Nel corso degli ultimi anni, sta emergendo la necessità -da parte del sistema finanziario- di trasformare il proprio modo di operare rivolgendosi sempre più verso programmi fortemente integrati e finalizzati a raggiungere obiettivi di tutela dell’ambiente, di promozione dello sviluppo, di lotta all’esclusione sociale e alla disoccupazione. Sono, infatti, i prodotti e i servizi finanziari, con il loro impatto potenzialmente enorme sulla società, a rendere il ruolo del sistema finanziario speciale, rispetto ad altri settori dell’economia, e funzionale allo sviluppo sostenibile. Il primo passo che il mondo finanziario sta compiendo è da rinvenire in una sempre maggiore attenzione nei confronti di una finanza eticamente sostenibile e dei suoi strumenti finanziari. Specificamente, gli strumenti di natura etica sono: 1. la microfinanza che costituisce uno strumento di sviluppo economico che permette alle persone in situazione di povertà ed emarginazione di avere accesso a tutti i servizi finanziari riservati solitamente ai più ricchi; 2. i fondi etici che mirano a garantire agli investitori la possibilità di sostenere direttamente le iniziative sociali, culturali e ambientali. Nei Paesi industrializzati, questi strumenti finanziari possono essere rivolti a stimolare lo sviluppo sostenibile di alcuni settori, come quello del turismo. In particolare, il turismo viene considerato sostenibile quando non modifica l’ambiente naturale, sociale e culturale, ma valorizza la crescita delle altre attività sociali ed economiche presenti nel territorio. È noto che il settore del turismo ha da sempre riscontrato difficoltà nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie al proprio sviluppo. Queste difficoltà sono dovute, soprattutto in contesti come quello italiano, alle ridotte dimensioni delle imprese che caratterizzano questo tipo di settore. Invero, per finanziare la propria attività, tali imprese utilizzano un ordine di scelta che, nel concreto, si sviluppa non già nel senso di perseguire la combinazione ottimale di finanziamento bensì di seguire piuttosto la “linea di minor resistenza” (Brealy, Miers, 1993) e di mantenere un certo grado di autonomia nei confronti del sistema bancario e finanziario (Adamo, 1997). Queste problematiche, naturalmente, incrementano le difficoltà del settore turistico a decollare in termini di sviluppo sostenibile, nonostante numerose siano le risorse finanziarie offerte a livello comunitario, nazionale e regionale rivolte a questo scopo. Infatti, a livello comunitario, nel corso degli anni, numerose sono state le iniziative volte a migliorare la sostenibilità e la competitività del turismo europeo, specie per le piccole e medie imprese, con ricadute e benefici a livello economico-sociale e ambientale. Anche a livello nazionale e regionale, numerose sono state le iniziative dirette a valorizzare alcuni territori nelle loro risorse culturali e paesaggistiche, al fine di aumentarne l’attrattività e migliorarne la qualità. In tale contesto, Paesi come l’Italia, che rivestono una rilevante importanza nel panorama internazionale in termini di potenziale turistico, dovrebbero ripensare ai propri modelli e alle proprie strategie di sviluppo, nonché perseguire una nuova identità territoriale attraverso la valorizzazione di aree, prodotti e servizi nella direzione chiara della sostenibilità sociale, economica e ambientale del turismo. Partendo da queste considerazioni, il presente studio, dopo un breve excursus dei contributi presenti in letteratura sulla finanza etica e sul concetto di turismo sostenibile, intende evidenziare come alcune specifiche tecniche di finanza eticamente sostenibile, in particolare il microcredito, possano non solo consentire di accedere a forme alternative di finanziamento, ma anche contribuire notevolmente alla creazione di forme di turismo innovative che coinvolgono segmenti diversi della popolazione e valorizzino aree remote o poco sviluppate.
Le tecniche di finanza etica per lo sviluppo del turismo sostenibile
ADAMO, Rosa;
2010-01-01
Abstract
Nel corso degli ultimi anni, sta emergendo la necessità -da parte del sistema finanziario- di trasformare il proprio modo di operare rivolgendosi sempre più verso programmi fortemente integrati e finalizzati a raggiungere obiettivi di tutela dell’ambiente, di promozione dello sviluppo, di lotta all’esclusione sociale e alla disoccupazione. Sono, infatti, i prodotti e i servizi finanziari, con il loro impatto potenzialmente enorme sulla società, a rendere il ruolo del sistema finanziario speciale, rispetto ad altri settori dell’economia, e funzionale allo sviluppo sostenibile. Il primo passo che il mondo finanziario sta compiendo è da rinvenire in una sempre maggiore attenzione nei confronti di una finanza eticamente sostenibile e dei suoi strumenti finanziari. Specificamente, gli strumenti di natura etica sono: 1. la microfinanza che costituisce uno strumento di sviluppo economico che permette alle persone in situazione di povertà ed emarginazione di avere accesso a tutti i servizi finanziari riservati solitamente ai più ricchi; 2. i fondi etici che mirano a garantire agli investitori la possibilità di sostenere direttamente le iniziative sociali, culturali e ambientali. Nei Paesi industrializzati, questi strumenti finanziari possono essere rivolti a stimolare lo sviluppo sostenibile di alcuni settori, come quello del turismo. In particolare, il turismo viene considerato sostenibile quando non modifica l’ambiente naturale, sociale e culturale, ma valorizza la crescita delle altre attività sociali ed economiche presenti nel territorio. È noto che il settore del turismo ha da sempre riscontrato difficoltà nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie al proprio sviluppo. Queste difficoltà sono dovute, soprattutto in contesti come quello italiano, alle ridotte dimensioni delle imprese che caratterizzano questo tipo di settore. Invero, per finanziare la propria attività, tali imprese utilizzano un ordine di scelta che, nel concreto, si sviluppa non già nel senso di perseguire la combinazione ottimale di finanziamento bensì di seguire piuttosto la “linea di minor resistenza” (Brealy, Miers, 1993) e di mantenere un certo grado di autonomia nei confronti del sistema bancario e finanziario (Adamo, 1997). Queste problematiche, naturalmente, incrementano le difficoltà del settore turistico a decollare in termini di sviluppo sostenibile, nonostante numerose siano le risorse finanziarie offerte a livello comunitario, nazionale e regionale rivolte a questo scopo. Infatti, a livello comunitario, nel corso degli anni, numerose sono state le iniziative volte a migliorare la sostenibilità e la competitività del turismo europeo, specie per le piccole e medie imprese, con ricadute e benefici a livello economico-sociale e ambientale. Anche a livello nazionale e regionale, numerose sono state le iniziative dirette a valorizzare alcuni territori nelle loro risorse culturali e paesaggistiche, al fine di aumentarne l’attrattività e migliorarne la qualità. In tale contesto, Paesi come l’Italia, che rivestono una rilevante importanza nel panorama internazionale in termini di potenziale turistico, dovrebbero ripensare ai propri modelli e alle proprie strategie di sviluppo, nonché perseguire una nuova identità territoriale attraverso la valorizzazione di aree, prodotti e servizi nella direzione chiara della sostenibilità sociale, economica e ambientale del turismo. Partendo da queste considerazioni, il presente studio, dopo un breve excursus dei contributi presenti in letteratura sulla finanza etica e sul concetto di turismo sostenibile, intende evidenziare come alcune specifiche tecniche di finanza eticamente sostenibile, in particolare il microcredito, possano non solo consentire di accedere a forme alternative di finanziamento, ma anche contribuire notevolmente alla creazione di forme di turismo innovative che coinvolgono segmenti diversi della popolazione e valorizzino aree remote o poco sviluppate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.