi che essa ha attraversato, fino ad arrivare al bivio identitario che oggi la attende. Le informazioni sono frutto soprattutto di un’osservazione diretta e di una conversazione continua con i principali protagonisti. Per affrontare le questioni più rilevanti ed enigmatiche sono state realizzate alcune interviste.

Un’esperienza laboratoriale nel Quartiere della Sanità a Napoli Alcune riflessioni da una ricerca in corso

LICURSI, Sabina;Marcello G.
2012-01-01

Abstract

Il quartiere della Sanità a Napoli si presenta come un’eterotopia urbana in una città già frammentata. Sono presenti differenti forme di disuguaglianza sociale e si contraddistingue per un indebolimento sempre più acuto delle principali forme di regolazione sociale, per la latitanza delle istituzioni formali e per la presenza pervasiva di organizzazioni criminali dedite al narcotraffico e ad altre attività illegali. Il paper propone i risultati di un’indagine sul ruolo svolto nel rione da un gruppo informale, impegnato da cinque anni nel sostegno e nell’accompagnamento di bambini, adolescenti e adulti (per lo più stranieri di prima o di seconda generazione) che vivono situazioni di disagio o di sofferenza. Gli interventi consistono in una scuola di italiano per stranieri adulti (che coinvolge circa 70 uomini e donne, di diversa nazionalità), e nell’accompagnamento scolastico pomeridiano di un centinaio di bambini e adolescenti. L’esperienza si va sempre più configurando come micro-rete, tenuta insieme dal lavoro di connessione/coordinamento di una volontaria (una suora che da alcuni anni vive nel quartiere) e dai suoi collaboratori più stretti. I volontari, infatti, sono spesso membri di altre organizzazioni (una fondazione, una associazione di giovani), o persone che si sono accostate seguendo percorsi differenti. Il contributo propone approfondimenti: a) sulle attività svolte e sulla loro traduzione in opportunità di accesso a risorse fondamentali di cittadinanza (l’accesso alla lingua, all’istruzione, ad una maggiore consapevolezza dei propri diritti-spettanze); b) sulle modalità adottate per favorire il coinvolgimento attivo delle persone accolte; c) sull’evoluzione organizzativa del gruppo di volontariato. La premessa concettuale della ricerca attiene alle motivazioni che stanno alla base di una organizzazione solidaristica e che ne alimentano la dimensione politica e quella partecipativa. Esse sostengono in modo essenziale l’impegno per la crescita della coesione sociale e le speranze di cambiamento in un contesto urbano difficile; quando si indeboliscono, le associazioni rischiano di diventare frammenti – magari anche luminosi – di un ambiente sociale sgretolato. Alla luce di questa premessa: a) focalizziamo l’attenzione sulla generatività e la forza coagulante connesse all’impegno di quanti scelgono di radicarsi con uno stile di gratuità; b) proviamo a comprendere meglio il nesso tra il livello di strutturazione di una organizzazione solidaristica e la sua capacità di esprimere iniziative innovative e di promuovere partecipazione. La ricerca è stata svolta seguendo lo sviluppo di questa esperienza e le diverse fasi che essa ha attraversato, fino ad arrivare al bivio identitario che oggi la attende. Le informazioni sono frutto soprattutto di un’osservazione diretta e di una conversazione continua con i principali protagonisti. Per affrontare le questioni più rilevanti ed enigmatiche sono state realizzate alcune interviste.
2012
marginalità ; solidarietà; welfare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/184506
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