Gli anni di assestamento dello stato e di formazione del sistema sovietico che vanno dalla rivoluzione del '17 al 1921 vengono definiti la fase del "comunismo di guerra"; si tratta di una fase di grande sperimentazione, che vide l'abolizione del mercato e della moneta, e che trovò un termine allorché, dinanzi alle crescenti difficoltà del paese, Lenin nel marzo 1921 lanciò la "Nuova Politica Economica" basata su un'economia mista che consentiva la piccola impresa e la piccola proprietà contadina privata. Portando a conclusione una vasta ricerca originale, la Salomoni esamina gli anni del comunismo di guerra secondo una prospettiva nuova che mette in rilievo l'affinità tra quelle sperimentazioni e il dibattito economico e sociale in corso allora nelle democrazie occidentali. Dopo aver ripercorso la fortuna storiografica del "comunismo di guerra", l'autrice ricostruisce i dibattiti dell'epoca relativi all'organizzazione dell'economia, e i tentativi di "naturalizzarla" abolendo il denaro e trasformando il salario in prodotti e servizi; recuperando la discussione tanto sulle soluzioni adottate quanto su quelle solo progettate, l'autrice riesce a mostrare come esse nella loro generalità siano elementi di quel medesimo dibattito che nella cultura politica e accademica europea si veniva svolgendo in quegli stessi anni in ordine al ruolo dello stato nello sviluppo economico.

Il pane quotidiano. Ideologia e congiuntura nella Russia sovietica (1917-1921)

SALOMONI, Antonella
2001-01-01

Abstract

Gli anni di assestamento dello stato e di formazione del sistema sovietico che vanno dalla rivoluzione del '17 al 1921 vengono definiti la fase del "comunismo di guerra"; si tratta di una fase di grande sperimentazione, che vide l'abolizione del mercato e della moneta, e che trovò un termine allorché, dinanzi alle crescenti difficoltà del paese, Lenin nel marzo 1921 lanciò la "Nuova Politica Economica" basata su un'economia mista che consentiva la piccola impresa e la piccola proprietà contadina privata. Portando a conclusione una vasta ricerca originale, la Salomoni esamina gli anni del comunismo di guerra secondo una prospettiva nuova che mette in rilievo l'affinità tra quelle sperimentazioni e il dibattito economico e sociale in corso allora nelle democrazie occidentali. Dopo aver ripercorso la fortuna storiografica del "comunismo di guerra", l'autrice ricostruisce i dibattiti dell'epoca relativi all'organizzazione dell'economia, e i tentativi di "naturalizzarla" abolendo il denaro e trasformando il salario in prodotti e servizi; recuperando la discussione tanto sulle soluzioni adottate quanto su quelle solo progettate, l'autrice riesce a mostrare come esse nella loro generalità siano elementi di quel medesimo dibattito che nella cultura politica e accademica europea si veniva svolgendo in quegli stessi anni in ordine al ruolo dello stato nello sviluppo economico.
2001
88-15-08183-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/186049
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